30 agosto 2019

[Classici] "La strada" di Cormac McCarthy


Titolo: La strada § Autore: Cormac McCarthy § Pagine: 218
Casa editrice: Einaudi § Genere: Classici della letteratura americana

“Un uomo e un bambino viaggiano attraverso le rovine di un mondo ridotto a cenere in direzione dell'oceano, dove forse i raggi raffreddati di un sole ormai livido cederanno un po' di tepore e qualche barlume di vita. Trascinano con sé sulla strada tutto ciò che nel nuovo equilibrio delle cose ha ancora valore: un carrello del supermercato con quel po' di cibo che riescono a rimediare, un telo di plastica per ripararsi dalla pioggia gelida e una pistola con cui difendersi dalle bande di predoni che battono le strade decisi a sopravvivere a ogni costo. E poi il bene più prezioso: se stessi e il loro reciproco amore.” 
Questa credo sia stata una delle letture più impegnative di quest’anno, una storia che mi ha travolta e colpita profondamente, lasciandomi tramortita e senza forze. 
Arrivata alla fine non volevo nemmeno parlarne sul blog, provavo e provo, una sorta di soggezione nei confronti di questo classico della letteratura americana, come la sensazione che la mia opinione sia superflua, insignificante di fronte alla magnificenza di quest’opera. 
“La strada” è un libro duro, violento e sconvolgente, un Uomo e un Bambino ci accompagnano alla scoperta di un mondo devastato e spettrale, la civiltà è stata annientata, la natura è stata distrutta, non ci sono piante, animali o forme di vita, tutto è stato devastato.
Non sappiamo il perché di questa apocalisse senza precedenti, forse una guerra nucleare, forse il
collasso ambientale, sta di fatto che seguiamo l’Uomo e il Bambino nel loro trascinarsi in questo mondo sterile e finito. Intorno a loro pochi sopravvissuti, ormai diventati mostri, assassini, pazzi, esseri da evitare perché pericolosi e brutali.
Ma, questo libro non va letto come una carrellata statica di orrori, se ci permettiamo di sentire, possiamo percepire lo sbocciare di due sentimenti fondamentali per l’essere umano: la speranza e l’amore.
La strada percorsa dall’uomo e dal bambino non è altro che la speranza, il desiderio di trovare qualcosa di migliore, qualcosa di bello, puro e incontaminato.
I due protagonisti sono alla ricerca costante di un futuro, di una possibilità, non si arrendono di fronte al dolore, alla violenza e alla distruzione che li circonda.
Il bambino è il futuro, è la capacità di amare e l’uomo farà di tutto per proteggere quel seme
d’innocenza e purezza dal male che ha infestato e devastato la Terra.  
Lo stile dell’autore è incredibile, frasi brevi, concise, rapide ma di una bellezza disarmante, con poche parole ben studiate McCarthy riesce a creare immagini estremamente intense e potenti, lampi di luce, scorci naturali e paesaggi onirici.
La storia assume una portata universale grazie all’espediente narrativo della sottrazione dell’identità dell’Uomo e del Bambino, i due personaggi non hanno nome e quindi rappresentano qualsiasi uomo e bambino.
Maestoso, potente e toccante! Assolutamente consigliato!

P.S.: Non credo leggerò altro di quest’autore, ho pensato a lungo all’eventualità di iniziare “Trilogia della frontiera” o “Non è un paese per vecchi” ma mi sono resa conto che sarebbe una forzatura. Lo stile e le storie di McCarthy sono troppo crude e violente per i miei gusti, farei molta fatica, infatti, nonostante io abbia amato “La strada”, devo ammettere che è stato un libro molto impegnativo e lontanissimo dai miei gusti.


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