Titolo:
Chocolat
§ Autrice:
Joanne Harris
§ Pagine:
340
Casa editrice:
Garzanti
§ Genere:
Realismo magico
A Lansquenet, quieto villaggio al centro della Francia, la vita scorre placida. Un po' troppo placida: è una comunità chiusa, dove sono rimasti soprattutto anziani contadini e artigiani, dominata con rude benevolenza dal giovane curato Francis Reynaud. È martedì grasso - una tradizione pagana avversata dalla chiesa - quando nel villaggio arrivano Vianne Rocher e la sua giovane figlia Anouk. La donna è assai simpatica e originale, sexy e misteriosa, forse è remissaria di potenze superiori (o magari inferiori). Vianne rileva una vecchia pasticceria, ribattezzata "La Celeste Praline", che ben presto diviene - agli occhi del curato - un elemento di disordine. Anche perché Vianne non frequenta la chiesa ma inizia ad aiutare a modo suo chi si trova in difficoltà: il solitario maestro in pensione Guillaume, l'adolescente ribelle Jeannot, la cleptomane Josephine, l'eccentrica Armande. Ben presto il tranquillo villaggio diventa più disordinato, ribelle e soprattutto felice. E lo scontro tra Benpensanti e Golosi, tra le delizie terrestri offerte da Vianne e quelle celesti promesse da padre Reynaud, tra Carnevale e Quaresima, diventa inevitabile. Da questo libro il film con Juliette Binoche e Johnny Depp.
La storia di Chocolat la conoscono quasi tutti, il film tratto dal romanzo di Joanne Harris ha avuto un enorme successo, credo sia uno dei miei film preferiti, una di quelle storie che fanno bene al cuore.
Ma quanto coincidono il libro e il film?
Devo ammettere che la pellicola è molto fedele al romanzo, ci sono dettagli che sono stati modificati, come la scelta del prete trasformato in sindaco e la gestione della storia d'amore principale, molti personaggi trovano maggiori possibilità di redenzione nel film rispetto al libro, diciamo che tutto risulta più buonista è allegro.
Chocolat racconta la storia di Vianne Rocher, una donna misteriosa che insieme alla figlia Anouk, si sposta di paese in paese, sempre in fuga alla ricerca di un luogo dove trovare un po' di pace.
Qui, Vianne decide di affittare un vecchio panificio per trasformarlo in una cioccolateria e stabilirsi per un po' ma a Lansquenet gli stranieri non sono visti di buon occhio, si tratta di una comunità chiusa e bigotta, il cui leader indiscusso è il giovane curato Francis Reynoud, un uomo freddo, austero, severo intransigente che si opporrà con tutte le sue forze a Vianne e al suo negozio di prelibatezze aperto proprio in periodo di Quaresima.
Se prima la vita a Lansquenet era lenta e noiosa, scandita dalla Messa della domenica e da rigide regole, con l'arrivo della giovane donna le cose si fanno decisamente più movimentate.
Vianne ha il dono di leggere il cuore delle persone e, con la giusta spinta e un po' di cioccolata, guidarle verso scelte decisive e importanti per il loro benessere.
Così la Celeste Praline diventa un luogo di incontro per molte persone: l'eccentrica e anziana Armand, la triste e sconfitta Josephine, il solitario e dolce Guilaume e molti altri.
La faccenda diventa ancora più caotica quando sulla Tannes arrivano gli abitanti del fiume nelle loro case galleggianti.
Per il curato questo è troppo!
Chocolat è un romanzo che si legge tutto d'un fiato, le atmosfere campagnole si mescolano con la magia portata da Vianne creando un mix elettrizzante, l'autrice però spezza questa sensazione di aspettativa e incanto inserendo momenti oscuri e cupi.
Infatti i due punti di vista, Vianne e il curato, creano un'alternanza di chiaro scuro che ho apprezzato. Vianne è un personaggio molto più complesso di quello che appare a una prima lettura, ci dà l'idea di una donna spavalda, sicura di sé e incurante del pensiero altrui, in realtà nasconde un animo tormentato, segnato da un'infanzia difficile e molto particolare, perseguitato dal fantasma di una madre inquieta e avvolta nella nebbia del passato.
Non tutto ciò che riguarda Vianne è chiaro, l'autrice ha voluto avvolgere ogni cosa di segreto e magia. Ho apprezzato anche il punto di vista del curato, un uomo fortemente malato, insicuro, convinto di trovare la salvezza dello spirito nella rinuncia e nella sofferenza.
I temi trattati in questo romanzo sono moltissimi, la Harris ci parla di razzismo, di violenza domestica, di malattia, di lutto e lo fa con grande competenza, dolcezza e un po' di umorismo british e una punta di distacco.
Un libro che profuma di cioccolato, panna e zucchero ma che non è mai sdolcinato o troppo godereccio, una storia ammaliante e magica che, alla fine, lascia un po' l'amaro in bocca proprio come una pralina con un ripieno fondente. Da assaporare!
Anche io ho visto il film, posso dire che ci sono cresciuta e mi è sempre piaciuto. Sapevo dell'esistenza del libro ma temevo che non fosse all'altezza del film così ho sempre lasciato perdere. Da come ne parli, però, sembra davvero molto carino e un pochino più cupo della trasposizione cinematografica. Ci farò un pensierino ❤️
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