Prima di cominciare con questa recensione
vi faccio una piccola premessa: questo è un libro che non avrei mai letto!
Il motivo è semplicissimo: evito tutti quei
romanzi che parlano di malattia, morte, dolore e perdita (tranne qualche
rarissima eccezione).
Infatti, se avessi preso in mano questo
libro in una libreria e avessi letto la trama, lo avrei senz’altro messo di
nuovo sullo scaffale.
Penserete che sono superficiale o che non
mi voglio impegnare ma la verità è che, a causa del mio lavoro (infermiera nei
reparti di neurologia e cardiologia), sono immersa nel dolore, nella morte,
nella malattia e nella sofferenza tutti i giorni.
Di conseguenza, quando leggo, non voglio
ritrovare queste emozioni.
Per carità, leggo libri drammatici ma non
di questo tipo.
Dopo questa parentesi, vi posso dire che
questo romanzo: La strada del ritorno è sempre più corta,
mi ha colpita moltissimo, ringrazio le organizzatrici della Challenge "Tutti a Hogwarts con le tre ciambelle" per avermi fatto conoscere un libro delicato, commovente e unico.
Titolo: La strada del ritorno è sempre più corta § Autrice: Valentina Farinaccio §
Pagine: 212 § Casa editrice: Mondadori § Genere: Narrativa contemporanea, Drammatico
Pagine: 212 § Casa editrice: Mondadori § Genere: Narrativa contemporanea, Drammatico
L'estate in cui Vera ha cinque anni è una
girandola di avventure. Vera è sfacciata e sognatrice: gioca a nascondino con
l'amico immaginario Ringo Starr e da grande vuole fare la camionista, come il
nonno, per scoprire dove finiscono tutte le strade del mondo. Oltre ai capelli
rossi – della stessa tinta con cui i bambini colorano i cuori –, ha ereditato
dal papà libraio la passione per le storie: riempie pile di fogli di una
scrittura immaginaria per raccontare favole di calzini parlanti e piante grasse
dimagrite. Quella dei suoi cinque anni è anche l'ultima estate che trascorre
insieme al padre Giordano. Oggi Vera ha trent'anni, ed è una celebrità della
tv: inventa oroscopi irriverenti e graffianti, specie per i nati dello
Scorpione, segno zodiacale dell'ex fidanzato che l'ha appena lasciata,
mettendola di colpo davanti a tutte le sue fragilità. Perché Vera è cresciuta
senza un genitore, ed è come se fosse a metà: ha avuto in dotazione un solo
braccio e un solo orecchio, una sola gamba e un solo occhio, e ha riempito
tutto quel vuoto di sarcasmo e finta imperturbabilità. Di suo padre non sa
nulla: la madre Lia, credendo di proteggerla e di proteggersi, ha preferito
dimenticare. Ma quando riceve un centinaio di pagine scritte da Giordano
durante gli ultimi mesi di vita e che parlano proprio di lei, dell'eccentrica
Lia che si è ribellata alle leggi ancestrali della provincialissima Campobasso,
e della nonna Santa, che ha consacrato la propria vita ai figli, Vera è
investita da una sfida: il libro è senza finale. Lei adora gli inizi e odia la
responsabilità della fine, eppure è la sola che potrebbe completarlo, è
un'occasione unica per incontrare tra le pagine quel padre mancato, e per
capire cosa accadde quell'estate in cui tutto è cambiato. La strada del ritorno
è sempre più corta è un romanzo pieno di luce e di ironia, che racconta
l'amore, la perdita e la trasformazione. La giornalista Valentina Farinaccio,
qui al suo folgorante esordio narrativo, racconta con una lingua cangiante come
attraversare il dolore sia l'unico modo per uscire salvi e interi, dall'altra
parte. Ma questa storia è anche una dichiarazione d'amore per i libri e le
eredità che vi passano attraverso, un atto di fiducia nell'eternità della
letteratura.
Tre donne, tre punti di vista, tre diversi
tipi di dolore, tre vite che ruotano attorno a un uomo e alla sua morte: Vera,
una figlia privata del padre a soli cinque anni, Lia, una moglie che perde la
sua metà e Santa, una madre che ha fatto dei figli la sua unica ragione di
essere e che si trova ad affrontare la più grande delle perdite: la morte di un
figlio.
Il romanzo inizia con tre storie diverse ma
uguali, tre punti di vista differenti della stessa situazione: la scoperta
della malattia di Giordano e la sua perdita.
