Buon
pomeriggio cari lettori e carissime amiche del Gruppo di Lettura, eccoci qui
con la seconda tappa dedicata alla trilogia di Rebel, più precisamente stiamo
leggendo Rebel. Il tradimento,
secondo capitolo della serie.
Vi
lascio qui sotto i dati del libro e vi ricordo che il gruppo è aperto a tutti
coloro che hanno piacere di condividere una lettura!
Rebel. Il
tradimento
Alwyn Hamilton
Giunti editore
448 pagine
Fantasy
Sono
passati pochi mesi da quando Amani, dall'infallibile mira, ha incontrato il
misterioso Jin ed è fuggita dal suo paesino nel deserto terribile e
meraviglioso del Miraji sul dorso di un buraqi, mitico destriero fatto di
sabbia e vento, in cerca della propria libertà. Ora sta invece combattendo per
liberare una nazione intera da un tiranno sanguinario che non ha esitato a
trucidare il padre pur di salire al trono. Amani si trova prigioniera
nell'epicentro stesso del potere, il palazzo del Sultano, ed è determinata a
rovesciarne il regime. Disperatamente concentrata nello sforzo di scoprire i
segreti di corte, cerca di dimenticare che Jin è scomparso proprio quando le
sembrava più vicino e di essere lei stessa pericolosamente in balia del nemico.
Ma con il passare del tempo Amani arriverà a chiedersi se davvero il Sultano
sia il tiranno che le è stato descritto e chi sia il vero traditore nei
confronti della sua terra così bruciata dal sole e piena di magia. Dimenticate
quello che pensavate del Miraji, della ribellione, dei Djinni, di Jin e del
Bandito dagli Occhi Blu. In ''Rebel. Il tradimento'' l'unica certezza è che
tutto cambierà. Un mondo di passioni intense, dove padri e figli sono pronti a
uccidersi a vicenda, ma dove anche l'amore è ardente come il deserto.
Attenzione
spoiler!!!
Cap.10
Amani
e Jin stanno fuggendo dopo l’imboscata avvenuta al rifugio, l’accampamento è
stato distrutto e ora non hanno un posto sicuro dove andare.
Amani
è sfinita e la spalla ferita le pulsa in modo incredibile.
Scesa
la notte decidono di accamparsi e di montare le tende, non sono al sicuro ma
devono riposare.
I
due giovani non sono riusciti a parlare e a riappacificarsi, Jin però capisce
che la spalla di Amani deve essere sistemata e, dopo un battibecco la convince,
a seguirlo in una delle tende.
Le
sistema la spalla slogata e, per distrarla dal dolore (così dice lui) la bacia
con trasporto andandosene poi, con un sorrisetto soddisfatto.
Ormai
a notte fonda, Amani decide di raggiungerlo per chiarire, non sa rimanere
lontana da lui ma è anche molto arrabbiata. Giunta davanti alla tenda del
ragazzo qualcuno la afferra per le spalle e le spinge un fazzoletto pieno di
droga davanti alla bocca. Amani sprofonda nell’oblio.
Cap.11
Amani
si risveglia in una piccola stanza, è stanca, frastornata e la nausea intensa
provocata dalla droga la indebolisce moltissimo. Usando i suoi poteri riesce a
rompere la catena che la imprigiona e, uscita dalla porta, segue la luce fino
ad arrivare sul ponte di una nave.
Intorno
a lei il mare si espande all’infinito, Amani non ha mai visto tanta acqua!
I
marinai e la zia la raggiungono, è stata lei a drogarla e rapirla, vuole
venderla al Sultano.
Cap.12
Amani
viene nuovamente drogate e quando si sveglia si trova in una camera lussuosa su
una specie di altare di marmo. Il suo corpo è ricoperto di bende, fa fatica a
muoversi, ha delle strane sensazioni e la
pelle le fa male.
In
qualche modo si alza e giunta alla finestra capisce di essere arrivata a Izman.
