16 agosto 2020

[Mondo fantasy] Il signore degli anelli: la mia analisi dell'opera


Buon pomeriggio, oggi vi propongo un’analisi (molto umile) di "Il Signore degli Anelli", ho riletto più volte quest’opera maestosa, l’ultima occasione è stata nel corso del 2015, leggendolo in età adulta mi sono accorta di come a 18 anni non avessi apprezzato fino in fondo il suo potenziale e la sua bellezza.
Probabilmente la scrittura elaborata e impegnativa non aveva aiutato, infatti, avevo un ricordo un po' particolare e la convinzione che alcune scene fossero noiose e prolisse.
Ora come ora credo che Il signore degli anelli sia un’opera senza pari, un vero e proprio capolavoro fantasy, il padre di tutti i romanzi high fantasy scritti successivamente.
Non è affatto noioso, nè prolisso anzi, se fosse stato per me, avrei voluto molto di più!
Mentre leggevo il desiderio conoscere le leggende, i luoghi nascosti di questa terra magica, la cultura e molto altro, prendeva il sopravvento.
Essendo un’opera così preziosa non mi permetterò di dare un giudizio vero e proprio ma un’opinione simbolica, esprimendo il mio pensiero su ciascun libro, per raccontarvi cosa ho amato di più. (Nei riassunti dei libri sarò un po' veloce, non spiegherò ogni singolo passaggio e darò per scontata qualche informazione sui personaggi, approfondire ogni dettaglio sarebbe troppo lungo.)


LA COMPAGNIA DELL'ANELLO
Inizia qui la nostra avventura, quando Frodo Baggins eredita dallo zio Bilbo il malefico Anello del potere: l'Unico. Non sa cosa sia ma Gandalf lo avverte di nasconderlo, Quest'ultimo passa anni a compiere ricerche sul magico gioiello fino a che scopre che si tratta proprio dell'anello di Sauron.
Si precipita a casa di Frodo e lo incita a partire per Brea, i seguaci di Sauron sanno che l'Unico è nella Contea, è tempo di scappare. Da qui la fuga verso Brea, l'incontro con Grampasso, lo scontro con i Nazgul (i servi dell'Anello) e l'arrivo miracoloso a GranBurrone dimora degli elfi.
La Compagnia è formata e i nostri amati amici partono per portare il malefico gingillo al Monte Fato, l'unica speranza per la Terra di Mezzo è la sua distruzione e con essa la morte definitiva di Sauron.
La compagnia dell'Anello è il primo volume di questa trilogia indimenticabile, qui vengono tratteggiati i personaggi che poi ci accompagneranno nelle numerose pagine che compongono l'opera.
Conosciamo gli Hobbit, popolo tranquillo e amante della natura che vive spensierato nelle sue meravigliose case tonde. Conosciamo Gandalf, uno dei miei personaggi preferiti, il fascino di questo stregone non finisce mai, la sua caparbietà e lungimiranza sono ineguagliabili.
L'intera Compagnia dell'Anello è ricca di personaggi d’importanza fondamentale.
Come non innamorarsi degli Elfi, creature leggiadre e meravigliose, tanto regali quanto forti.
E che dire dei paesaggi? La Contea, GranBurrone, Moria, Lothlorien, una meraviglia dietro l'altra. Tolkien ci descrive un mondo antico, pieno di leggende e racconti passati, ricco di creature dimenticate e misteriose.
Tra i passaggi che ho preferito ci sono senza dubbio il viaggio attraverso Moria e i giorni trascorsi a Lothlorien.

"Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende."

LE DUE TORRI
Eccoci giunti al secondo volume della trilogia di Tolkien. Questo è in assoluto il libro che più amo. Facciamo un piccolo riassunto.
La Compagnia si è sciolta, l'Anello ha compiuto la sua opera insinuandosi nella mente di Boromir, lo ha plagiato portandolo a compiere un atto estremo: aggredire Frodo per portargli via il prezioso manufatto.
Frodo fugge, raggiunto da Sam partono per Mordon da soli.
Nel frattempo il resto della compagnia è attaccato da un esercito di orchi che uccidono Boromir e rapiscono Pipino e Merry per portarli da Saruman, potente stregone che si è unito a Sauron. Aragorn, Legolas e Gimli decidono di rispettare la decisione di Frodo e partono all'inseguimento degli Hobbit rapiti.
Qui, la storia principale si divide dando vita a tre filoni narrativi: Frodo e Sam guidati da Gollum si inoltrano nelle terre dell'oscuro signore, Pipino e Merry giungono a Fargon e incitano gli Ent a far battaglia contro Saruman e infine, Aragorn, Legolas e Gimli incontrano Gandalf, ora Bianco, e si precipitano a Rohan per salvare il meraviglioso popolo degli allevatori di cavalli.
Il libro culmina con la battaglia del fosso di Elm e con il combattimento di Sam con l'orribile Shelob. 
Di questo libro ho amato tutto, il ritmo è incalzante e veloce, le pagine si leggono velocemente, l'avventura si fa sempre più suggestiva. Adoro la scena della liberazione di Theoden da Vermilinguo, la descrizione di Galadriel che Gimli nano fa a Eomer, la distruzione di Saruman e la battaglia del fosso di Elm. Qui si pongono le basi per il gran finale e il maestro che tira i fili delle nostre vicende è sempre Gandalf, magnifico personaggio dal fascino indescrivibile. Imperdibile!

