Buongiorno carissimi, dopo molto tempo vi
propongo una recensione.
Purtroppo questa, non è stata una settimana
facile, nel weekend ho preso l’influenza e sono rimasta a letto per due giorni
incapace di intendere e di volere. Ovviamente i miei piani sono falliti
miseramente, avevo previsto di finire il libro della Parenti molto prima e di
fare la recensione di questo proprio tra sabato e domenica.
Quindi eccomi qui, in super ritardo!
Il libro di oggi è Le Assaggiatrici di Rossella Postorino, un romanzo che ho letto
grazie alla challenge a cui sto partecipando.
Titolo: Le Assaggiatrici §
Autrice: Rossella Postorino § Pagine: 288
Casa editrice: Feltrinelli §
Genere: Storico
La prima volta in cui Rosa Sauer entra
nella stanza in cui dovrà consumare i suoi prossimi pasti è affamata. “Da anni
avevamo fame e paura,” dice. Siamo nell’autunno del 1943, a Gross-Partsch, un
villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler. Ha
ventisei anni, Rosa, ed è arrivata da Berlino una settimana prima, ospite dei
genitori di suo marito Gregor, che combatte sul fronte russo. Le SS posano
sotto ai suoi occhi un piatto squisito: “mangiate” dicono, e la fame ha la
meglio sulla paura, la paura stessa diventa fame. Dopo aver terminato il pasto,
però, lei e le altre assaggiatrici devono restare per un’ora sotto osservazione
in caserma, cavie di cui le ss studiano le reazioni per accertarsi che il cibo
da servire a Hitler non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso di quella mensa
forzata, sotto lo sguardo vigile dei loro carcerieri, fra le dieci giovani
donne si allacciano, con lo scorrere dei mesi, alleanze, patti segreti e
amicizie. Nel gruppo Rosa è subito la straniera, la “berlinese”: è difficile
ottenere benevolenza, tuttavia lei si sorprende a cercarla, ad averne bisogno.
Soprattutto con Elfriede, la ragazza più misteriosa e ostile, la più
carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva un nuovo
comandante, Albert Ziegler. Severo e ingiusto, instaura sin dal primo giorno un
clima di terrore, eppure – mentre su tutti, come una sorta di divinità che non
compare mai, incombe il Führer – fra lui e Rosa si crea un legame speciale,
inaudito.
Ogni anno, a Gennaio leggo un libro per la
Giornata Internazionale della Memoria, uno solo, non di più perché i romanzi
dedicati a questo periodo storico mi riempiono di tristezza.
Per me è una grande eccezione aver letto un
altro libro sull’argomento ma, sono contenta di averlo fatto perché mi ha
permesso di conoscere una realtà che non sapevo esistesse.
Le
Assaggiatrici
parla di Rosa Sauer, personaggio ispirato alla vita di Margot Wölk, una donna
che, contro la sua volontà, viene pagata per mangiare il cibo del Führer.
Una sorta di cavia che deve assolutamente impedire l’avvelenamento di Hitler,
assaggiando il suo cibo ed eventualmente morendo al posto suo.
Una sorta di cavia che deve assolutamente impedire l’avvelenamento di Hitler,
assaggiando il suo cibo ed eventualmente morendo al posto suo.
Rosa, da poco fuggita ai bombardamenti di
Berlino, trova rifugio a Gross-Partsh dai suoceri, un villaggio di campagna
vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale dove Hitler si nasconde. Qui,
spera di trovare un po’ di pace ma verrà selezionata e obbligata a diventare un
assaggiatrice.
La donna non può scegliere, è in balia
degli eventi e vive un dramma interiore fortissimo, divisa tra il desiderio di
poter mangiare cibi prelibati in un momento dove il cibo scarseggia e l’immensa
paura di una morte subdola e crudele.