Decisa
a fuggire, rompe un vaso e utilizza un grosso pezzo di vetro come arma, la
porta di spalanca ma quando la guardia entra, la sorpresa e lo shock la
paralizzano: il soldato che la tiene prigioniera è il suo vecchio amico Tamid.
Nel
frattempo arrivano il Sultano e la zia (adorata!), la trattativa per la vendita
è ancora in corso, il Sultano esperto di Demdji vuole delle prove che, a causa
dell’incapacità di mentire dei Demdji, ottiene senza molti sforzi.
Poi
rivela ad Amani che, mentre dormiva, le hanno impiantato sotto la pelle tante
piccole piastre di ferro e bronzo, il primo le impedirà di usare i suoi poteri
e il secondo la condannerà all’obbedienza.
Cap.13
Ormai
prigioniera, Amani è costretta a fare tutto quello che le dice il Sultano, lui
la conduce in un oscuro sotterraneo, più precisamente in un ampia sala
cerimoniale, sul pavimento e sulle pareti ci sono ampi cerchi di ferro.
Molti
secoli prima i Sultani evocavano i Djinni per ricevere consiglio e aiuto, il
Djinni rimaneva imprigionato nei cerchi di ferro ma il sovrano lo liberava in
cambio di una proficua collaborazione.
Ma
per evocare un Djinni occorre un Demdji, il Sultano ordina così ad Amani di
evocare il suo vero padre.
Cap.14
Bahadur,
evocato da Amani, appare all’interno di uno dei cerchi di ferro.
Il
Sultano vuole che i suoi desideri vengano realizzati ma senza raggiri o doppi
fini, il Djinni ride di lui e così, il sovrano ordina ad Amani di prendere il
coltello e pugnalarsi all’addome, crede che al potente dio importi della figlia
ma non è così.
Per
fortuna il Sultano bleffava e la ragazza viene risparmiata.
Bahadur
rimane prigioniero.
Cap.15
Amani
viene condotta all’harem dove conosce per la prima volta le mogli del Sultim, l’erede
al trono e, il Sultim stesso: Kadir.
Il
primogenito del Sultano è arrogante e pieno di sé, rimane subito colpito da
Amani ma la serva che sta la preparando e lavando gli comunica che la nuova
arrivata non è per lui.
Kadir
si ritira indispettito ma, ormai, la gelosia inizia a serpeggiare fra le varie
mogli dell’harem.
Cap.16
Amani
è prigioniera all’interno dell’harem, il Sultano le ha dato degli ordini ben
precisi e lei, sotto il giogo dei metalli impiantati sotto la pelle, non può
ribellarsi.
Le
mogli di Kadir la temono e iniziano a farle dispetti e a minacciarla, finché
una sera le viene offerto un piatto di cibo condito con un peperoncino fortissimo,
le donne lo chiedono alla Beata Sultima per fuggire dall’harem.
Amani
capisce che la donna deve essere in grado di portare dentro e fuori dall’harem
tutto ciò che desidera, così decide di incontrarla.
Cap.17
Dopo
giorni di attesa Amani riesce a incontrare la Beata Sultima ai bagni e scopre,
con grande sorpresa, che si tratta dell’odiata cugina Shira.
La
ragazza è incinta del Sultim, l’unica che sia riuscita a dare un erede al
futuro sovrano, Shira ha così raggiunto un posto d’onore all’interno dell’harem.
In
un primo momento la cugina sembra propensa a tradire Amani ma quest’ultima, con
un lampo di genio, la minaccia di svelare che il bambino tanto atteso non è
veramente del Sultim.
Amani
ha indovinato e ora la cugina è costretta ad aiutarla ad inviare un messaggio
fuori dalle mura del palazzo, altrimenti la verità sul bambino, la porterebbe
dritta al patibolo.
Tante
cose! Sono accadute davvero moltissime cose!