"Desti ora, desti, Cavalieri di Théoden!
Terribili eventi nell'oscuro Oriente.
Sellate i cavalli, suonate le trombe!
Avanti Eorlingas!"
Théoden recita la carica degli Eorlingas

IL RITORNO DEL RE
Siamo giunti al capitolo conclusivo. Insieme a Merry e Gandalf arriviamo a Gondor e scopriamo che l'ombra di Sauron è sempre più potente. La guerra è ormai alle porte e la speranza inizia a scemare, diventa fragile, la vittoria sembra lontana.
Aragorn percorre il cammino dei morti, i Rohirrim corrono in soccorso a Gondor e la città si prepara all'assedio. Frodo e Sam riescono a salvarsi da Shelob e, in seguito, fuggono dalla torre di Minas Morghul, percorrono la terribile desolazione di Mordor fino ai piedi del Monte Fato.
Veloce e coinvolgente l'ultimo volume della trilogia è veramente meraviglioso. Aragorn viene valorizzato in tutta la sua bellezza, scopriamo ancora di più Faramir con la sua saggezza e forza, Sam si rivela la vera forza di Frodo che compie finalmente la sua missione.

"Sono felice che tu sia qui con me.
Qui, alla fine di ogni cosa, Sam."
Frodo

"E lì Sam, sbirciando fra i lembi di nuvole che sovrastavano un'alta vetta, vide una stella bianca scintillare all'improvviso. Lo splendore gli penetrò nell'anima, e la speranza nacque di nuovo in lui. Come un limpido e freddo baleno passò nella sua mente il pensiero che l'Ombra non era in fin dei conti che una piccola cosa passeggera: al di là di essa vi erano eterna luce e splendida bellezza."


ANALISI DELL'OPERA
"Il signore degli Anelli" è un’opera molto complessa, potrebbe sembrare un semplice fantasy che contrappone la lotta tra bene e male ma in realtà c'è molto di più. Tolkien ha messo tra le righe varie tematiche di grande importanza, andiamo a vedere le principali.

1-"L'uomo e la natura"
L'intera opera è un elogio alla natura, l'autore ama molto descrivere i meravigliosi paesaggi della Terra di Mezzo. Il personaggio che maggiormente rappresentano questo rapporto è il capo degli Ent, il cui nome Fangorn è anche il nome della foresta stessa, quindi racchiude in sè la natura del
maestoso bosco.
Gli stessi Hobbit sono in grande simbiosi con il regno della flora: le loro case sembrano meravigliose tane di coniglio, l'agricoltura e l'allevamento sono rispettosi del paesaggio che li circonda e la loro gioia è simbolo di un grande equilibrio interiore nato da questo magico rapporto natura/uomo.
Al contrario Saruman è visto come distruttore, con le sue macchine infernali che rovinano e inquinano l'ambiente, con il suo scellerato tagliare alberi per nutrire la sua industria, cerca prima di devastare Fangorn e poi la Contea. Anche Sauron è visto come mutilatore ambientale, Mordor è una terra desolata e desertica, senza piante e acqua, dove non cresce nulla, così sfruttata da diventare sterile.
Questo è sicuramente un tema attualissimo: l'ecologia e la salvaguardia dell'ambiente sono messaggi che entrano nelle nostre case continuamente, Tolkien ha preceduto i tempi proponendo un argomento così importante per la sopravvivenza dell'uomo e del pianeta. Dovremmo tutti essere un po' più Hobbit!

2-"Il potere"
Altro tema dominante è quello del potere che porta l'animo umano alla distruzione.
L'Anello rappresenta questo argomento così forte, infatti, esso dona potere a chiunque lo possieda ma allo stesso tempo lo corrode con la sua malefica forza.
Sia nelle mani giuste che in quelle sbagliate è pericoloso.
Sia Gandalf che Galadriel lo rifiutano e tutti coloro che lo portano sono destinati a soffrire per sempre.
Isildur è tradito dal perfido gioiello, Gollum nè è completamente assuefatto e ossessionato, così impregnato di esso da non poter vivere senza, Bilbo ne rimane ancora aggrappato tanto da chiederlo a Frodo alla fine della trilogia quando ormai è distrutto e Frodo, bè, lui ne rimane ferito in modo irreparabile.
Dopo aver superato mille difficoltà e insidie, l'Anello corroderà anche l’animo di Frodo e solo l'intervento di Gollum permetterà la distruzione del monile nel Monte Fato.
Alla fine il potere e il desiderio di potere portano l'animo umano alla disfatta!

