16 dicembre 2019

"Kill Creek" di Scott Thomas


Titolo: Kill Creek § Autore: Scott Thomas § Pagine: 512
Casa editrice: Rizzoli § Genere: Horror


In fondo a una strada sterrata, mezzo dimenticata nel cuore del Kansas, sorge la casa delle sorelle Finch. Per molti anni è rimasta vuota, abbandonata, soffocata dalle erbacce. Adesso la porta sta per essere riaperta. Ma qualcosa, o qualcuno, aspetta nel profondo delle sue ombre, e non vede l’ora di incontrare i suoi nuovi ospiti… Quando Sam McGarver, autore di best seller horror, viene invitato a trascorrere la notte di Halloween in una delle case infestate dai fantasmi più famosa del mondo, accetta con riluttanza. Se non altro, non sarà solo: con lui ci saranno altri tre acclamati maestri del macabro, scrittori che come lui hanno contribuito a tracciare la mappa moderna di quel genere letterario. Ma quella che inizia come una trovata pubblicitaria si trasformerà in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. L’entità che hanno risvegliato li segue, li tormenta, li minaccia, fino a farli diventare parte della sanguinosa eredità di Kill Creek.
Finalmente, è arrivato il momento di parlarvi di Kill Creek, uno dei libri peggiori letti quest’anno!
Un inizio con il botto! Direi!
Ma non posso farci nulla, questa lettura è stata una vera delusione sotto molti punti di vista.
Su una collinetta, al di là di un ponticello malandato, sorge l’inquieta Kill Creek, una dimora secolare sommersa dalle erbacce e avvolta da un cupo silenzio.
Kill Creek è stata scenario di molteplici tragedie, una su tutte quella dei suoi primi proprietari nonché costruttori: un uomo bianco e una schiava di colore che cercarono in lei un rifugio sicuro per il loro amore. Come ovvio che sia, la violenza e la discriminazione ebbero il sopravvento e per i due amanti fu la fine, la terra di Kill Creek si tinse del loro sangue e delle ombre, che quel fatto, fece calare su di lei. 
Le dicerie sulla casa aumentarono rimanendo così disabitata per molti anni, finché le sorelle Finch decisero di acquistarla e ristrutturarla per farne la loro dimora.
Anche la loro storia è piena di oscurità e mistero e, dopo la morte delle due donne, la casa acquisì
sempre di più la nomea di casa maledetta!
Ai giorni nostri, Sam è uno scrittore in crisi, ha pubblicato parecchi best seller horror ma ora non riesce più a scrivere, trascorre il suo tempo facendo il professore universitario e cercando di venire a patti con la sua vita che, a poco a poco, sta crollando.
Un giorno, però, riceve un invito molto particolare: trascorrere la notte di Halloween nella casa più terrificante d’America, qui sarà intervistato da uno dei maggiori esponenti web del genere horror (dal nome impronunciabile e descritto con un viso che sembra gomma, quindi ribattezzato da me “faccia di gomma”).
Sam accetta, in fin dei conti non ha nulla da perdere ma, arrivato sul posto scopre di non essere l’unico invitato, “faccia di gomma” ha riunito quattro scrittori horror che condurrà nella casa per un’intervista di gruppo.
Il libro inizia con un prologo molto interessante e suggestivo sulla storia di Kill Creek e poi passa a raccontarci la vita dei quattro futuri ospiti della casa: uno scrittore in crisi ansioso e paranoico, una scrittrice di horror erotici e violenti che è altrettanto aggressiva e volgare, un autore di libri per ragazzi fervente credente convinto di mandare messaggi positivi ai giovani attraverso i suoi romanzi e, lo scrittore horror più famoso d’America, una sorta di Stephen King vecchiotto!
Di ognuno ci vengono raccontati pensieri, paure e ricordi, pagine e pagine dedicate ai loro più reconditi timori, l’autore cerca di rimanere sul vago ma alla fin fine è tutto troppo evidente e ovvio.
Per me è stato fin troppo facile capire chi era il personaggio più debole e quello più forte, come era ovvio che poi la casa avrebbe usato queste paure contro di loro in un gioco psicologico crudele e logorante.
Ci sono delle cose che sono ovvie, tipo scene nelle quali i personaggi chiedono cosa c’è dietro quella porta e la risposta è: il seminterrato, non c’è nulla di importante la sotto, solo il generatore della corrente.
Vuoi scherzare?! Niente d’importante!
A voi non balena subito l’idea che qualcosa nel generatore andrà storto e qualcuno dovrà scendere nell’oscurità della cantina?
Stessa cosa per l’ascensore arrugginito o per il pozzo.
Tutte scene preannunciate, citofonate, ovvie!
Le scene di paura, o che dovrebbero essere di paura, sono così scontate che, nonostante lo scrittore le renda abbastanza vivide, non spaventano!
Sai già cosa sta succedendo, cosa userà la casa per terrorizzare il malcapitato.
Manca la sorpresa, l’ansia, la tensione provocata dal non sapere cosa aspettarti, manca quella sensazione di inquietudine come se qualcuno ti stesse osservando, il brivido giù per la schiena e, ovviamente, se mancano questi elementi non è un horror!
Altra pecca del libro è il tentativo, mal riuscito, di amalgamare elementi provenienti da libri ben più famosi e spaventosi, uno fra tutti Hill House.
Per non parlare poi dello stile dell’autore, a tratti molto scattante e asciutto e poi pensante, ridondante e pieno di similitudini macabre che, alla lunga, stancano, vi lascio qui qualche esempio.

Nel cielo finora coperto le nuvole si erano dissolte, mostrando l’azzurro sottostante, come un ginocchio scorticato mostrerebbe il rosso della carne viva.

I mucchi di foglie morte disegnavano strane forme umane, e davano al letto del torrente l’aspetto di un antico terreno di sepoltura.
                                                                             
Gli alberi bloccavano qualunque traccia di cielo azzurro, con i rami cespugliosi intrecciati sopra la strada come le mani di uno strangolatore.

Potrei farvi un elenco infinito di cose che non mi sono piaciute come i personaggi troppo stereotipati e quindi assolutamente prevedibili, oppure la scelta di un finale semi aperto ma così ovvio che avevo già capito come sarebbe andata molte, molte, molte pagine prima, per non parlare poi di alcune cose che non mi hanno convinta, elementi che secondo me erano contradditori e quindi, a mio parere, non corretti, sbagliati! (Non ve li posso dire o farei spoiler ma se mi contatterete in privato su Ig sarò ben felice di parlarne.)
Come avrete capito, questo libro non mi è piaciuto, l’ho travato scontato, lento, noioso e prolisso, avrei voluto meno pagine e meno sproloqui, ho concluso la lettura solo per vedere se le mie supposizioni si sarebbero avverate ma ho fatto talmente tanta fatica da rischiare di incappare nel blocco del lettore.
Di storie sulle case infestate o maledette, in letteratura, ce ne sono molte e credo di aver letto quasi tutto quello che è stato portato in Italia (purtroppo troppo poco), forse a causa di questa mia passione per il genere e per la tematica, avevo delle aspettative piuttosto alte che non sono state soddisfatte.
Non so… Brutto! Non trovo altra parola per descriverlo! Purtroppo.

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