Buongiorno lettori, oggi proverò a tirare le somme sulla serie dell'Attraversaspecchi di Christelle Dabos.
Devo ammettere che non sarà facile parlare di questa quadrilogia, è complessa, particolare e non sempre di facile lettura ma, arrivata alla fine, mi rendo conto di provare una sensazione di perdita perchè mi mancherà moltissimo il mondo creato dalla Dabos e i suoi personaggi! (Chi l'avrebbe mai detto! ;D)
Ma andiamo con ordine!
Ho pensato di dividere questa sorta di recensione in due parti: elementi positivi e elementi negativi, anche perché, pur avendo amato moltissimo questa serie, sono consapevole del fatto che non sia perfetta.
Partiamo!
PUNTI FORTI
IL MONDO
La Dabos ha creato un universo unico nel suo genere, uno dei più originali del panorama fantasy monderno.
La grande "lacerazione", avvenuta a causa di una guerra mondiale, ha portato alla distruzione della Terra, pochi pezzi, le Arche, restano sospesi intorno all'antico nucleo terrestre, su di essi hanno preso vita nuove civiltà governate da creature immortali: gli Spiriti di Famiglia.
Le Arche sono ventuno, ognuna con proprie caratteristiche, purtroppo nel corso dei quattro volumi che compongono la serie ne visiteremo solo tre, l'autrice le descrive con migliaia di particolari redendole vere, tangibili e bellissime.
IL SISTEMA MAGICO
Anche il sistema magico è molto particolare e originale, tutto ha origine dagli Spiriti di Famiglia: creature immortali dotate di enormi poteri.
Ogni Spirito è associato a un'Arca e possiede doni ben precisi.
Le 21 arche principali sono:
Anima, l’arca di Artemide, signora degli oggetti
Il Polo, l'arca di Faruk, signore delle menti
Totem, l'arca di Venere, signora degli animali
Cyclope, l'arca di Urano, signore del magnetismo
Flore, l’arca di Belisama, signora del verde
Plombor, l’arca di Mida, signore della trasmutazione
Pharos, l’arca di Horus, maestro dell'incanto
La Serenissima, l’arca di Fama, signora della divinazione
Heliopolis, l’arca di Lucifer, signore della folgore
Babel, l'arca dei gemelli Helena e Polluce, maestri dei sensi
Il Deserto, l’arca di Djinn, signore delle acque calde
Il Tartaro, l’arca di Gaia, signora dei fenomeni tellurici
Zefiro, l’arca di Olimpio, signore dei venti
Titan, l’arca di Yin, signora della massa
Corpolis, l’arca di Zeus, signore della metamorfosi
Sidh, l’arca di Persefone, signora della temperatura
Selene, l’arca di Morfeo, signore dell'onirismo
Vesperal, l’arca di Viracocha, signore della fantomizzazione
Al-Ondaluz, l’arca di Rê, signore dell'empatia
Terra d'Arco, l'arca di Janus, signore dello spazio (la sua collocazione è sconosciuta quindi essa non figura sulle mappe)
La Stella, l’arca neutra, sede delle istituzioni interfamiliari
I discendenti diretti degli Spiriti di famiglia acquisiscono uno o più dei loro doni, ecco quindi che su Anima avremmo persone in grado di animare gli oggetti, di leggere il passato degli oggetti o di ripararli, mentre su Polo troveremo ammaliatori o creatori di illusioni mentali e molto altro.
Si tratta di un sistema magico estremamente complesso, ricco di sfumature perché i poteri che scopriremo nel corso dei libri sono moltissimi e interessanti.
UN FANTASY CHE UNISCE SCIENZA E SPIRITUALITA'
Nel primo volume questa caratteristica non è ben chiara, si evince qualcosa verso la fine del secondo libro ma diventa sempre più preponderante nel terzo e nel quarto capitolo della serie.
La domanda fondamentale è: chi è Dio?
Seguita da: come è avvenuta la lacerazione?
Come sono stati creati gli Spiriti di famiglia?
E molto, molto altro ancora che evito di dirvi perché rischierei di farvi spoiler.
La storia quindi diventa sempre più complessa, il mistero si fa sempre più aggrovigliato e il tutto perde, a poco a poco, di concretezza per diventare sempre più una ricerca di ciò che sta al di là, all'origine del mondo e del divino.
