Buongiorno
cari lettori, quella che vi propongo oggi è la seconda tappa di un Blog tour
sensazionale, ovvero quello dedicato a “La ballata
dell’usignolo e del serpente”, prequel super atteso della trilogia
di Hunger Games!
Ebbene
sì! Avete capito bene!
Suzanne
Collins ci riporta a Panem ma sessantaquattro anni prima degli aventi che hanno
avuto protagonista la nostra amata Katniss, qui, infatti, il personaggio che ci
accompagna è, niente meno che, Coriolanus Snow.
V’invito
a seguire tutte le tappe di questo mitico blog tour per scoprire molti segreti
e approfondimenti sulla serie e su questo attesissimo romanzo.
Nella
tappa di oggi vi parlo del “Massaggio”
che la Collins ha voluto lanciare con questa trilogia.
Se
avete letto la serie saprete che non si tratta di una storia di puro
intrattenimento ma di un distopico crudo, duro che fa riflettere su molti
aspetti di grande attualità.
L’autrice
stessa in un’intervista ha detto: “Il mio
intento è far riflettere i lettori su quali aspetti della storia riconoscano e
abbiano a che fare con la loro stessa vita. Se trovano questi aspetti inquietanti,
spero che si chiedano cosa fare per cambiarli.”.
Andando
con ordine cercherò di analizzarli per voi.
LIBERTÁ
Questo è sicuramente uno dei temi
principali della trilogia, quello più facile da individuare e ricco di
sfumature.
In
ogni distopico che si rispetti c’è un sistema politico dittatoriale che
schiaccia e demolisce la popolazione, Panem, infatti, è suddivisa in 12
distretti che lavorano per sostenere Capitol City.
Secondo
il governo i distretti vivono senza problemi e collaborano al sostentamento
dell’intero sistema, in realtà non è così!
Settantaquattro
anni prima una ribellione ha portato alla distruzione del distretto 13 e alla
spietata invenzione degli “Hunger games”, uno spettacolo macabro nel quale
ventiquattro ragazzi, due per
ogni distretto, si sfidano fino alla morte.
ogni distretto, si sfidano fino alla morte.
Il
vincitore sarà coperto di gloria e ricchezze a dimostrazione che Capitol City è
giusta e buona!
La mancanza di libertà è lampante,
vivere nei distretti significa vivere senza un futuro nella paura
costante di amare, di creare una famiglia, di avere dei figli che poi
potrebbero morire nel gioco perverso e crudele degli Hunger Games, è una vita di sopravvivenza, di stenti, un andare
alla deriva senza poter scegliere nulla!
Ma la mancanza di libertà è palese anche
nel sistema sfarzoso e individualistico del mondo di Capitol City, gli abitanti sono così assuefatti da tutto e così in
balia di ciò che gli è propinato da non avere emozioni, da non capire cosa sta
accadendo realmente, sono pedine
imbottite di lustrini, soldi, cibo e finzione!
Per
non parlare dei vincitori dei giochi che dovrebbero vivere una vita di agi e
ricchezze immersi in una felicità perfetta! Bugie!
Come
dice Haymitch “Non ci sono vincitori,
solo sopravvissuti”, perché chi esce
dai giochi è pieno di orrore, sensi di colpa, paura, prigioniero per sempre di
quello che è accaduto in quei pochi giorni tremendi, non dorme più, vive di
incubi, si droga o beve per alleggerire un peso che non passa mai.
Possiamo quindi dire che questa trilogia
è un inno alla libertà!
La libertà di vivere, di esprimersi, di
scegliere, di amare, di immergersi nell’esistenza senza paura e orrore e Katniss diventa il simbolo reale e tangibile di
questa volontà perché non si lascia manovrare, non perde il suo ardore e la sua
umanità, sfida la paura con la sua rabbia.
MANIPOLAZIONE MEDIATICA
Altra tematica super importante è quella
dei mezzi di comunicazione che, nella trilogia della Collins, vengono
usati al solo scopo di controllare le masse.
Da
un lato abbiamo il popolo che vede in diretta la morte dei propri figli, che
non sa nulla di ciò che accade negli altri distretti, rimanendo nell’ignoranza e
nella paura, prigionieri dell’angoscia di una qualche minaccia che potrebbe
essere sempre dietro l’angolo.
