17 maggio 2020

[Blogtour] “La ballata dell’usignolo e del serpente”-Il Messaggio


Buongiorno cari lettori, quella che vi propongo oggi è la seconda tappa di un Blog tour sensazionale, ovvero quello dedicato a “La ballata dell’usignolo e del serpente”, prequel super atteso della trilogia di Hunger Games!
Ebbene sì! Avete capito bene!
Suzanne Collins ci riporta a Panem ma sessantaquattro anni prima degli aventi che hanno avuto protagonista la nostra amata Katniss, qui, infatti, il personaggio che ci accompagna è, niente meno che, Coriolanus Snow.
V’invito a seguire tutte le tappe di questo mitico blog tour per scoprire molti segreti e approfondimenti sulla serie e su questo attesissimo romanzo.


Nella tappa di oggi vi parlo del “Massaggio” che la Collins ha voluto lanciare con questa trilogia.
Se avete letto la serie saprete che non si tratta di una storia di puro intrattenimento ma di un distopico crudo, duro che fa riflettere su molti aspetti di grande attualità.
L’autrice stessa in un’intervista ha detto: “Il mio intento è far riflettere i lettori su quali aspetti della storia riconoscano e abbiano a che fare con la loro stessa vita. Se trovano questi aspetti inquietanti, spero che si chiedano cosa fare per cambiarli.”.
Andando con ordine cercherò di analizzarli per voi.

LIBERTÁ
Questo è sicuramente uno dei temi principali della trilogia, quello più facile da individuare e ricco di sfumature.
In ogni distopico che si rispetti c’è un sistema politico dittatoriale che schiaccia e demolisce la popolazione, Panem, infatti, è suddivisa in 12 distretti che lavorano per sostenere Capitol City.
Secondo il governo i distretti vivono senza problemi e collaborano al sostentamento dell’intero sistema, in realtà non è così!
Settantaquattro anni prima una ribellione ha portato alla distruzione del distretto 13 e alla spietata invenzione degli “Hunger games”, uno spettacolo macabro nel quale ventiquattro ragazzi, due per
ogni distretto, si sfidano fino alla morte.
Il vincitore sarà coperto di gloria e ricchezze a dimostrazione che Capitol City è giusta e buona!
La mancanza di libertà è lampante, vivere nei distretti significa vivere senza un futuro nella paura costante di amare, di creare una famiglia, di avere dei figli che poi potrebbero morire nel gioco perverso e crudele degli Hunger Games, è una vita di sopravvivenza, di stenti, un andare alla deriva senza poter scegliere nulla!
Ma la mancanza di libertà è palese anche nel sistema sfarzoso e individualistico del mondo di Capitol City, gli abitanti sono così assuefatti da tutto e così in balia di ciò che gli è propinato da non avere emozioni, da non capire cosa sta accadendo realmente, sono pedine imbottite di lustrini, soldi, cibo e finzione!
Per non parlare dei vincitori dei giochi che dovrebbero vivere una vita di agi e ricchezze immersi in una felicità perfetta! Bugie!
Come dice Haymitch “Non ci sono vincitori, solo sopravvissuti”, perché chi esce dai giochi è pieno di orrore, sensi di colpa, paura, prigioniero per sempre di quello che è accaduto in quei pochi giorni tremendi, non dorme più, vive di incubi, si droga o beve per alleggerire un peso che non passa mai.
Possiamo quindi dire che questa trilogia è un inno alla libertà!
La libertà di vivere, di esprimersi, di scegliere, di amare, di immergersi nell’esistenza senza paura e orrore e Katniss diventa il simbolo reale e tangibile di questa volontà perché non si lascia manovrare, non perde il suo ardore e la sua umanità, sfida la paura con la sua rabbia.

