Il libro di cui voglio parlarvi oggi è
unico nel suo genere, si tratta di un memoir che racconta l’esperienza di un
padre prima, durante e dopo la gravidanza.
Molti dicono che quando una donna scopre di
essere in attesa diventa immediatamente mamma ma, un papà quando nasce?
Un uomo si scopre papà al momento della
lieta notizia o quando gli capita tra capo e collo un neonato urlante?
Proprio di questo ci parla Stefano Sgambati,
lo fa con tenerezza ma anche con grande personalità, nel suo libro La bambina ovunque.
Titolo: La bambina ovunque § Autore: Stefano Sgambati §
Pagine: 137
Casa editrice: Mondadori § Genere: Memoir, Autobiografico
Stefano ha trentacinque anni e tra qualche
mese la sua vita cambierà per sempre. La gravidanza della moglie è il risultato
di un percorso a ostacoli innescato da un fortissimo desiderio di maternità e
passato per un'estenuante trafila medica: dopo la grande salita, tutto sembra
procedere bene, ma allora perché Stefano non è felice? Il suo stato,
nient'affatto interessante, appena degno di nota, non lo soddisfa: si sente
invisibile, inutile - e per giunta braccato dal panico, un animale goffo e
ingombrante che non lo lascia mai in pace -, un personaggio secondario che
"rimpicciolisce sempre di più mentre la madre si diffonde nello spazio,
aumenta di volume e sostanza". Con una prima persona originalissima,
ironica e divertita, ma anche così sincera da risultare spudorata, Sgambati
racconta il titubante viaggio di un uomo verso la paternità, in tutte le sue
tappe: la prima sussurrata idea e le mille discussioni che porta con sé, il
primo tentativo razionale di mettere al mondo un figlio, la frustrazione di fronte
a quell'embrione che non si decide a formarsi, gli esitanti "Che vuoi che
sia", i terribili "Arriverà", l'enormità di una madre che non
riesce a essere madre ("Di quanto amore si deve essere capaci per soffrire
a tal punto la non esistenza di un altro essere umano?"), le prime,
inevitabili, indagini sul corpo di lui e poi di lei, gli avanti e indietro dal
reparto Sterilità dell'ospedale, il girotondo di paura, rabbia e speranza della
fecondazione in vitro. E infine l'attesa: il lentissimo avvicinamento all'idea
di diventare genitore.
Diventare padri non è un processo semplice,
molte donne credono che il papà non abbia nessun problema ma non è così.
In questo breve romanzo biografico troviamo
le risposte a moltissime domande: cosa pensa un uomo della maternità? Come la
vive?
La storia di questi due genitori è simile a
quella di molti altri: nasce il desiderio di avere un figlio, questo amore si
trasforma nei tentativi effettivi per averlo e poi, la brutta notizia che sarà
difficile concepire il bambino.
E allora parte la lunga trafila di visite,
controlli e consigli medici, fino alla fecondazione assistita. La frustrazione
e la sofferenza per quel dono che tarda ad arrivare, la sensazione di sentirsi
inadatti, inefficaci, quasi difettosi.
Il dolore che accompagna quei giorni di indagini
nel Reparto Sterilità e poi, finalmente, ci siamo, è in arrivo e qui, dopo una
girandola di eventi destabilizzanti arriva il pensiero più forte di tutti, un
pensiero che fa tremare la terra sotto i piedi: sarò genitore.
E come vive questo ruolo un papà? Ovviamente,
aspettando di nuovo, inconsapevole della vita che cresce nel corpo della
moglie, fuori dai giochi ma allo stesso tempo dentro, una parte non
completamente definita, la sensazione di essere messi in un angolo e di essere
impotenti.
«A
quanto pare così è fatto un padre: insicuro e allo sbando. (…) non percepisce i
movimenti fetali, non perde per quell’istante il respiro mentre capisce che un
altro essere vivente lo abita, poichè nessuno lo abita: così è fatto un padre,
in un padre non c’è posto. Nè sente la vita che arriva: se la ritrova.»
Mi sono ritrovata moltissimo in queste
pagine tenere, divertenti e uniche.
Nel mio piccolo, posso dirvi che ho sempre
visto mio marito molto smarrito di fronte al grande miracolo della vita che
cresceva nel mio pancione.
Per molto tempo mi sono chiesta il perché
ma poi anch’io sono giunta alla conclusione che, gli uomini, si ritrovano padri
e non hanno la fortuna di essere preparati come noi donne.
La gravidanza ci guida in questo compito,
il bimbo cresce, lo sentiamo e così, senza che ce ne accorgiamo, entra a far
parte della nostra vita, è tangibile e presente. Per un uomo è tutto diverso e
Stefano, in questo libro autobiografico, rivela con sincerità i suoi pensieri, i
mille interrogativi, il timore che la loro vita di coppia venga stravolta, la
sua decisione di diventare genitore dovuta a un iniziale desiderio di far
felice la moglie, le paure e la vergogna nel corso delle numerose analisi e,
infine, l’insicurezza.
La bambina ovunque è un libro unico nel suo genere, un romanzo tenero che
fa sorridere e riflettere, raccontato con grande coraggio e portavoce dei
pensieri di molti padri che, nonostante i dubbi e i timori, scoprono un amore
immenso nascere dentro di loro nel momento in cui quel fagottino urlante entra
nelle loro vite.
Valutazione
In
effetti da quando la ginecologa ha pronunciato la frase
"Da
adesso può nascere in qualsiasi momento" sono precipitato,
e c'era
da aspettarselo, in un abisso di letture e riletture delle più svariate
sintomatologie: fosse per me mia moglie dovrebbe già essere ricoverata,
osservata da dodici o tredici medici ventiquattro ore su ventiquattro, intubata
e il suo organismo invaso di sostanze psicotrope calmanti, la sala d'attesa
dell'ospedale gremita di parenti e amici, troupe televisive, giornalisti;
invece è uscita.
Mia
moglie è uscita.
Per la
precisione prima è uscita la pancia,
poi mia
moglie, che mi pare la segua: segue una
pancia enorme che contiene nasconde protegge nostra figlia, la persona
qualunque che piegherà il piano inclinato del mondo.
Molto carino.
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