Non so davvero da dove cominciare … vi
starete chiedendo perché ma il motivo è semplice: il libro di cui vi parlo oggi
non mi è piaciuto.
Uff! Non sopporto quando un romanzo su cui
avevo puntato tanto mi delude, infatti avevo grandissime aspettative che sono
colate a picco.
Quattro tazze di tempesta
ha solo il titolo di azzeccato ma il resto lascia molto a desiderare.
Siamo in Francia, in un bellissimo paesino
immerso nei campi di lavanda, un paesaggio magico che ospiterà per cinque
giorni un gruppo di amiche quarantenni alla ricerca di sé stesse.
Quattro donne che fin dai tempi del liceo
sono legate da un’amicizia indissolubile che, come dicono loro, le tiene unite “nella
bonaccia e nella tempesta”.
Viola è l’affittuaria del magnifico rustico
nel quale tutte insieme passeranno i giorni che ruotano intorno alla data del
suo compleanno, tutti gli anni è
un appuntamento fisso dove non si può mancare e tutti gli anni le quattro donne arrivano cariche di aspettative ed emozioni. Questa volte però sono giunte alla soglia dei quarant’anni e proprio in questa fase della loro vita tutti i nodi verranno al pettine trasformando la festa in una vera e propria tempesta.
un appuntamento fisso dove non si può mancare e tutti gli anni le quattro donne arrivano cariche di aspettative ed emozioni. Questa volte però sono giunte alla soglia dei quarant’anni e proprio in questa fase della loro vita tutti i nodi verranno al pettine trasformando la festa in una vera e propria tempesta.
Viola aggrappata al lutto per la perdita
del marito, vive isolata nel suo rustico in mezzo al nulla, ha buttato ogni
energia nella gestione di un delizioso negozio di tè ma non è felice, torturata
dal dolore non riesce più a sorridere, a godersi i momenti di gioia, rifiuta
ogni possibilità di ricostruirsi una vita con un altro uomo e si contorce nella
sofferenza senza fare nulla per calmarla perché convinta di essere la causa
della morte del compagno.
Mavi donna forte e organizzata, ha
realizzato ogni progetto che si era posta: lavoro, famiglia e figli ma alla
soglia dei quarant’anni si sente soffocare dalle responsabilità e si tormenta perché
il rapporto con il marito non è più quello di un tempo. La noia sta prendendo
il sopravvento e la mancanza di affetto la porta a ingurgitare cibo per
riempire il vuoto che la divora.
Chantal bella e solare, non ha combinato
nulla di quello che si era prefissata, insoddisfatta del lavoro e della vita
sentimentale non sa più che pesci pigliare.
Finché nella sua vita non appare Marcello,
aitante trentenne che la seduce e conquista ma Chanti non si sente all’altezza,
si critica e si mortifica continuamente impedendosi di vivere questa storia con
serenità.
E infine c’è Alberta, donna dura e secca,
realizzata professionalmente e convinta di non avere bisogno del prossimo
quando in realtà ha un cuore desideroso di amore.
Queste quattro donne vivranno per cinque
giorni a La Calmette e in questi cinque giorni sconfiggeranno i loro demoni e
affronteranno le loro vite.
Purtroppo
il romanzo non mi ha entusiasmato, l’ho trovato banale e triste.
Banale perché ogni cosa che accade nel
libro è scontata e le strade intraprese dalle protagoniste sono così ovvie che
speri di leggere qualcosa di completamente diverso.
Triste perché ormai il panorama italiano è
pieno di libri con trentenni e quarantenni frustrati, irrisolti, non realizzati
e nella peggiore delle ipotesi brancolanti in un esistenza che li fa soffrire
ma dalla quale non fanno nulla per uscire.
Si lagnano, si piangono addosso, si
criticano e si distruggono psicologicamente ma non prendono in mano la
situazione, stanno lì in attesa che qualcuno guardi giù e risolva i loro drammi
e le loro paranoie.
Per carità ci sta il periodo di crisi, il
momento in cui ci si ferma e si tirano le somme sulla propria esistenza ma non
capisco questo continuo lamentarsi e boicottarsi e le protagoniste di questo libro sono le peggiori nemiche di loro stesse,
prive di amor proprio e cariche di segreti e rancori.
Il finale
è un lieto fine scontato e dolce amaro, lascia in sospeso molte cose e non
approfondisce nel modo adeguato il futuro che le quattro donne hanno deciso di
intraprendere.
L’autrice ci dice qualcosa ma tutto è in
divenire e purtroppo non amo questo tipo di fine, mi piacciono i libri che si
concludono con chiarimenti e limpidezza, dove la traccia è ben chiara e il
lettore trova conforto e solidità nelle vicende lette.
Altra
pecca è il continuo parlare di tè senza mai approfondire l’argomento, tante ricette
buttate lì ma al solo scopo di riempimento. Alla fine troviamo un breve
ricettario che solletica la curiosità del lettore ma nulla più.
In
conclusione avrete capito che questo libro non mi è piaciuto e la scrittura
schietta e leggera ha salvato molto poco l’insieme dell’opera.
Valutazione
AUTRICE: Federica Brunini è
scrittrice, giornalista, fotografa e instancabile viaggiatrice. Dopo la laurea
in Lettere moderne e Teoria e storia della pedagogia teatrale in Italia, si è
diplomata alla Civica scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano e ha
collaborato con vari registi, tra cui Silvio Soldini e Giuseppe Bertolucci. Ha
scritto per “Il Corriere della Sera”, “Glamour”, “L’Espresso”, “People”,
“Vanity Fair”, “Grazia” e molte testate internazionali. Tra le sue
pubblicazioni, Il manuale della viaggiatrice (Morellini, 2008), Travel Therapy:
il viaggio giusto al momento giusto (Morellini, 2011), Sarò regina. La vita di
Kate Middleton come me l’ha raccontata lei (Sonzogno, 2011), diventato in pochi
giorni il libro più letto in Italia sul matrimonio dell’anno con William
d’Inghilterra, e il romanzo La matematica delle bionde (Giunti, 2013).Vive
sull’isola di Gozo, a Malta, dove organizza vacanze e yoga retreat con il
progetto www.goingozo.com. Per Feltrinelli ha pubblicato Quattro tazze di
tempesta (2016).
A me era piaciuto ma era anche un momento in cui cercavo una lettura leggera e poco impegnativa, però ammetto che l'avevo comprato solo perché era in offerta lampo Kindle, intuendo sarebbe stato un libro di mero intrattenimento...e in effetti pensandoci adesso, a un anno circa dalla lettura, non ricordo granché della trama o del finale, questo già dice molte cose...
RispondiElimina:-)
Ciao Silvia, eccomi qui! Scusa il ritardo ma ero impegnata a prendere il sole al mare ;D!
EliminaPurtroppo a me non è piaciuto e il motivo è un po' quello che hai sottolineato tu: lascia veramente poco.