Buongiorno lettori, eccomi qui con la
recensione di un libro intenso, crudele e inquietante: Le spose sepolte
di Marilù Oliva, è un altro di quei romanzi che non avrei mai letto ma che,
grazie alla challenge a cui sto partecipando, ho dovuto prendere in mano.
Che dire?
Sono sempre dell’idea che non è un libro
per me, non amo i thriller con numerosi morti, killer spietati, macabre
uccisioni e soprattutto, così vicini alla realtà da spaventarmi e angosciarmi
profondamente.
Purtroppo Le spose sepolte
è proprio uno di questi thriller e, nonostante lo abbia divorato, non l’ho
pienamente amato.
Titolo: Le spose sepolte § Autrice: Marilù Oliva § Pagine: 380 §
Casa Editrice: Harper Collins § Genere: Thriller, Noir
Dove sono finite quelle donne
misteriosamente sparite da anni, mogli e madri di cui i mariti sostengono di
non sapere nulla? Uno dopo l'altro, i loro corpi vengono ritrovati grazie a un
killer implacabile che costringe chi le ha fatte scomparire a confessare dove
si trovano le loro ossa e poi uccide i colpevoli, sempre assolti dai tribunali
per mancanza di prove. Il rituale è feroce e spietato: l'assassino vuole così
rendere giustizia alle spose sepolte. I pochi indizi lasciati sulla scena del crimine
conducono a un piccolo paese, Monterocca, soprannominato la Città delle Donne,
un territorio nell'Appennino bolognese circoscritto da mura ed elementi
naturali, governato da una giunta completamente al femminile. Il team
investigativo, in cui spicca la giovane ispettrice Micol Medici, si trova
catapultato in una realtà di provincia quasi isolata dal mondo, con una natura
montana che fa da contorno e molti misteri avvolti nella nebbia. Un inquietante
enigma conduce gli inquirenti al Centro Studi Rita, un'azienda farmaceutica che
sta sintetizzando un anestetico speciale: lo stesso utilizzato dal serial
killer come siero della verità per far confessare i colpevoli. Ma quanti altri
segreti si nascondono dentro i confini del piccolo paese? Solo Micol ha l'innata
capacità di scoprirli, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Di loro
è stato detto che se ne sono andate, che sono impazzite e che sono fuggite o
che sono scappate con un altro uomo. Ma in pochi hanno creduto a questi
depistaggi.
Erano
madri, prima di tutto. Le madri non abbandonano i propri figli.
E non
potranno mai essere vendicate in nessun modo, perché è stato tolto loro
irreparabilmente ciò che di più prezioso avevano: il tempo con i loro figli.
Il romanzo ha inizio con una serie di
delitti, tutti uomini e tutti sposati a donne scomparse. Sono loro le spose sepolte.
Donne normali, madri di famiglia che non
sono mai state ritrovate, donne sparite da un giorno all’altro senza lasciare
traccia i cui mariti, sospettati della loro scomparsa, sono stati assolti per
mancanza di prove.
Forse qualcuno vuole vendicare queste madri
a cui è stata rubata la vita e il tempo.
Un killer che agisce secondo uno schema
preciso: droga i colpevoli con un farmaco di nuova generazione che induce le persona
a dire la verità, arriva laconfessione, la morte e il successivo ritrovamento dei resti di una delle spose.
I delitti si susseguono, vendicativi e
feroci e l’ispettrice Micol Medici si ritrova a dare la caccia a questo
tremendo angelo della morte.
Le ricerche la conducono a Monterocca, una
“città di donne”, un paradiso in cui il femminile ha preso il sopravvento e le
più importanti cariche vengono rivestite da donne.
Un microcosmo dove l’uguaglianza tra i
sessi e il merito hanno vinto su tutto, una cittadina nascosta nell’Appennino
emiliano dove regna il rispetto per le donne, la natura e l’ambiente.
Qui è stato fondato il Centro Studi Rita, un’azienda innovativa che produce proprio il
farmaco utilizzato dal killer per le sue esecuzioni.
Micol capirà ben presto che Monterocca
nasconde numerosi segreti, la realtà non è quello che sembra e il piccolo
paradiso potrebbe non essere tale.
Non voglio aggiungere altro per non
svelarvi più del necessario.
Questo
romanzo mi ha inquietata moltissimo, la tematica che viene trattata è
estremamente delicata e attuale: il femminicidio!
Come
si può non sentirsi coinvolti mentre si leggono certe frasi, il cuore si contrae
di fronte a tanto dolore e a tanta ingiustizia.