3-"Il male"
Il Male pervade l'intera opera, come  ombra, Nazgul, spettro o pensiero, questa forza oscura s’insinua ovunque.
Il Male arriva a possedere Saruman, a irretire Theoden, a far impazzire Denethor, striscia nel cuore di Boromir e percorre la Terra di Mezzo in lungo in largo sotto forma di orribili orchi.
Questo male ha una natura dualistica: da un lato è attivo, dall’altro è semplice assenza di bene.
Questa doppia natura è ben descritta nell’Anello del potere, l’Unico, infatti, in quanto assenza di bene
si insinua nella mente altrui e sconvolge il cuore dei buoni e, come forza attiva cerca continuamente di dominare gli eventi, esso “brama” costantemente di raggiungere il suo oscuro padrone e, per questo, tradisce Isildur, abbandona Gollum, schiaccia Frodo.
Questa visione dualistica è molto importante, l'incertezza della natura del male domina tutta la storia. Se il male fosse solo assenza di bene per i personaggi, sarebbe più facile compiere l'impresa, l'anello non tradirebbe il suo possessore ma potrebbe solo ammaliarlo poiché è solo un amplificatore psichico.
Se invece fosse solo una forza attiva che opera esternamente tutto sarebbe più semplice, incapace di insinuarsi nella mente l'Anello perderebbe parte del suo potere e potrebbe così essere portato da chiunque. Da ciò capiamo che la natura dualistica dell'Anello è essenziale per lo svolgersi degli eventi.

4-"Il bene"
Anche qui non si tratta di semplice bene ma di una visione molto più complessa, se pensiamo all'opera stessa ci accorgiamo che non si ha un vero e proprio lieto fine.
L'Anello viene distrutto e Sauron sconfitto ma il male è dietro l'angolo, infatti, nel frattempo Saruman si impossessa della Contea e la devasta, il taglio dell'albero delle feste è definitivo e netto, diventa simbolo di un male che non scompare ma lascia tracce.
Altro esempio è la terra di Mordor che rimarrà per sempre arida e desertica.
Lo stesso Frodo viene così corroso dal male dell'Anello da non guarire mai completamente, dopo la
vittoria soffre e cade in depressione.
Gandalf è il personaggio che impersonifica maggiormente il Bene, possiamo paragonarlo a un angelo anche se, né il carattere né l'aspetto, assomigliano alla nostra visione degli angeli.
Tutta la storia ci avvisa che il Bene può essere raggiunto con sforzi e sacrifici ma che il male rimane sempre la via più facile, inoltre, il male descritto da Tolkien lascia segno del suo passaggio, per esempio quando l'Unico viene distrutto si ha la fine di tutti gli anelli del potere e con essi la fine di due razze: quella Elfica e quella Nanica.
La Terra di Mezzo ha perso così la sua bellezza, ciò dimostra che il male compiuto da Sauron non sarà mai completamente sanato.

5-"Il coraggio"
I personaggi di quest’opera sono indubbiamente coraggiosi ma in modo diverso dal solito, quasi tutti sono insicuri, credono di non poter superare le difficoltà poste sul loro cammino, non nutrono grandi speranze ma trovano la forza per agire lo stesso e combattere.
Inoltre il coraggio descritto da Tolkien è un coraggio allegro, molto spesso momenti cupi e devastanti sono esorcizzati da una frase divertente, una risata o una canzone, basti pensare a Sam che anche dentro la torre di Minas Morgul in preda allo sconforto più totale trova il coraggio cantando, o a Merry che non perde mai il sorriso e la fame.
Gli Hobbit sono i maggiori interpreti di questo tipo di coraggio basato sull'ironia e la gioia di
vivere.

6-"Il viaggio"
Ultimo tema importante dell'opera è il viaggio inteso come percorso dell'anima e cambiamento.
I vari personaggi partono, superano prove, tornano ma non sono più quelli di prima.
Nessuno rimane immune al mutamento: Aragorn parte Ramingo e diventa Re, Gandalf era il Grigio e ora è il Bianco, Pipino e Merry erano dei sempliciotti e poi sono condottieri alti e prestanti, Legolas e Gimli erano nemici e poi diventano amici, Sam era goffo e stupidotto e ora è forte e sicuro di sé, Frodo acquisisce saggezza e illuminazione.
Tutto è in cambiamento e il viaggio è il mezzo con il quale è possibile raggiungere un’evoluzione straordinaria.

Altri temi minori sono l'amore, l'umiltà, la misericordia e la pietà.
Dopo questa analisi mi auguro nasca in voi la voglia di leggere questo capolavoro indimenticabile!

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