Dall’altro
lato c’è Capitol City che non conosce la realtà dei distretti e vive credendo
che vada tutto bene, convinta che ci sia equità per tutti e che sia un onore
partecipare ai mitici giochi della fame!
Si tratta di un meccanismo subdolo, un
gioco sottile con cui il governo manipola i suoi cittadini riempiendo loro gli occhi di abiti sfarzosi, sfilate
di moda, esaltazione nei confronti dei tributi e così facendo li distrae dalla
realtà dei fatti, li anestetizza, diventano ovattati, vuoti.
Il tema è attualissimo e, in un primo
momento, ha scatenato moltissime critiche, infatti, la Collins lancia un
messaggio forte e chiaro riguardo alla gestione delle notizie e all’utilizzo
dei mezzi di comunicazione per controllare le masse!
Ovviamente
gli Hunger Games sono una situazione al limite, carica di violenza inaudita e
crudeltà ma se ci soffermiamo un attimo a pensare ai nostri telegiornali ci
accorgeremo che il salto non è poi così grande!
Nelle nostre televisioni passa morte,
distruzione e violenza a tutte le ore del giorno, i notiziari sono veri e propri calderoni di
disgrazie, dove omicidi e atti efferati vengono descritti con novizia di
particolari, dove la morte perde il suo significato perché trovandosi al di là
di uno schermo non ci sembra vera, la guerra, la fame e la disperazione
sembrano uno dei tanti show televisivi.
Un sistema mediatico ideato per tenerci
nella paura e per mostrarci solo ciò che i potenti desiderano farci vedere, per
mantenerci all’oscuro di ciò che accade in alcune parti del mondo focalizzando
tutta l’attenzione su altro, su notizie di grande presa ma meno pericolose.
Per
non parlare della vita privata sbattuta davanti alle telecamere in continuazione,
negli Hunger Games i giovani giocatori non hanno privacy, non hanno un momento
senza che una telecamera sia puntata su di loro e lo stesso accade all’Isola
dei Famosi o al Grande Fratello!
Tutto
è consentito e non c’è più un limite.
Gli
stessi ribelli utilizzano i mezzi mediatici per la loro propaganda, lo fanno
mantenendo il distacco e la pomposità di Capitol City, costringendo Katniss a
una recita patetica che mette in risalto tutta la falsità di un sistema fallato
in principio basato esclusivamente sull’apparenza e non sul vero sentire.
Per
fortuna, anche qui, interverrà Haymitch che metterà in chiaro che per fare una
rivolta è necessario toccare il cuore della gente!
AMORE, AMICIZIA E LEALTÁ
In
un contesto così spietato, violento e crudele, dove l’individualismo vince e ti
porta alla salvezza ci si aspetterebbe una mancanza totale di quelli che
chiamiamo sentimenti elevati, invece, la Collins ci dimostra che anche nelle situazioni più oscure può
nascere luce e bellezza.
L’amore
incondizionato di Katniss per la sorella, il suo gesto compassionevole e
rispettoso nei confronti di Rue, la lealtà e la forza d’animo di Peeta, il
risveglio di Effie, l’amicizia improvvisa e meravigliosa tra Katniss e Cinna, sono momenti di grande coinvolgimento psicologico,
donano speranza nel lettore, fiducia in un’umanità nuova, sono veri e propri
fari che illuminano anche la tempesta più buia.
I
nostri protagonisti crescono e si nobilitano, provano sentimenti puri, sono
umani, sono veri, commoventi.
La Collins è stata bravissima a lanciare
questo messaggio che, proprio a causa del contesto cupo e crudele dei
distretti, macabro e violento dell’arena, frivolo e falso della capitale, salta
inaspettatamente agli occhi e riempie il cuore del lettore che non può non emozionarsi.
inaspettatamente agli occhi e riempie il cuore del lettore che non può non emozionarsi.
RESTA FEDELE A TE STESSO
Questo
messaggio arriva forte e chiaro quando Peeta, la notte prima dell’inizio dei
Giochi della Memoria, dice a Katniss di non voler perdere se stesso, di voler
dimostrare a Capitol City che non è una loro pedina e che se proprio deve
morire, vuole morire con dignità!