Arrivata
a questo punto della storia devo ammettere che il libro è molto bello,
intricato e ricchissimo di colpi di scena.
Se l’apparizione di Shira mi ha irritata
quella di Tamid mi ha sconvolta, mi
aspettavo che prima o poi sarebbe apparso, non poteva essere semplicemente
morto sulla sabbia del deserto ma, così no!
Freddo,
privo di emozioni e crudele!
Immagino
che nel tempo Tamid abbia covato del rancore verso Amani ma addirittura
consigliare il Sultano di impiantarle del metallo sotto la pelle?
Non
so… magari poi cambia idea e la aiuta!
Ho avuto l’impressione che questo
secondo volume sia iniziato con un ondata di cattiveria incredibile: prima la
zia che, nonostante sappia quanto la madre amasse la figlia, la vende come se
fosse un qualsiasi animale, poi Tamid e infine l’adorata cuginetta.
Diciamo
che Amani non ha proprio una bella famiglia!
Da un lato trovo realistica questa
avversione, il deserto è un luogo terribile dove vince il più forte e la cosa
più importante è sopravvivere ma, dall’altra non mi piace molto perché è
assurdo che una persona non abbia nemmeno un amico o parente che la aiuti.
Amani
è sola, le uniche persone che le vogliono bene sono Jin e Shazad che conosce da
pochi mesi.
Voi
cosa ne pensate?
Ora
non vedo l’ora di proseguire e di scoprire come farà Amani a tornare libera,
riuscirà a togliersi quelle orrende placche da sotto la pelle?
Sono rimasta a bocca aperta e sconvolta da questa tappa, ma anche profondamente arrabbiata! Il sultano vabbe, che faccia il calmo però mi urta perché non è un santo. Shira posso tollerare che sia tornata in scena,il rancore di Tamid mi pare però eccessivo. Cosa poteva fare Amani? Farsi ammazzare con lui? Spero proprio che la aiuti! Ma la zia... venderla ... vuole proprio morire dannata! Che il fato le riservi una brutta sorte.
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo! La zia merita una fine atroce e Tamid mi ha lasciata senza parole...
EliminaSempre meglio, io sto adorando questa serie
RispondiEliminaCapitoli ricchissimi di sorprese e di avvenimenti, soffro a vedere Amani costretta così e ad affrontare tutto questo da sola, non so proprio come potrà uscire da questa situazione! Shira la comprendo, anche lei per scappare dal deserto ha fatto ciò che riteneva giusto, non lo condivido ma lo capisco. Tamid un po'meno però ancora non abbiamo assistito ad un confronto tra i due. Vedremo!
RispondiEliminaSono rimasta stupita da Tamid e Shira, la zia cattiva spero soffra e molto. La cattiverie è tanta ma a me non disturba, anzi. Però mi dispiace per Amani
RispondiEliminaHo grosse speranze su Tamid: hanno bisogno di confrontarsi ed io attenderò quel momento! La zia è veramente pessima, la cugina,come ha detto Alessia Sideri,è anch’essa una sopravvissuta al deserto.
RispondiEliminaRispetto ai primi capitoli, questi mi sono piaciuti tantissimo! Peccato che Amani non possa fare del male a nessuno perché vorrei tanto facesse una strage XD e comunque è triste che nessuno possa aiutarla. Capisco la zia con la quale non aveva un rapporto, ma la cugina? È davvero così senza cuore? Bah. Per quanto riguarda Tamid spero solo che ci sia una spiegazione ..
RispondiEliminaAnche io ho preferito questi capitoli ai primi. Sono ricchi e fanno davvero male però sino affascinanti. Io il ritorno di tamid non me lo aspettavo anche se credo prima o poi si ravvedi.
RispondiEliminaCapitoli ricchi di tensione e avvenimenti interessanti: per fortuna la storia sta prendendo il volo, perché avevo apprezzato poco i primi capitoli
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