Per rendere ancora più intensa la lettura
l’autrice adotta la struttura della doppia narrazione: da un lato c’è
l’ispettrice Micol che indaga sui delitti e, dall’altro, ci tuffiamo nel
passato di una bimba di soli cinque anni, figlia di una delle spose sepolte.
Questa
seconda narrazione è veramente intensa, attraverso gli occhi della piccola, che
pian piano diventa donna, conosciamo la perdita e l’orrore che è costretta a
vivere.
Sono
pagine forti che colpiscono al cuore, drammatiche e potenti, nel corso della
loro lettura ho provato rabbia, commozione e sgomento.
Lo
ammetto ho fatto fatica, è stata dura leggere le righe in corsivo che
lasciavano solchi profondi nella mia mente e, nonostante abbia concluso il
romanzo in pochi giorni, vi assicuro che spesso ho dovuto chiudere il libro,
riprendere fiato e lasciare che il momento passasse.
I due filoni narrativi procedono spediti
verso la fine, il ritmo è incalzante e le due storie s’intrecciano e s’intersecano
creando un finale che sconvolge e lascia senza parole.
Siamo
davanti a un thriller ben congegnato ma che, a mio parere, presenta qualche
piccolo difetto,
stiamo parlando di sciocchezze rispetto alla trama e alla storia, un esempio è
l’idea di questo paese governato da donne in cui gli uomini sono figure
sbiadite sullo sfondo, personalmente mi è sembrato molto irreale o, il fatto
che l’ispettrice finisca sempre per arrivare al momento giusto e incappare in
persone coinvolte.
In
conclusione consiglio questa lettura perché, nonostante sia un libro che
eviterei senza remora, mi ha coinvolto ed emozionato.
Si
tratta di un vero e proprio manifesto contro la violenza alle donne, un libro
che da voce alle vittime perché molte sono le storie che assomigliano a fatti
di cronaca realmente avvenuti, una denuncia che prende forza e colpisce al
cuore; un romanzo che, fin dalle prime righe, è un immenso grido di dolore.
Valutazione
Conosci
l'autrice
Insegna lettere alle superiori. Si occupa
di saggistica e critica letteraria, collabora con Huffington Post, Thriller
Magazine ed ha ideato il blog letterario Libroguerriero, di cui è
caporedattrice. Autrice di diversi romanzi, nel 2009 ha pubblicato Repetita
(Perdisa Pop) e i volumi Mala Suerte (Elliot Edizioni, 2012), Fuego (Elliot
Edizioni 2011) e ¡Tú la pagarás!(Elliot Edizioni, 2010), che compongono la
"Trilogia della Guerrera" con protagonista Elisa Guerra,
soprannominata La Guerrera, salsera e lottatrice di capoeira, appassionata di
criminologia e spalla dell'ispettore Gabriele Basilica.
Sullo sfondo dei romanzi di Marilù Oliva
prevale un'ambientazione bolognese.
Nel 2014, sempre con Eliot ha dato alle
stampe Le sultane: abbandonando il personaggio della Guerrera (ma non
l'ambientazione bolognese), l'autrice ha composto un'opera che intreccia il
genere noir con quello della commedia, con protagoniste tre anziane donne.
Nel 2015 ha pubblicato Lo Zoo, romanzo che
tratta la storia di alcuni freak relegati in uno zoo salentino e dei loro
relativi carcerieri e, nel 2016, Questo libro non esiste, un noir ambientato a
Roma nel mondo editoriale e in quello astrofisico.
Sempre nel 2016 ha pubblicato con LiberAria
il suo primo romanzo per ragazzi, La Squola.
Ha curato la raccolta di racconti Nessuna
più, 40 scrittori contro il femminicidio (Elliot Edizioni, 2013) (con la
prefazione di Roberta Bruzzone), per cui ha scritto l'introduzione e il
racconto Io sono la chiesa (che narra del ritrovamento del cadavere di una
ragazza nel sottotetto di una chiesa, diciassette anni dopo la sua scomparsa) e
l'antologia Il mestiere più antico del mondo? (Elliot Edizioni, 2016), tra i
nomi degli autori risultano anche Dacia Maraini e Maurizio de Giovanni.
Entrambe le antologie sono patrocinate da Telefono Rosa.
Capisco le tue remore ma la tua recensione così precisa mi ha fatto venire voglia di leggerlo.
RispondiEliminaCiao Annalisa, è sicuramente un bellissimo libro quindi vai!
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