7 marzo 2019

"Il diavolo nel cassetto" di Paolo Maurensig


Buongiorno lettori, oggi vi propongo una mini recensione per un libretto piccolo piccolo ma carico di grandi significati, una lettura che, seppur volendo, non sono riuscita a fare in breve tempo e parliamo di 114 pagine! Un numero che si legge in un paio d’ore senza troppi problemi.
Il libro in questione è Il diavolo nel cassetto di Paolo Maurensig, uno scrittore a me sconosciuto che, dopo una piccola ricerca, ho scoperto essere l’autore del libro che ha ispirato uno dei film più belli che abbia visto nello mia adolescenza: Canone inverso (se non l’avete visto, fatelo!).
Recupererò sicuramente anche questa lettura, dopo aver smaltito un po’ di libri che attendono sul mio comodino! 


Titolo: Il diavolo nel cassetto § Autore: Paolo Maurensig § Pagine: 114
Casa editrice: Einaudi § Genere: Narrativa moderna

Quando la pace dei boschi è percorsa da un fremito improvviso di rabbia silvestre, e di notte le volpi sembrano mettere sotto assedio il villaggio, forse bisognerebbe credere a una premonizione. In quel villaggio svizzero che vive da sempre in armonia, tutti e mille gli abitanti si sentono scrittori. Ma l'uomo che sta arrivando è il diavolo in persona. Le sue sembianze, neanche a dirlo, sono quelle di un editore. «Tutte le volte che si prende una penna in mano ci si accinge a officiare un rito per il quale andrebbero accese sempre due candele: una bianca e una nera». La letteratura è un affare molto serio per questo borgo svizzero stretto in una vallata quasi soffocata dalle montagne: si narra che Goethe di ritorno dall'Italia vi trascorse una notte per via di un guasto alla carrozza su cui stava viaggiando. Addirittura tre locande, a lui intitolate, si contendono il vanto di averlo ospitato. Inoltre, dal prete anzianissimo che redige le sue memorie alla ragazzina un po' sciocca autrice di filastrocche, passando per il borgomastro, tutti gli abitanti del paese si sentono scrittori e ambiscono a essere pubblicati. Spediscono romanzi per posta e per posta ricevono i rifiuti dagli editori. C'è poco da scommettere, quindi, sul talento di queste mille anime. Finché il diavolo fa il suo solenne ingresso in scena: «tutto nella sua persona pecca di eccesso, il suo riso è sgangherato, il gesto è teatrale, e la voce, la voce poi, dove sembra essere custodito il segreto del suo fascino, è rotonda, impostata, senza asperità, senza picchi, ma cela un sottofondo di sospiri e lamenti». Si professa grande editore e dice di voler aprire proprio lì una filiale della sua prestigiosa casa editrice. Chi non è disposto a un patto col diavolo pur di veder pubblicato il proprio romanzo? L'unico che sembra in grado di capire la pericolosità della situazione è padre Cornelius, mandato dalla diocesi in aiuto del vecchio parroco. Ma forse nasconde anche lui qualche ombra. Paolo Maurensig ci consegna un apologo letterario raffinatissimo e coinvolgente sul narcisismo e la vanagloria, ma anche sulla nostra sete inestinguibile di storie.
Un manoscritto anonimo arriva all’attenzione di un editore berlinese, al suo interno un giovane scrittore narra la storia, narratagli a sua volta, da un prete conosciuto in Svizzera durante un soggiorno di lavoro.
Inizia così questa fiaba al limite del reale, dark, delirante, a tratti, folle ma incredibilmente magnetica. 
Siamo in un piccolo paesino della Svizzera, qui, padre Cornelius arriva per aiutare il vecchio parroco nelle funzioni ecclesiastiche. Gli abitanti, però, sono schivi e chiusi, non vedono di buon grado gli stranieri e fanno fatica ad accettare i cambiamenti.
A poco a poco, Cornelius scoprirà che tutta la comunità è appassionata di letteratura, la gente del posto, infervorata dall’anima di Goethe, che sembra aver trascorso in quel borgo una notte mentre viaggiava di ritorno dall’Italia, si sente colpita dal grande genio dello scrittore.
Così, dopo un’attenta osservazione, il giovane prete si accorge di come tutti spediscano manoscritti alle grandi case editrici tedesche per essere pubblicati e, di come tutti i voluminosi pacchetti vengano rispediti al mittente con tanto di lettera di rifiuto.
Sarà proprio tra le strade di questo piccolo borgo di letterati che arriverà il diavolo in persona e, cosa potrebbe creare maggiore scompiglio, se non un editore interessato a eleggere e pubblicare il miglior manoscritto del paese?

A pensarci bene, qual è il grimaldello capace di forzare l’animo di un aspirante scrittore che le ha tentate tutte senza risultato? Bisogna fare leva sulla sua vanità, riconoscere in lui il genio incompreso, presentarsi come un taumaturgo capace di proporre rimedi, di ridare speranze, di ricostruire illusioni…e per un aspirante scrittore chi più di un editore compiacente possiede tutte queste qualità? Era proprio quello che ci voleva nel paese dei letterati: ci mancava solo un diavolo di editore che, venuto da chissà dove, penetrasse a Dichtersruhe come la volpe nel pollaio.

L’editore/diavolo si insinuerà con furbizia nella vita dei paesani, li esalterà con promesse di gloria, li metterà gli uni contro gli altri, instillerà, con grande sapienza, gelosia, rancore, vendetta e invidia nei loro cuori e porterà le loro menti sull’orlo della follia.
Unico testimone, impotente, padre Cornelius che, nonostante abbia capito perfettamente con chi ha a che fare, non riesce ad agire.
Il piano è diabolico e subdolo ma qualcosa cambierà le sorti dell’intera vicenda e tutto precipiterà nella follia e nella violenza.
Ora, in questo libretto, possiamo leggere molti messaggi ma il più evidente è senz’altro una critica acuta, tagliente e ironica alla valanga di presunti scrittori che invadono le case editrici con i loro numerosissimi manoscritti.
Siamo nell’epoca dove sembra che tutti possano scrivere, che tutti possano vedere pubblicato il loro libro e, mentre l’editoria non riesce più a smaltire i numerosi libri in arrivo, le librerie si riempiono di talmente tanti titoli che scovare la perla è sempre più difficile.

Più alto è il numero delle persone che si dedicano alla stessa attività creativa, tanto più questa decade.

Una storia dove il confine tra male e bene diventa labile, trasparente, lo stesso padre Cornelius, salvatore del gregge, nasconde un passato poco chiaro, il suo personaggio è ambiguo, complesso e drappeggiato da un’oscurità che lo rende umano ma allo stesso tempo inquietante.
Non sapremo mai la verità, tutto rimarrà sospeso ma una cosa è chiara: cosa siamo disposti a fare per ottenere merito? Per raggiungere la gloria?
Forse arriveremmo a scendere a patti con il diavolo in persona per vedere pubblicato il nostro capolavoro?
Chissà!
Un libro conturbante, magnetico e irriverente, una lettura che cattura fino all’ultima pagina!


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