Il primo sguardo che incontriamo è quello innocente e birichino di Vera, figlia di Lia e Giordano che, a soli cinque anni, non riesce a capire bene cosa sta accadendo: dov'è papà? Perchè non c'è più?
Il primo sguardo che incontriamo è quello innocente e birichino di Vera, figlia di Lia e Giordano che, a soli cinque anni, non riesce a capire bene cosa sta accadendo: dov'è papà? Perchè non c'è più?
Poi c’è Lia, una donna forte, solare e
moderna, attraverso i suoi occhi vediamo nascere l’amore per Giordano, l’evolversi
della loro storia tra alti e bassi, la
nascita di Vera e infine la scoperta della malattia che invade velenosa e terribile la loro vita.
nascita di Vera e infine la scoperta della malattia che invade velenosa e terribile la loro vita.
E poi c’è Santa, una donna d’altri tempi,
chiusa nelle sue manie, arcigna e scontrosa, gelosa dei figli, possessiva e
convinta che il suo unico ruolo su questa terra sia essere madre, non moglie,
non donna e nemmeno nonna, solo madre!
Il libro si spezza nettamente a metà: la
morte di Giordano ha segnato un solco profondissimo nella vita di queste tre
donne che ritroviamo, nella seconda parte del romanzo, dopo vent’anni.
Vera era una bimba impertinente, coraggiosa
e audace, con la testa piena di ricci rossi e di fantasie proprio come il padre;
ora è un’adulta amareggiata, sconfitta dai silenzi della madre e alla ricerca
di se stessa.
Lia è diventata una sessantenne chiusa e incolore
che vive per il suo lavoro di costumista e cerca tutti i giorni di dimenticare
il grande amore della sua vita.
Santa invece è morta convinta di aver
portato con se i suoi numerosi segreti e le grandi omissioni che hanno
costellato la sua esistenza.
Ma la verità vuole emergere e lo fa con un
fascio di fogli scritti da Giordano pochi giorni prima di morire, sono per
Vera, quella figlia che non ha potuto veder crescere ma che ha amato con tutto
se stesso.
Ora sarà Vera a dover trovare il coraggio
di leggerli, per riscoprire se stessa tra quelle righe, per condurre sua madre
verso la verità e riscrivere così il loro futuro.
Un
libro che parla di dolore, malattia e sofferenza ma anche di amore, speranza e
famiglia.
Ho
amato le donne di questa storia: Vera che sembra un puzzle incompleto, Lia
che si arrocca in se stessa per non manifestare il dolore che prova e Santa
così tenace e dura, incapace di gestire una perdita tanto grande e convinta di
essere l’unica a soffrire.
La
Farinaccio delinea tre figure femminili bellissime e imperfette, speciali e
uniche, piene di sfumature, contraddizioni, emozioni e vita.
Personaggio
principale anche se assente è Giordano, un uomo che ho
adorato proprio perché prende vita grazie ai ricordi di Lia e Santa.
adorato proprio perché prende vita grazie ai ricordi di Lia e Santa.
Taciturno e intelligente, amante dei libri
e della buona musica, affascinante e sfuggente, sembra quasi irraggiungibile e
misterioso e, attraverso gli occhi di Lia, lo vediamo avvolto da una dimensione
speciale: quella dell’amore.
La strada del ritorno è sempre più corta mi ha veramente colpita, dalla cover non mi
aspettavo un romanzo così intenso, arriva dritto al cuore con le sue numerose
verità distribuite con delicatezza tra le pagine, apre gli occhi e fa
riflettere su quanto sia prezioso ciò che abbiamo: la famiglia, la propria
casa, la quotidianità e i piccoli momenti di gioia unica che, a volte, ci
sfuggono.
Un
libro poco conosciuto ma che consiglio vivamente, una storia che, in sole 200
pagine, stordisce, emoziona, incanta e commuove.
Valutazione
Conosci
l’autore
Valentina Farinaccio è nata a Campobasso e da
molti anni vive a Roma. Il suo primo romanzo, La strada del ritorno è sempre
più corta (Mondadori, 2016), ha vinto il premio Rapallo Opera Prima, il premio
Kihlgren, e Adotta un esordiente. Giornalista e critico musicale, scrive per
"Il Venerdì di Repubblica", e parla di musica su Radio Capital e
Rai1.
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