12 settembre 2019

"Le figlie del guardiano del faro" di Jean E. Pendziwol


Titolo: Le figlie del guardiano del faro § Autrice: Jean E. Pendziwol § Pagine: 304
Casa editrice: Garzanti § Genere: Narrativa contemporanea

In lontananza risuonano gli strilli dei gabbiani e lo sciabordio delle onde. Elizabeth ha sempre vissuto vicino al mare e quell’immensa distesa, per lei, è piena di ricordi. Ora che è anziana, però, le immagini sono sempre più lontane, confuse e indefinite. Come il tempo che trascorre in casa di riposo. Per fortuna c’è la giovane Morgan che, a volte, passa le giornate con lei. Anche se sono solo due estranee, quando stanno insieme Elizabeth riscopre un sorriso che credeva perduto. Fino al giorno in cui Morgan vede i disegni che Elizabeth custodisce con cura sin da quando era bambina. Sono delle libellule dalle grandi ali colorate che volano leggere. La ragazza sa chi le ha disegnate, sa di chi è quello stile inconfondibile. Appartiene all’uomo che l’ha cresciuta. Lo stesso che anche Elizabeth ha incontrato anni prima. E infatti le basta sentire il suo nome perché i ricordi riprendano a sgorgare inarrestabili. Le sembra di essere di nuovo nel faro di cui il padre era il guardiano. Con lei, come sempre, c’è la sorella gemella Emily. La fragile e timida Emily. Il passato riaffiora vivido in ogni particolare e, con lui, tutti i misteri rimasti irrisolti, tutte le domande che non hanno mai avuto risposta. Forse Morgan potrebbe averle. Forse i loro destini sono legati, come mai avrebbero immaginato. Ma a volte è meglio che i segreti rimangano sepolti nel passato. Perché hanno ancora molto da dire. Hanno una lunga eco che sembra non finire mai. Come il volo di una libellula.

Morgan è una ragazzina di diciassette anni ribelle e insofferente, orfana di genitori, è vissuta per dieci anni in compagnia del nonno materno, un uomo buono che le ha tramandato l’amore per la musica e l’arte di suonare il violino.
Purtroppo, il nonno viene a mancare e la piccola è costretta a vagare da una casa famiglia all’altra, piena di risentimento per la vita, finisce in compagnie sbagliate che la mettono nei guai.
Infatti, per farsi accettare dal gruppo disegna sulla staccionata di una casa di riposo delle libellule in volo, così simili ai dipinti che il nonno le aveva regalato e che lei nasconde nella custodia del suo violino, purtroppo, Morgan viene colta sul fatto e si ritrova a dover pulire la staccionata e a fare del lavoro socialmente utile proprio nella casa di cura.
Il destino sa come intrecciare tutti i fili che dal passato giungono fino ai giorni nostri e, Morgan, senza rendersene conto verrà attirata inevitabilmente verso Elizabeth. 
La ragazza, infatti, si ritrova a fissare, sul comò dell’anziana signora, il disegno delle stesse libellule che lei custodisce gelosamente, come può quella donna avere quei dipinti?
Anche Elizabeth sente che c’è un richiamo tra loro, una sorta di collegamento magico e quindi, per tenere la ragazza vicino a sé, le chiede di leggerle dei vecchi diari appartenuti al padre.
Sono stati rinvenuti da poco e la donna spera di trovare tra quelle pagine un segreto relativo alla sua infanzia che la accompagna da tutta la vita.
Elizabeth era la figlia del guardiano del faro di Porphyry Island, un isoletta selvaggia nel lago Superiore del Canada, lì, con la madre, i fratelli e la sorella gemella, ha vissuto i primi vent’anni della sua vita.
Le due sorelle erano inseparabili, due fili intrecciati e uniti così strettamente da non poter essere divisi, un legame indissolubile, tanto più che Elizabeth si sente responsabile per Emily, così fragile e delicata, muta e persa nel suo mondo da sempre.

Perché io ero Elizabeth ed Emily, le gemelle,
le figlie del guardiano del faro.
È dura essere qualcos’altro.
È dura essere solo Elizabeth.


Emily. L’altra mia metà.
Mia sorella.
Le nostre vite e i nostri cuori e il nostro essere erano talmente attorcigliati
che l’una non avrebbe potuto esistere senza l’altra.
Emily era uno spirito, posseduta dal lago, sospesa fra due mondi, fragile e vulnerabile.
E così fui molto sorpresa quando scoprii che non era lei il fantasma, ma io.

Morgan aiuterà Elizabeth a risolvere il mistero nascosto nel suo passato e, facendolo, scoprirà finalmente se stessa.
Ho amato moltissimo questo romanzo che si è rivelato una lettura magica ed emozionante.
L’autrice, con la sua scrittura poetica ed evocativa, ha saputo condurmi nel passato di Elizabeth e farmi assaporare la bellezza di quei luoghi selvaggi.
Nata sulle sponde di Lake Superior, Elizabeth vive lì con la famiglia nel periodo tra le due grandi guerre, l’ambientazione è qualcosa di unico: un faro costruito su alte scogliere che si affaccia sulle gelide acque di uno dei grandi laghi, circondato da foreste e da una natura che non da tregua.
Il lavoro del guardiano ci viene descritto con dovizia di dettagli, si tratta di un compito oneroso ma utile per la salvezza delle navi, infatti, in quegli anni era necessaria una manutenzione costante e la presenza di una persona che, con qualsiasi tempo, aiutasse i mercantili di passaggio.
Il lago, infatti, è pieno di insidie: onde alte come palazzi si abbattono su coste rocciose, nebbie che salgono all’improvviso conducendo le navi fuori rotta, tempeste di neve tremende e un inverno, così lungo e ostile, da far ghiacciare gli spruzzi delle onde.
Devo ammettere di avere un debole per questi luoghi, sogno da sempre di fare un viaggio in Canada o ancora più su in Alaska, la loro forza selvaggia, questa natura così dirompente mi attira da sempre.
C’è una bellezza incredibile che emerge dalle pagine e che prende vita attraverso i disegni di Emily, la gemella silenziosa vive in un mondo fatto di piccoli dettagli meravigliosi, il suo spirito è parte del lago, il suo richiamo riecheggia dentro di lei come le onde che si infrangono sulla riva.
Bellissima la descrizione del legame che unisce queste due sorelle, qualcosa di unico e
incredibile, una forza che le attira l’una verso l’altra, un sentire profondo di appartenenza.
L’autrice riesce a intessere una trama fitta di misteri, ricca di dettagli, colma di emozioni, di colori, di sapori, di odori, la nostra mente si riempie di immagini vivide ma, la bellezza di questo romanzo non sta solo in questo ma, anche, nell’esplorazione dell’animo umano, la Pendziwol, infatti, ci dona personaggi unici e pieni, imperfetti ma per questo così veri e così intensi.
Elizabeth e Morgan sono due donne alla ricerca di se stesse, due anime che si incontrano e sfiorandosi di riconoscono, una comprensione che va al di là di qualsiasi cosa, un sentire sottile che permette loro di srotolare la linea del passato e comprendere finalmente ciò che è accaduto.
L’animo umano è un dedalo di segreti e misteri, un lago silenzioso nel quale sprofondano ricordi che possono emergere dirompenti, travolgendo vite e intessendo nuovi legami, la scrittrice ci conduce in quelle profondità e ci lascia smarriti e meravigliati di fronte a tanta complessità e bellezza.
Una lettura che consiglio assolutamente, questa storia mi è rimasta nel cuore.

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