Titolo:
I Greenwood
§ Autrice:
Michael Christie
§ Pagine:
592
Casa editrice:
Marsilio
§ Genere:
Romanzo familiare
Jacinda "Jake" Greenwood lavora come guida naturalistica e accompagna ricchi turisti appassionati di ecologia a visitare le rigogliose foreste di un'isola della British Columbia, che curiosamente – una coincidenza? – porta il suo nome. Senza radici e senza una famiglia alle spalle, un giorno Jake entra in possesso del diario della nonna, un aiuto inatteso che le permette di ricostruire il suo passato. Come se percorresse la circonferenza di un albero secolare, un cerchio dopo l'altro, è finalmente in grado di attraversare il tempo che è stato, gli anni che si sono accumulati come fa il legno: strato su strato. Leggendo quelle pagine, Jake si rende conto che anche la sua esistenza poggia su strati invisibili, racchiusi nelle vite di quelli che l'hanno preceduta, nella serie di crimini e miracoli, casualità e scelte che ha portato a lei: ogni strato è la conseguenza di un altro, così come ogni successo e ogni disastro vengono conservati per sempre. Ripercorrendo a ritroso il Novecento, scoprirà che quello che unisce tutti i membri della dinastia dei Greenwood sin dal lontano 1908 – quando la stirpe mise radici in seguito allo scontro frontale tra due treni – è proprio il bosco. Con il loro pulsare silenzioso, gli alberi offrono rifugio, ma custodiscono anche delitti, decisioni estreme, rinunce ed errori. Imponente, trascinante e strutturato come gli anelli concentrici di un tronco, "I Greenwood" mette in scena l'intreccio di menzogne, omissioni e mezze verità che segna le origini di ogni famiglia, un groviglio di segreti e tradimenti che ricade su quattro generazioni unite nel destino delle foreste del Canada.
Ho deciso di leggere "I Greenwood" spinta dal desiderio di sentire la natura e le foreste più vicine, mancava poco alla partenza per la montagna e desideravo già assaporarne i profumi e l'immensità ed è proprio questo che ho trovato: una storia immensa, il respiro di un secolo raccontato con originalità e maestria.
"I Greenwood" è un romanzo con una struttura molto particolare, il libro inizia nel 2038 ed è suddiviso in cinque parti, rispettivamente 2038, 2008, 1974, 1934 e 1908, l'autore ci guida in strati sempre più profondi della storia come quando, superata la corteccia, avanziamo nella floema, cerchio dopo cerchio, sempre più all'interno fino a raggiungere il cuore del tronco.
Partiamo dal 2038 e procediamo sempre più all'interno, una volta toccato il fulcro si risale strato dopo strato fino al 2038, la storia si srotola pagina dopo pagina svelando, poco a poco, un'architettura meravigliosa e complessa.
Jake vive in questo ipotetico futuro segnato dalla morte delle grandi foreste, lavora come guida turistica a Greenwood Island, ultima cattedrale arborea esistente, non ha idea che il suo cognome e il nome dell'isola siano legati finchè un ex fidanzato non le fa visita rivelandole che potrebbe ereditare quel piccolo paradiso.
Ecco che inizia il nostro viaggio a ritroso nelle varie generazione Greenwood: Liam, padre di Jake, segnato da una vita senza radici e da una madre assolutamente fuori dalle righe; Willow, nonna di Jake e figlia ribelle di Harris, una donna impetuosa e anticonformista che lotta per la salvaguardia delle foreste e rifiuta la propria eredità; i fratelli Greenwood: Harris, potente magnate del legno, ricco ma infelice, segnato dalla perdita della vista, dalla scomparsa del fratello e dalla negazione dell'amore e poi, Everett che, tornato dalla Prima Guerra Mondiale profondamente traumatizzato e instabile, diventa un vagabondo, un emarginato, un uomo solitario che vive nei boschi e vive di quello che la natura può donare.
Sarà proprio la storia di Everett a dare vera linfa al romanzo, la scoperta di una neonata abbandonata nella foresta lo trasformerà completamente, le circostanze lo costringeranno a proteggere la bambina e a fuggire.
Lo seguiremo in viaggio disperato su treni merci, in fattorie dimenticate, in città sudicie e quartieri malfamati, il nemico sempre alle costole e la fame come una crudele presenza silenziosa.
Everett è il cuore del libro, un personaggio che si ama immediatamente, una sorta di eroe che fa battere il cuore del lettore.
Due elementi sono fondamentali in questo romanzo: la natura e la famiglia.
Il primo domina tutta la storia e porta a profonde riflessioni, i temi ecologisti sono ben trattati e il lettore non può non chiedersi se la realtà proposta, così sconvolgente e disastrosa, potrebbe verificarsi.
Il secondo è il filo che lega tutte le storie perchè quella dei Greenwood è una famiglia atipica, fuori dagli schemi ma pur sempre una famiglia.
E allora mi chiedo: che cos'è una famiglia?
Contano solo i legami di sangue?
I Grennwood sono forgiati dall'amore, legati indissolubilmente dalla tenerezza che Everett prova per quella neonata trovata nel profondo del bosco, ma sono uniti anche dal rancore, dal tradimento, dalla gioia, dal dolore e dalla passione e, ancora di più, dagli alberi.
Forse l'unica pecca è il finale di Jacinda, l'ho trovato incompleto, troncato troppo in fretta, dopo il lungo viaggio nel passato mi aspettavo qualcosa di più corposo e soddisfacente venso la conclusione.
"I Greenwood" è una lettura corposa, densa e affascinante, un romanzo complesso e ricchissimo, strutturato in modo perfetto dove ogni elemento trova la giusta collocazione e tutte le risposte ci vengono fornite con grande naturalezza, una storia nostalgica e attuale che non può lasciare il lettore indifferente. Consigliato.
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