MANIPOLAZIONE MEDIATICA
Altra tematica super importante è quella dei mezzi di comunicazione che, nella trilogia della Collins, vengono usati al solo scopo di controllare le masse.
Da un lato abbiamo il popolo che vede in diretta la morte dei propri figli, che non sa nulla di ciò che accade negli altri distretti, rimanendo nell’ignoranza e nella paura, prigionieri dell’angoscia di una qualche minaccia che potrebbe essere sempre dietro l’angolo.
Dall’altro lato c’è Capitol City che non conosce la realtà dei distretti e vive credendo che vada tutto bene, convinta che ci sia equità per tutti e che sia un onore partecipare ai mitici giochi della fame!
Si tratta di un meccanismo subdolo, un gioco sottile con cui il governo manipola i suoi cittadini riempiendo loro gli occhi di abiti sfarzosi, sfilate di moda, esaltazione nei confronti dei tributi e così facendo li distrae dalla realtà dei fatti, li anestetizza, diventano ovattati, vuoti.
Il tema è attualissimo e, in un primo momento, ha scatenato moltissime critiche, infatti, la Collins lancia un messaggio forte e chiaro riguardo alla gestione delle notizie e all’utilizzo dei mezzi di comunicazione per controllare le masse!
Ovviamente gli Hunger Games sono una situazione al limite, carica di violenza inaudita e crudeltà ma se ci soffermiamo un attimo a pensare ai nostri telegiornali ci accorgeremo che il salto non è poi così grande!
Nelle nostre televisioni passa morte, distruzione e violenza a tutte le ore del giorno, i notiziari sono veri e propri calderoni di disgrazie, dove omicidi e atti efferati vengono descritti con novizia di particolari, dove la morte perde il suo significato perché trovandosi al di là di uno schermo non ci sembra vera, la guerra, la fame e la disperazione sembrano uno dei tanti show televisivi.
Un sistema mediatico ideato per tenerci nella paura e per mostrarci solo ciò che i potenti desiderano farci vedere, per mantenerci all’oscuro di ciò che accade in alcune parti del mondo focalizzando tutta l’attenzione su altro, su notizie di grande presa ma meno pericolose.
Per non parlare della vita privata sbattuta davanti alle telecamere in continuazione, negli Hunger Games i giovani giocatori non hanno privacy, non hanno un momento senza che una telecamera sia puntata su di loro e lo stesso accade all’Isola dei Famosi o al Grande Fratello!
Tutto è consentito e non c’è più un limite.
Gli stessi ribelli utilizzano i mezzi mediatici per la loro propaganda, lo fanno mantenendo il distacco e la pomposità di Capitol City, costringendo Katniss a una recita patetica che mette in risalto tutta la falsità di un sistema fallato in principio basato esclusivamente sull’apparenza e non sul vero sentire.
Per fortuna, anche qui, interverrà Haymitch che metterà in chiaro che per fare una rivolta è necessario toccare il cuore della gente!

AMORE, AMICIZIA E LEALTÁ
In un contesto così spietato, violento e crudele, dove l’individualismo vince e ti porta alla salvezza ci si aspetterebbe una mancanza totale di quelli che chiamiamo sentimenti elevati, invece, la Collins ci dimostra che anche nelle situazioni più oscure può nascere luce e bellezza.
L’amore incondizionato di Katniss per la sorella, il suo gesto compassionevole e rispettoso nei confronti di Rue, la lealtà e la forza d’animo di Peeta, il risveglio di Effie, l’amicizia improvvisa e meravigliosa tra Katniss e Cinna, sono momenti di grande coinvolgimento psicologico, donano speranza nel lettore, fiducia in un’umanità nuova, sono veri e propri fari che illuminano anche la tempesta più buia.
I nostri protagonisti crescono e si nobilitano, provano sentimenti puri, sono umani, sono veri, commoventi.
La Collins è stata bravissima a lanciare questo messaggio che, proprio a causa del contesto cupo e crudele dei distretti, macabro e violento dell’arena, frivolo e falso della capitale, salta
inaspettatamente agli occhi e riempie il cuore del lettore che non può non emozionarsi.

