2 febbraio 2019

"Rosa Candida" di Audur Ava Ólafsdóttir


Buongiorno lettori, chi mi segue da un po’ sa che nel 2018 ho scoperto un’autrice che, nonostante mi lasci sempre un po’ perplessa, m’incanta ogni volta con le sue storie uniche e particolari, sto parlando di una scrittrice Islandese dal nome impronunciabile: Audur Ava Ólafsdóttir.
Dei suoi romanzi ho letto “Hotel Silence” e “Il rosso vivo del Rabarbaro”, entrambi molto belli e ricchi di quel sentire che appartiene a una terra lontana ed estremamente diversa dalla nostra.
Nelle opere di Audur Ava Ólafsdóttir si percepisce chiaramente che i libri nordici hanno una voce propria, una visione della vita diversa, pregna di quiete interiore,  con un ritmo più lento, più in sintonia con la natura, un sentire unico e un modo di riflettere a cui non siamo abituati.
Per questo motivi i romanzi dell’estremo Nord danno sensazioni strane, lasciano perplessi, sembrano assurdi o ammaliano e riempiono l’animo di leggerezza e serenità.
Personalmente li trovo bellissimi e anche questa volta ne sono rimasta incantata.


Titolo: Rosa Candida § Autrice: Audur Ava Ólafsdóttir § Pagine: 206
Casa editrice: Einaudi § Genere: Narrativa contemporanea, Narrativa nordica

Lobbi ha ventidue anni quando accetta di prendersi cura di un leggendario roseto in un monastero del Nord Europa. È stata la madre, morta da poco in un incidente d'auto, a trasmettergli l'amore per la natura, i fiori e l'arte di accudirli, il giardinaggio. Cosi Lobbi decide di lasciare l'Islanda, un anziano padre perso dietro al quaderno di ricette della moglie, e un fratello gemello autistico. Lascia anche qualcun altro: Flòra Sòl, la figlia di sette mesi avuta dopo una sola notte d'amore (anzi, precisa lui, "un quinto di notte") con Anna. Con sé Lobbi porta alcune piantine di una rara varietà di rose a otto petali, molto cara alla madre, la Rosa candida. Questi fiori saranno i silenziosi compagni di un viaggio avventuroso come solo i viaggi che ti cambiano la vita sanno essere. Ad accoglierlo al monastero c'è padre Thomas, un monaco cinefilo che con la sua saggezza e una sua personale "cine-terapia" saprà diradare le ombre dal cuore di Lobbi. Ma sarà soprattutto l'arrivo di Anna e Flòra Sòl in quell'angolo fatato di mondo a provocare i cambiamenti più profondi e imprevisti nell'animo del ragazzo. Perché, per la prima volta, Lobbi scopre in sé un desiderio nuovo, che non è solo amore per la figlia e attrazione per Anna: è il desiderio di una famiglia.

Lobbi è un ragazzo di ventidue anni in fuga dalla vita: la madre è morta da poco e la sofferenza per la sua perdita alleggia ancora tra le mura di casa, il padre vecchio e ansioso lo assilla nel tentativo di costringerlo a iscriversi all’università, il fratello autistico vive nel suo mondo e cerca in qualche modo di ritrovare un equilibrio e poi c’è Flòra Sòl, una bimba di sette mesi, nata da una sola notte d’amore con Anna, una figlia non programmata, una responsabilità che Lobbi non sa come affrontare.
Meglio scappare, lasciarsi tutto alle spalle e sperare che la vita metta in ordine i pezzi del puzzle che, come per un colpo di vento, si sono rovesciati e sparsi qua e là.
Lobbi parte per un viaggio in Nord Europa, ha preso accordi con l’abate di un monastero in cui è custodito un roseto antichissimo, lì vi sono coltivate il più alto numero di specie di rose del mondo, compito del ragazzo far ritornare il pregiato giardino al suo splendore iniziale.
Il viaggio intrapreso da Lobbi diventerà un vero e proprio cammino di crescita, di ricoperta e di rinascita. 

Il giovane percorrerà strade deserte e immerse in paesaggi unici e incontaminati, immense foreste e campagne meravigliose, fino a raggiungere lo sperduto paesino abbarbicato su un promontorio, qui scoprirà la bontà e la disponibilità della gente semplice ed entrerà a far parte della vita del monastero.
La passione per le piante, tramandatagli dalla madre appassionata di rose, gli permetterà di prendersi cura del magnifico roseto racchiuso tra le mura del monastero.
Le ore passano lente e tranquille nella solitudine del giardino e, con le mani immerse nella terra, il giovane inizierà a riflettere sulla propria esistenza, rivivrà momenti fondamentali come la morte della madre e la nascita della figlia, s’immergerà in essi e per la prima volta si domanderà quale sia il suo ruolo nella vita di chi lo circonda.
La pace che lo avvolge verrà infranta da una telefonata di Anna, Lobbi è chiamato a interpretare il ruolo di padre e così, finalmente, Flòra Sòl entra a far parte del suo quotidiano.
Un romanzo soave e delicato che racconta la trasformazione di un ragazzo che, impaurito dalla vita e dalle responsabilità, trova il coraggio di immergersi completamente in questo amore
immenso che è la paternità.
L’autrice propone una figura maschile lontana dai classici modelli proposti nella nostra società, Lobbi rappresenta l’uomo sensibile e alla ricerca di sé stesso, un personaggio con sentimenti complessi e ricco di sfumature, un padre diverso dai soliti canoni perché completamente assorbito dal suo ruolo di accudimento e comprensione della figlia.
Rosa Candida è un piccolo gioiello della letteratura nordica, una lettura che potrebbe sfuggire ma che vale assolutamente la pena di fare.
Una storia semplice che procede tranquilla e dolce, una visione della vita serena e confortante narrata con una scrittura che ci accompagna con delicatezza e con una ritmicità tutta sua, procede lenta, tenue, non noiosa ma piena di solennità, non succede nulla di eclatante, non ci sono sentimentalismi, non veniamo sconvolti da eventi inaspettati perché tutto è lineare e fluido, bello proprio perché intriso di una quiete unica e speciale.
Ho amato molto questo romanzo che riempie il cuore di luce e tranquillità, è intimo, avvolgente e luminoso, credo il più bel libro della Ólafsdóttir letto fin ora.
In un primo momento può dare sensazioni contrastanti, un senso di confusione perché la storia evolve in modo diverso dal solito, non siamo abituati, c’è qualche difetto e a mio parere il tempo dedicato alla vita nel giardino è davvero poco, avrei voluto maggiori descrizioni e più informazioni sui monaci e le loro attività ma, questo non cambia l’opinione positiva che mi sono fatta.
Un romanzo commovente e sognatore, delicato come i petali di una rosa e intenso come il loro profumo, lasciatevi travolgere dalla sua dolcezza.

Lascio qui una piccola nota sulla cover che è bellissima e veramente azzeccata, la neonata per me è Flora Sol avvolta nel rosa della coperta come un bocciolo appoggiato sul verde giada del prato, un fiore pronto a sbocciare, una vita che riempirà di luce e armonia quella di Lobbi.

2 commenti:

  1. Una recensione splendida, davvero. Mi sono innamorato di questo libro ancor prima di leggerlo. Ora devo assolutamente recuperarlo. Grazie per averne parlato ❤️

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    1. Sono proprio felice di aver collaborato alla diffusione di questo romanzo, magari poi ti innamori anche tu di questa scrittrice *-*

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