Cari lettori, oggi post carino e diverso
dal solito, voglio parlarvi dei libri
con meno di 200 pagine o quasi che vorrei leggere.
Sono convinta che, scrivere un romanzo breve ma unico e interessante, sia un’arte molto
rara. Non è così semplice condensare in poche righe emozioni ed eventi coinvolgenti,
personaggi che conquistino il lettore e momenti di lettura indimenticabili.
I libri che troverete qui sotto sono quelli
che m’interessano di più in questo momento e che aspettano nella mia libreria.
Se il post vi è stato utile per scoprire
letture belle ma veloci, fatemelo sapere così potrei proporvi altri romanzi di
questa lunghezza.
Probabilmente farò uscire un articolo
dedicato anche ai libri voluminosi, quei pacconi che vorremmo leggere ma che
non troviamo il coraggio di affrontare.
Coraline di Neil Gaiman
182 pagine
In casa di Coraline ci sono tredici porte
che permettono di entrare e uscire da stanze e corridoi. Ma ce n'è anche
un'altra, la quattordicesima, che dà su un muro di mattoni. Cosa ci sarà oltre
quella porta? Un giorno Coraline scopre che al di là della porta si apre un
corridoio scuro, e alla fine del corridoio c'è una casa identica alla sua, con
una donna identica a sua madre. O quasi.
Il libro dell'Inverno di Tove
Jansson
144 pagine
L’inverno bianco del Nord, la neve fitta
che sommerge il paesaggio finché nessuno più ricorda cosa c’era sotto,
l’orizzonte che sprofonda finché la terra intera pare capovolgersi. E intorno a
una calda stufa di maiolica, una vivace casa-atelier, un piccolo regno
dell’arte e della fantasia. È questo il mondo speciale in cui cresce Tove
Jansson, tra le enigmatiche donne bianche create del padre scultore e
l’universo poetico della madre illustratrice, i capricci della scimmietta
Poppolino e i sogni cullati da note di balalaike ed echi di feste bohémiennes.
Con il suo sguardo fresco e senza filtri e la disarmante saggezza di chi sa
indagare il mondo con la lente dell’immaginazione, una bambina racconta le sue
piccole grandi iniziazioni alla vita. La grossa pietra dai riflessi argentei
che trova sotto un mucchio di carbone e spinge attraverso i mille ostacoli
della città come in un nuovo mito di Sisifo, lo splendido iceberg che rincorre
fino al promontorio senza poi osare saltarci sopra e “se uno non ha il coraggio
subito, non lo avrà mai”, l’eccitazione del Natale, con il suo carico di amore
e aspettative, e la tranquillità dei giorni dopo, “quando si è ricevuto il
perdono per tutto quanto e si può ridiventare come al solito”. Quelli che
appaiono come comuni eventi quotidiani si accendono di magia, di grazia
poetica, di inattese rivelazioni sul sentire umano, della sottile ironia
involontaria con cui i bambini infrangono ogni ipocrisia e ci fanno riscoprire
il valore della leggerezza.
Il libro dell'Estate di Tove
Jansson
192 pagine
L'estate, l'ultima isola abitata prima del
mare aperto nell'arcipelago finlandese, un paesaggio selvaggio e incontaminato,
la casa lontana dalla civiltà, una nonna e una nipotina e, silenzioso nume
tutelare, il padre. Una vita quotidiana che segue i ritmi svagati delle vacanze
e quelli capricciosi del tempo: qualche visita occasionale, tempeste,
avventure, divieti trasgrediti, furtive spedizioni a isole altrui, navigazioni
notturne. Su uno sfondo che dell'idillio non ha il sentimentalismo, ma ne ha
certamente il fascino, un libro dall'apparenza semplice che riesce a parlare
senza enfasi, ma anche senza ingenuità, senza eufemismi ma con tocco ironico e
leggero, della complessità del vivere, delle luci e delle ombre dell'animo
umano, della crudele imparzialità della natura. «Senza un'infanzia felice non avrei
mai incominciato a scrivere», dice Tove Jansson. Ed è proprio quella felicità
che emana dai suoi scritti: l'espressione di quel raro equilibrio fra sicurezza
e rischio, sfida e ritorno, ribellione e rifugio, paura del nuovo e desiderio
di provare, timore e sete di conoscere, bisogno di solitudine e necessità di
affetti. È la felicità di camminare su un filo teso, sapendo che vi è comunque
una rete di protezione, del sentire con intensità, del prendere la vita sul
serio, ma accettandola così com'è. Da qui l'affinità e l'intesa fra Sofia, la
bambina che inizia ad affrontare la vita, e la nonna, che l'ha vissuta a fondo,
l'ha amata con la saggezza di non pretendere di capirla e sa che fra poco dovrà
lasciarla. Il loro dialogo, che spazia su ogni cosa che sta fra il crescere e
il morire, è come una musica che resta a lungo nell'orecchio, come una
sonatina.
Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie
216 pagine
L'Orient-Express, il leggendario treno
delle spie e degli avventurieri internazionali, occupa un posto importante
nell'immaginario collettivo degli appassionati di letteratura poliziesca. Il
merito è di Agatha Christie, la regina del giallo, e della sua creatura,
l'impareggiabile Poirot. In quella che rimane probabilmente la più celebre delle
sue imprese, l'investigatore belga, salito a bordo di un vagone di prima classe
partito da Istanbul e diretto a Calais, è costretto a occuparsi di un efferato
delitto.
Fahrenheit 451 di Ray
Bradbury
182 pagine
Non è pura e semplice fantascienza, quella
di Ray Bradbury. Il suo è un futuro spaventosamente vicino. Nel presente-futuro
di "Fahrenheit 451" non si leggono più libri, anzi si bruciano,
perché tutti devono essere uguali, e nei libri, invece, si impara la
differenza. È un presente dedito al piacere, ai titillamenti in abbondanza,
allo svago per lo svago, a forme di distrazione che sanno di dipendenza. Dove
si vuole soltanto essere allegri, spensierati, sereni. Non pensare. Com'è
possibile allora, in una simile società felice, dimenticare di essere felici?
Nel paese delle ultime cose di Paul Auster
172 pagine
Immaginate un posto dove le persone (la
nonna, il droghiere, il vicino di casa) e gli oggetti (le auto, lo spazzolino,
la caffettiera, la gomma da cancellare) sono a rischio di estinzione. Una
mattina ti alzi e non c'è più il postino o lo schiaccianoci. E non solo il tuo,
ma quello di tutti. Qualsiasi rimasuglio diventa allora l'oggetto più prezioso
del mondo, soprattutto per i "cacciatori di oggetti", persone in
grado di uccidere per accaparrarsi, che so, un mozzicone di matita.
La strada di Cormac
McCarthy
220 pagine
Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza
nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada
americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è
stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo
buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è
storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi
verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che
decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi
all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la
guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono
periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare.
Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato
in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano
una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato
alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una
distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è
affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e
continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...
Le intermittenze della morte di José Saramago
224 pagine
Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la
mezzanotte. E arriva l'eternità, nella forma più semplice e quindi più
inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia
dell'umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi
sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne
sarà della chiesa, ora che non c'è più uno spauracchio e non serve più nessuna
resurrezione? I problemi, come si vede, sono tanti e complessi. Ma la morte,
con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi
annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta
ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all'impegno di
rinnovamento dell'umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le
lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati (o
fortunati?) destinatari, che tornano a morire come si conviene. Ma un
violoncellista, dopo che la lettera a lui indirizzata è stata rinviata al
mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per
consegnarla di persona.
Tra questi ho letto solo "Coraline", mi è piaciuto, ma non tanto quanto mi aspettavo. "La strada" invece ho in programma di leggerlo nei prossimi mesi, non vedo l'ora!
RispondiElimina"Coraline" mi ispira moltissimo, spero di riuscire a leggerlo al più presto!
Elimina"Coraline" mi è piaciuto moltissimo, molto dark ed inquietante!
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggerlo!
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