RESTA FEDELE A TE STESSO
Questo messaggio arriva forte e chiaro quando Peeta, la notte prima dell’inizio dei Giochi della Memoria, dice a Katniss di non voler perdere se stesso, di voler dimostrare a Capitol City che non è una loro pedina e che se proprio deve morire, vuole morire con dignità!
Qui si sposta il focus su un tema molto importante: la fedeltà e la coerenza verso se stessi!
La Collins ci esorta a non lasciarci trascinare da ciò che ci circonda ma a rimanere presenti a noi, alla nostra anima, consapevoli che possiamo scegliere in ogni momento della vita ciò che vogliamo essere!
Peeta è il fulcro pulsante di questa possibilità che trasmette a Katniss proprio con quella frase, con quell’ammissione, quel dire tra le righe che i giochi della fame sono una sciocchezza in confronto alla perdita del proprio “io”, al diventare una pedina, un mostro, una creatura grottesca di Capitol City.
E, per un crudele gioco del destino, sarà proprio ciò che Snow cercherà di fare con il mio amato Peeta, privarlo dell’essenza, dell’amore potente per Katniss, della sua bontà, della sua vera natura.
Un messaggio forte e di grandissima importanza per i giovani lettori che, nel corso dell’adolescenza, si fanno trascinare dalle mode e dalle compagnie annullando la loro vera natura per rimanere nel gruppo, per essere accettati e non sentirsi esclusi!

Arrivati a questo punto credo di aver elaborato i quattro messaggi principali che, a mio parere, la Collins ci ha voluto trasmettere.
Ci sarebbe ancora molto di cui parlare, per esempio altri due messaggi importanti sono: combatti per ciò in cui credi ma soprattutto combatti per coloro che ami e, il divario esasperato tra la ricchezza della capitale e la povertà dei distretti palese nella nostra realtà in cui, c’è una divisione netta tra la ricchezza e la sazietà dei paesi forti e la povertà e la fame dei paesi sottosviluppati.
Ho preferito comunque concludere qui perché avrei potuto tenervi in mia compagnia per altre sei ore, spero che questa analisi dei Messaggi della trilogia di Hunger Games vi sia piaciuta, mi raccomando! Non perdetevi le altre tappe di questo meraviglioso blogtour!

“Felici Hunger Games!
E possa la fortuna essere sempre al vostro servizio!”


9 commenti:

  1. Ciao! Sono pienamente d'accordo con te, soprattutto per quanto riguarda la libertà e la manipolazione mediatica. Anche la Ribellione, che all'inizio sembrava una giusta rivoluzione contro Capitol City, rischia di diventare un rimedio peggiore del male. Per me questa serie è stata spesso un "pugno al cuore"... infatti trovo difficile rivedere i film per intrattenimento, come spesso faccio per altre saghe. Credo che gli Hunger Games siano la rappresentazione letterale, dura e cruda, di tante dinamiche che, in modo metaforico, accadono già ampiamente nel nostro mondo… ed è per questo motivo, forse, che i libri sono così duri da digerire.

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  2. Hai affrontato in maniera meravigliosa questa tappa, complimenti Cristina ** E anch'io sono d'accordo con te, l'autrice è riuscita a rappresentare in maniera molto cruda una realtà che adesso sembra molto attuale.

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  3. Ciao, ho condiviso ogni tuo pensiero in questo articolo. L'autrice è stata davvero bravissima a racchiudere tanti messaggi da estrapolare nei vari volumi e tu sei stata grande a raccontarceli.... Ho adorato questa saga e anche i suoi film!!!

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  4. Che bell'analisi. Effettivamente tutte queste sfaccettature si percepiscono. In alcuni aspetti questa trilogia è anche un'analisi del mondo moderno. Complimenti!

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  5. Ciao! Bellissimo post, molto interessante,mi è piaciuto soprattutto il punto che tratta dell'amicizia. È stato il tema che più mi ha coinvolta in questa trilogia

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  6. Cristina hai scritto una tappa bellissima, grazie! Condivido il tuo pensiero

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  7. È incredibile l'abilità con cui l'autrice sia riuscita a creare una simile realtà, ricca di significati, messaggi e metafore

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  8. Ciao. Sono Silvia di Silvia tra le righe. Sono perfettamente d'accordo con te. Complimenti. A presto.

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