Qui si sposta il focus su un tema molto
importante: la fedeltà e la coerenza verso se stessi!
La Collins ci esorta a non lasciarci
trascinare da ciò che ci circonda ma a rimanere presenti a noi, alla nostra
anima, consapevoli che possiamo scegliere in ogni momento della vita ciò che
vogliamo essere!
Peeta
è il fulcro pulsante di questa possibilità che trasmette a Katniss proprio con
quella frase, con quell’ammissione, quel dire tra le righe che i giochi della
fame sono una sciocchezza in confronto alla perdita del proprio “io”, al
diventare una pedina, un mostro, una creatura grottesca di Capitol City.
E,
per un crudele gioco del destino, sarà proprio ciò che Snow cercherà di fare
con il mio amato Peeta, privarlo dell’essenza, dell’amore potente per Katniss,
della sua bontà, della sua vera natura.
Un messaggio forte e di grandissima importanza
per i giovani lettori che, nel corso dell’adolescenza, si fanno trascinare dalle
mode e dalle compagnie annullando la loro vera natura per rimanere nel gruppo,
per essere accettati e non sentirsi esclusi!
Arrivati
a questo punto credo di aver elaborato i quattro messaggi principali che, a mio
parere, la Collins ci ha voluto trasmettere.
Ci
sarebbe ancora molto di cui parlare, per esempio altri due messaggi importanti
sono: combatti per ciò in cui credi ma
soprattutto combatti per coloro che ami e, il divario esasperato tra la
ricchezza della capitale e la povertà dei distretti palese nella nostra realtà
in cui, c’è una divisione netta tra la ricchezza e la sazietà dei paesi forti e
la povertà e la fame dei paesi sottosviluppati.
Ho
preferito comunque concludere qui perché avrei potuto tenervi in mia compagnia
per altre sei ore, spero che questa analisi dei Messaggi della trilogia di Hunger Games vi sia piaciuta, mi
raccomando! Non perdetevi le altre tappe di questo meraviglioso blogtour!
“Felici Hunger Games!
E possa la fortuna essere sempre al vostro servizio!”
Ciao! Sono pienamente d'accordo con te, soprattutto per quanto riguarda la libertà e la manipolazione mediatica. Anche la Ribellione, che all'inizio sembrava una giusta rivoluzione contro Capitol City, rischia di diventare un rimedio peggiore del male. Per me questa serie è stata spesso un "pugno al cuore"... infatti trovo difficile rivedere i film per intrattenimento, come spesso faccio per altre saghe. Credo che gli Hunger Games siano la rappresentazione letterale, dura e cruda, di tante dinamiche che, in modo metaforico, accadono già ampiamente nel nostro mondo… ed è per questo motivo, forse, che i libri sono così duri da digerire.
RispondiEliminaHai affrontato in maniera meravigliosa questa tappa, complimenti Cristina ** E anch'io sono d'accordo con te, l'autrice è riuscita a rappresentare in maniera molto cruda una realtà che adesso sembra molto attuale.
RispondiEliminaCiao, ho condiviso ogni tuo pensiero in questo articolo. L'autrice è stata davvero bravissima a racchiudere tanti messaggi da estrapolare nei vari volumi e tu sei stata grande a raccontarceli.... Ho adorato questa saga e anche i suoi film!!!
RispondiEliminaChe bell'analisi. Effettivamente tutte queste sfaccettature si percepiscono. In alcuni aspetti questa trilogia è anche un'analisi del mondo moderno. Complimenti!
RispondiEliminaCiao! Bellissimo post, molto interessante,mi è piaciuto soprattutto il punto che tratta dell'amicizia. È stato il tema che più mi ha coinvolta in questa trilogia
RispondiEliminaCristina hai scritto una tappa bellissima, grazie! Condivido il tuo pensiero
RispondiEliminaGrazie a tutte! *-*
RispondiEliminaÈ incredibile l'abilità con cui l'autrice sia riuscita a creare una simile realtà, ricca di significati, messaggi e metafore
RispondiEliminaCiao. Sono Silvia di Silvia tra le righe. Sono perfettamente d'accordo con te. Complimenti. A presto.
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