Buon pomeriggio cari lettori, oggi vi
propongo la recensione di un classico della narrativa per ragazzi: Zanna Bianca di Jack London.
La mia copia è vecchissima, pensate che al
suo interno c’è la dedica della maestra delle elementari che me la regalò.
Peccato che, nonostante fossi una grande
lettrice anche da piccola, il libro rimase abbandonato sullo scaffale per anni.
Iniziai a leggerlo ma non superai mai il primo capitolo, non mi piaceva ed ero
parecchio timorosa.
Ora, alla mia veneranda età, ho deciso di
riprenderlo in mano e leggerlo.
Titolo: Zanna Bianca § Autore:
Jack London § Pagine:
274
Casa Editrice: Rizzoli § Genere:
Storico, Narrativa per ragazzi
Età di lettura: 10 anni
“Zanna Bianca, il protagonista del romanzo,
è l’unico di quattro cuccioli che riesce a sopravvivere in una grotta dello
Yukon, sopra un torrente, lontano da ovunque. Dentro la tana inaccessibile, il
piccolo lupo viene al mondo generato da colei che viene semplicemente
presentata come ‘la lupa’ e la prima parte del libro lascia in questa
sospensione il lettore per condurlo sulla pista dei valori ‘primordiali’, senza
nomi e cognomi. È come se London volesse sfruttare un archetipo e i suoi
simboli; solo in seguito scopriamo che ‘la lupa’ è Kiche, figlia di un lupo e
di un cane, una femmina agguerrita e astuta, già di proprietà del capotribù
Castoro Grigio. [...] Zanna Bianca nasce nel Wild e nasce lupo con dentro il
codice genetico del cane: quest’altro archetipo alla fine prevarrà dopo una
lunga storia formativa fatta di durezza e amore, rinuncia e crudeltà. Anche il
padre di Zanna Bianca è un archetipo, ma il vecchio lupo grigio Occhio Solo,
sopravvissuto a mille battaglie e alla furia della natura selvaggia, diventa il
simbolo della vita che sopravvive a se stessa, del Wild che scorre dalle
generazioni che lo hanno preceduto a quelle future.” - Dalla Postfazione di
Davide Sapienza.
“La scura foresta d’abeti
si addensava accigliata da ambe le parti sul corso d’acqua gelato; gli alberi
spogliati di recente dal vento del bianco rivestimento di brina, sembravano
appoggiarsi gli uni agli altri, neri e sinistri, nella luce morente.
Un silenzio profondo
regnava su tutta la terra.
La terra stessa era una
desolazione, inanimata, immobile, così solitaria e così gelida da non suggerire
nemmeno l’idea della tristezza.
C’era, in essa, quasi un
accenno di riso, ma di un riso assai più terribile di qualunque tristezza: un
riso privo di letizia come il sorriso della sfinge, un riso freddo come il gelo
e partecipe della vanità della vita, degli sforzi della vita: era il selvaggio
deserto del Settentrione, dal cuore di ghiaccio.”
Incipit
Il romanzo inizia con una grande fuga, Bill
e Henry stanno conducendo la loro slitta nell’impervia valle dello Yukon, il
loro carico è una bara con all’interno il
compagno di avventure, hanno promesso che lo avrebbero restituito alla sua
famiglia nel caso fosse morto e così si sono messi in viaggio per raggiungere
il porto.
La strada da fare è moltissima, la natura
che li circonda è aspra e selvaggia, l’inverno è il più freddo mai visto e il
cibo scarseggia ovunque.
Bill e Henry si trovano presto seguiti da
un branco di lupi affamati, ridotti pelle e ossa, sono disposti a tutto per
ottenere un pasto.
Pian piano i cani vengono assaliti durante
la notte e uccisi, Bill e Henry non capiscono: di solito i cani temono i lupi e
non si avvicinerebbero mai a loro ma, il trucco è presto svelato: nel branco c’è
una femmina di mezzo lupo e i cani la vedono come una di loro.
È così che London introduce la madre di
Zanna Bianca, una mezza lupa che ha lasciato gli umani e si è unita a un branco
di lupi.
Seguiremo la lupa nella ricerca di un
compagno fino alla nascita di una bella cucciolata, vedremo Zanna Bianca aprire
gli occhi e scoprire il mondo intorno a lui: gli animali, la natura e gli
uomini.