Questo può essere visto sia come un pregio che come un difetto perché la Dabos non ci da soluzioni semplici, le risposte alle mille domande che ci poniamo arrivano ma con fatica, in alcuni momenti c'è bisogno di tornare indietro e rivedere dei passaggi per poter comprendere il concetto successivo e, soprattutto nel quarto volume le informazioni sono moltissime e molto frammentate.
Personalmente ho amato moltissimo questo passaggio da concreto a spirituale e l'uso che l'autrice fa della scienza, ovvero un mezzo con il quale sondare le profondità dell'invisibile.
I PERSONAGGI
La Dabos ha creato un gruppo di personaggi vastissimo e ben definito, sono tutti ricchi di sfumature, alcuni leggermente più stereotipati altri molto particolati.
Mi sono lamentata a lungo dei due protagonisti, Ophelia e Thorn, la prima troppo remissiva e smidollata e il secondo troppo isolato e maniaco dell'ordine ma, nell'ultimo romanzo li ho molto rivalutati e so che mi mancheranno.
LA STORIA D'AMORE
A mio parere la storia tra Ophelia e Thorn rimane piatta e brutta per gran parte della serie, sicuramente è positivo che non prenda il sopravvento sui fatti raccontati ma, a lungo andare ho trovato veramente snervante il loro rapporto.
Non comunicano in alcun modo e si fanno mille castelli mentali, ci sono quindi continui fraintendimenti, errori di valutazione, pensieri negatici e incomprensioni che per i primi tre volumi portano a un costante e fastidioso distacco tra i due.
Non avrei certo voluto una storia d'amore sdolcinata ma nemmeno un calvario simile.
I PERSONAGGI
Eccoci alla nota più dolente! Non ho sopportato Ophelia e Thorn per gran parte della serie!
Ophelia è una protagonista timida, imbranata, incapace di far valere la propria opinione e la propria volontà ma bravissima nel cacciarsi in problemi sempre più grossi. Thorn è scontroso, diffidente, maniaco dell'ordine e della perfezione, abituato a comandare e tremendamente dispotico, credendo di far bene mette Ophelia in situazione pericolose e difficili non rendendosi conto della grande capacità della ragazza di finire sempre dalla padella alla brace!
Dei due comunque è Ophelia quella che mi ha irritata di più, sempre in balia del volere altrui: Thorn, Berenilde, la madre e le Decane, sempre costretta a umiliarsi o a sacrificarsi, sono riuscita a rivalutarla solo a metà del terzo volume.
IL FINALE APERTO
Non ho nessuna intenzione di fare spoiler ma, effettivamente, nel finale di questa quadrilogia c'è un unico dettaglio che rimane irrisolto che sembra possa trovare una risoluzione. In molti mi hanno chiesto se potrebbe esserci un seguito ma, per me, non avrebbe senso.
La Dabos da tutte le risposte alla comprensione della storia, al grande mistero di Dio, della lacerazione e molto altro quindi il quinto libro non avrebbe molto senso di esistere perché risulterebbe limitato rispetto alla storia creata ma, ovviamente, potrei sbagliarmi.
A me non ha dato particolarmente fastidio che questo elemento sia stato lasciato incompiuto ma so che a molti non è piaciuta questa scelta.
TROPPO COMPLESSO
Come vi accennavo sopra, molti lettori hanno trovato la storia troppo complessa e confusionaria, il passaggio da concreto ad astratto, da terreno a spirituale ha creato non poche difficoltà.
Non posso dire che sia stato semplice comprendere i mille passaggi e le mille sfumature create dall'autrice ma mi è piaciuto!
A mio parere resta comunque uno dei fantasy più complicati in circolazione e non può essere letto con superficialità o come passatempo leggero, richiede una certa concentrazione e pazienza.
Tenendo conto di tutti questi elementi mi sento di consigliarvi la letture di questa serie, se siete amanti del fantasy e, in particolar modo del fantasy "metafisico", tipo "Queste oscure materie", non potete non leggerlo ma, vi avviso, preparatevi a una lettura intensa, a tratti lenta, snervante e caotica che però vi darà moltissime soddisfazioni.
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