Quando
il tempo opaco e smisurato della nostra digestione fece rientrare l'allarme, le
guardie svegliarono Leni e ci misero in fila verso il pulmino che ci avrebbe
riportate a casa. Il mio stomaco non ribolliva più: si era lasciato occupare.
Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi
circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame.
Rosa non è l’unica, dieci sono le donne
scelte, un gruppo che non si consolida
mai veramente perché sono troppi di dolori e i segreti che serpeggiano silenziosi, infatti, le rivalità, il desiderio di prevalere e le differenze saranno un ostacolo all’amicizia vera.
mai veramente perché sono troppi di dolori e i segreti che serpeggiano silenziosi, infatti, le rivalità, il desiderio di prevalere e le differenze saranno un ostacolo all’amicizia vera.
Tra di loro alcune si sentiranno onorate: proteggono
Hitler ma, la maggior parte, lo vivranno come un obbligo, non è possibile rifiutarsi
di mangiare.
Donne, cittadine tedesche, guardate a vista
dalle SS che diventeranno ancora più spietate con l’arrivo del tenente Ziegler,
un regime di terrore e poi, se qualcosa va storto si chiude la porta e si
guarda chi muore.
Vi
avviso: questo non è un romanzo felice!
Rosa sprofonderà negli abissi della
depressione, scoprirà l’attrazione morbosa per il male e sopravvivrà,
adattandosi a mille circostanze in un crescendo di ansia e sofferenza.
Perché,
da tempo, mi ritrovavo in posti in cui non volevo stare, e accondiscendevo, e
non mi ribellavo, e continuavo a sopravvivere ogni volta che qualcuno mi veniva
portato via? La capacità di adattamento è la maggiore risorsa degli essere
umani, ma più mi adattavo e meno mi sentivo umana.
Il
prezzo per la sopravvivenza però, è troppo alto e la vita dopo la guerra non sarà
più la stessa.
La storia di una Germania combattuta, quella
di un popolo che ha lottato per un ideale senza guardare in faccia nessuno ma
che, alla fine, dopo aver visto le
case bruciare e i famigliari morire, si rende conto della terribile realtà che li circonda.
case bruciare e i famigliari morire, si rende conto della terribile realtà che li circonda.
L’autrice
è maestra nel dar voce ai vari personaggi, alle loro vite, alle loro opinioni,
rimanendo sempre in bilico tra bene e male, sul filo del rasoio.
Cosa si può accettare per sopravvivere?
Cosa ci rende esseri umani?
Una
lotta interiore che divora Rosa lasciandola senza fiato, schiava delle
pulsioni, dei desideri e dei ricordi.
Nemmeno
nel finale c’è un po’ speranza, si abbatte sul lettore e lo lascia tramortito,
confuso ma, la Postorino è terribilmente realista: non si può guarire da ferite
così profonde!
Un
libro intenso e potente, una lettura difficile che rimarrà nella mia memoria
per sempre.
Pochi
romanzi sanno essere così incisivi, si infilano sotto pelle e non ci lasciano
più.
Valutazione
CONOSCI L'AUTRICE
Rosella Postorino ha esordito con il
racconto In una capsula, incluso nell'antologia Ragazze che dovresti conoscere
(Einaudi Stile Libero 2004). Ha pubblicato i romanzi La stanza di sopra (Neri
Pozza 2007, selezione Premio Strega, Premio Rapallo Carige Opera Prima),
L'estate che perdemmo Dio (Einaudi Stile Libero 2009, Premio Benedetto Croce e
Premio speciale della giuria Cesare De Lollis), la pièce teatrale Tu (non) sei
il tuo lavoro (in Working for Paradise, Bompiani 2009), Il mare in salita
(Laterza 2011) e Il corpo docile (Einaudi Stile Libero, 2013). È fra gli autori
di Undici per la Liguria (Einaudi, 2015).
È nel mio Kindle da tempo, ma non ho il coraggio di leggerlo. Forse lo farò per la Giornata della Memoria dell'anno prossimo.
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