Titolo:
La madre scomparsa
§ Autrice:
Emily Gunnis
§ Pagine:
312
Casa editrice:
Garzanti
§ Genere:
Giallo, mistery
Inghilterra, 1960. Rebecca Waterhouse ha solo tredici anni quando viene portata alla centra - le di polizia. Mentre un detective la interroga, lei, in silenzio, stropiccia con le mani la vesta - glia infangata e ripercorre quella terribile notte. Nella sua testa sente ancora l’eco delle grida del padre e nelle narici l’odore acre della polvere da sparo. Si ripromette di non parlare mai più del giorno in cui la sua vita è cambiata. Inghilterra, oggi. Quando Jessie Waterhouse scompare insieme alla figlia neonata, la sorella Iris salta sul primo treno per tornare nella tenuta di Seaview Cottage, dove è cresciuta. Sono passati anni dall’ultima volta. Lì, il tempo sembra non essere mai trascorso: è come se la vecchia casa in pietra fosse rimasta in - trappolata nella nebbia. O forse è Iris che non riesce a perdonare la madre Rebecca, che si è sempre dimostrata fredda e scostante con lei e Jessie. Ma per scoprire quello che è accaduto alla sorella e alla nipote è disposta persi - no a condividere lo stesso tetto con l’anziana donna. Quello che ancora non sa è che dietro la loro scomparsa potrebbe celarsi un segreto che Rebecca custodisce da anni. Perché il passato è una fragile ragnatela di ricordi e di azioni che si ripetono di generazione in gene - razione. Una trappola che si può evitare solo trovando il coraggio di parlare. Perché i segreti hanno potere solo quando non hanno voce.
Buongiorno lettori oggi parliamo di "La madre scomparsa" di Emily Gunnis un giallo psicologico che mi ha un po' deluso.
La storia si articola su tre piani temporali: 2014, 1960 e 1945.
Motore della vicenda è la fuga di Jessie dall'ospedale appena dopo il parto, in preda a un attacco di psicosi puerperale, scappa portando con sé la bambina perché convinta che le vogliano fare del male, purtroppo siamo in pieno inverno in Inghilterra e quindi il rischio di una tragedia è dietro l'angolo.
Nel 2014 troviamo 4 punti di vista diversi: Rebecca, la madre di Jessie, Harvey, il padre, Iris la sorella e un punto di vista sconosciuto. A questi bisogna aggiungere il pov di Rebecca nel 1960 e quello di Harriet, la madre di Rebecca e nonna di Jessie e Iris, nel 1945.
Ovviamente, sei punti di vista diversi che si muovono su tre piani temporali causano moltissima confusione se gestiti male! Inoltre, i punti di vista di Harvey e Rebecca nel 2014 sono quasi inutili ai fini della trama e quello di Rebecca ha degli ulteriori flashback rispetto alla data di sparizione di Jesse.
Risultato? Un gran casino!
La scrittura della Gunnis è fluida e veloce ma questo non riesce a migliorare la sensazione di caos che pervade il lettore mentre saltella tra passato e presente.
Ci sono interi capitoli dove non succede nulla, ad esempio tutti quelli di Harvey, o capitoli dove vengono ripetute le stesse informazioni più e più volte senza che ci sia un procedere della situazione. Ho avuto l'impressione che l'autrice abbia cercato di allungare il libro che avrebbe potuto benissimo avere molte meno pagine.
La scomparsa di Jessie è legata a un segreto nel passato di Rebecca, l'autrice da pochissimi indizi al lettore per più della metà del libro e poi ci svela tutto d'un botto la maggior parte della vicenda, così, su due piedi!
Quindi, nonostante nel finale ci siano nuove rivelazioni queste mi hanno poco entusiasmata ed erano abbastanza prevedibili.
Nel complesso il grande mistero del passato di Rebecca sarebbe potuto essere molto integrante se gestito meglio.
L'autrice dedica una parte cospicua del libro alla psicosi puerperale e alla salute mentale in generale, trovo che l'argomento sia stato trattato con la giusta delicatezza anche se poco approfondito, è sicuramente uno dei fulcri della storia ma viene utilizzato a solo scopo narrativo, non c'è una vera e propria riflessione nei confronti della salute mentale.
Ho apprezzato solo i capitoli di Harriet, il suo personaggio è il più limpido e incisivo, il mio preferito è l'unico che ho sentito vicino ma sono troppo pochi per cambiare il mio pensiero sul romanzo.
Una volta chiuso il libro mi sono resa conto di non aver empatizzato con i personaggi, il giallo di Jessie è gestito bene ma non mi ha coinvolto, il mistero di famiglia è molto più intrigante ma i mille punti di vista creano confusione e sviano continuamente dalla situazione.
In conclusione è un libro di intrattenimento che si legge velocemente che si dimentica altrettanto velocemente!
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