19 maggio 2020

[Parliamo di film] “Il mistero del castello di Blackwood” e “Togo”


Il mistero del castello di Blackwood è l’adattamento cinematografico del libro di Sherley Jackson Abbiamo sempre vissuto nel castello, horror inquietante e raffinato.
Non avendo letto questo romanzo della Jackson posso basare la mia opinione esclusivamente sul film che, purtroppo, non mi è piaciuto.
In una cittadina ignota sulla cima di una collina sorge una grande dimora, il “castello”, lì vivono, insieme allo zio, le sorelle Blackwood: Merricat e Costance.
Fin dall’inizio è lampante come entrambe abbiano seri problemi psicologici, Costance è la perfezione fatta a persona, la classica donna curata e sorridente che si vede nelle locandine pubblicitarie degli anni ’50 ma, è fragile e non riesce a lasciare la casa, tutto la spaventa. 
Merricat, al contrario, è l’unica a lasciare la dimora per recarsi in paese ma è palesemente instabile, ossessionata da pericoli inesistenti e dedita alla protezione della sorella maggiore.
Le due donne vivono in una sorta di mondo sospeso, i genitori sono morti in un macabro incidente, avvelenati? Assassinati? Nessuno sa bene cosa sia successo!
L’equilibrio fino ad allora mantenuto, subisce uno scossone a causa dell’arrivo del cugino Charles, molto interessato a Costance e alle ricchezze della famiglia!
Il film è incentrato sulla psicologia delle due protagoniste entrambe tendono a voler preservare una routine che non deve, per nessun motivo, essere modificata, pena atroci sventure e terribili eventi.
Ma mentre Costance ingenua, alienata nel suo ruolo di donna perfetta, perennemente sorridente e amorevole, si lascia manipolare dal cugino con grande facilità; Merricat è ossessionata dal non volere interferenze maschile nel suo mondo, paranoica e maniacale in ogni suo gesto, anafettiva e asociale a livelli patologici, decisa a non voler crescere e a rimanere per sempre una bambina affidata alle dolci cure della sorella. 
Il film è un gioco di detti e non detti, un intreccio di follia e paura, dove le due sorelle appaiono come due pazze odiate dall’intera comunità che le teme e non le comprende.
Il finale lascia parecchio a desiderare, la storia è lenta e noiosa, poco chiara e priva di vere rivelazioni, i colpi di scena sono prevedibili e le due sorelle risultano poco credibili.
Una storia incentrata sulla psicologia dei protagonisti che restano prigionieri delle loro menti per tutta la durata del film, un incubo a occhi aperti in cui il passato si mescola al presente e dove il fantasma del padre morto aleggia come un monito continuo a non fidarsi degli uomini.

Togo è il classico film che amo guardare e riguardare, una storia che racconta il legame indissolubile tra un uomo e il suo cane, un’avventura che parla di coraggio e di forza interiore arricchita da un’ambientazione meravigliosa.
Che cosa ci posso fare se adoro tutti i film che ricalcano le orme di Zanna Bianca?
Nell’inverno del 1925, a Nome, in Alaska, un’epidemia di difterite ridusse in ginocchio la popolazione colpendo gran parte dei bambini, era necessario procurare il siero che li avrebbe curati ma, questo si trovava a mille kilometri di distanza e una tempesta di proporzioni epiche si stava per abbattere sulla zona.
Gli aerei non potevano partire e l’unico modo per salvare i bambini era inviare una squadra di cani da slitta, nessuno voleva affrontare il viaggio solo Leonhard Seppala decise di partire, a capitanare il suo gruppo era Togo.
Molti conoscono questa storia dove, però l’eroe fu un altro cane, Balto, che prese il merito dell’impresa nonostante avesse percorso solamente gli ultimi 50 kilometri.
Questo film restituisce luce e meriti a Togo, un cane speciale, cocciuto, coraggioso e dotato di un’intelligenza fuori dal comune.
Divertentissime sono le scene in cui Togo cucciolo mette alla prova la pazienza di Seppala, altrettanto toccanti sono i momenti del periglioso viaggio che i due compagni affrontano nella vastità della natura.
Il film è il racconto di un rapporto unico, speciale, infatti, Togo e Seppala sono un’anima sola, due cuori legati e inseparabili.
Ho amato tutto di questo film: la natura selvaggia e potente, il legame tra l’uomo e il suo migliore amico e la ricostruzione di un’impresa unica che rimarrà nella storia e nei nostri cuori per sempre.

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