2 ottobre 2020

"Vardø. Dopo la tempesta" di Kiran Millwood Hargrave


Titolo: Vardø. Dopo la tempesta § Autrice: Kiran Millwood Hargrave § Pagine: 336
Casa editrice: Neri Pozza § Genere: Storico, Dramamtico

1617, Norvegia nordorientale. In una funesta vigilia di Natale, il mare a Vardø si è improvvisamente sollevato e una folgore livida ha sferzato il cielo. Quando la tempesta si è acquietata in uno schiocco di dita, così com’era arrivata, le donne si sono raccolte a riva per scrutare l’orizzonte. Degli uomini usciti in barca non vi era, però, nessun segno. Quaranta pescatori, dispersi nelle gelide acque del Mare di Barents. Alla ventenne Maren Magnusdatter, che ha perso il padre e il fratello nella burrasca, e a tutte le donne di Vardø non resta dunque che un solo compito: mettere a tacere il dolore e cercare di sopravvivere. Quando l’inverno allenta la presa e le provviste di cibo sono quasi esaurite nelle dispense, le donne non si perdono d’animo: rimettono le barche in mare, riprendono la pesca, tagliano la legna, coltivano i campi, conciano le pelli. Spinte dalla necessità, scoprono che la loro unità può generare ciò che serve per continuare a vivere. L’equilibrio faticosamente conquistato è destinato, però, a dissolversi il giorno in cui a Vardø mette piede il sovrintendente Absalom Cornet, un fosco e ambiguo personaggio distintosi, in passato, per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria. Absalom è accompagnato dalla giovane moglie norvegese, Ursa, inesperta della vita e terrorizzata dai modi sbrigativi e autoritari del marito. A Vardø, però, Ursa scorge qualcosa che non ha mai visto prima: donne indipendenti. Absalom, al contrario, vede solo una terra sventurata, abitata dal Maligno. Un luogo ai margini della civiltà, dove la popolazione barbara dei lapponi si mescola liberamente con i bianchi e dove una comunità di sole donne pretende di vivere secondo regole proprie.
Questo non è un romanzo che si dimentica, questa è una storia che ti scava dentro, ti fa male e ti resta nel cuore per molto molto tempo. 
È la Vigilia di Natale del 1617 quando a Vardø, un’isola nel Mare di Barens nell’estremo nord della Norvegia, esplode una tempesta improvvisa e terribile. 
Le onde e il vento si abbattono sugli uomini fuori in barca per una spedizione di pesca, moriranno tutti, lasciando così le donne sole e indifese in una terra crudele ed estrema. 
Una tragedia inspiegabile che prende subito sfumature mistiche, oscure e funeste, che Dio abbia punito quella gente ai confini del mondo? E ora, come fare per sopravvivere al lungo inverno artico? 
Le donne, schiacciate e distrutte dal dolore, decidono di rimboccarsi le maniche e s’improvvisano pescatrici, allevatrici e agricoltrici, sono donne forti, granitiche, forgiate dalla dura terra di Vardø, incapaci di accettare la morte che incombe su di loro, si organizzano, superano ostacoli e diversità, fanno sforzi sovrumani e alla fine sopravvivono. 
A capo del gruppo Kristen, temeraria e impavida, indossa gli abiti del marito tanto amato e non si fa problemi a mostrare la sua autonomia e la sua forza, accanto a lei Maren, una giovane donna che in quella tempesta perde tutto: l’amato padre, il caro fratello e il futuro marito. 
Lontano da quell’isola così crudele, però, l’Europa si accende del rosso dei roghi delle streghe e, un po’ alla volta, l’isola governata dalle donne inizia a suscitare l’interesse dell’opinione pubblica. 
Viene così inviato un supervisore luterano, un cacciatore di streghe, Absalom Cornet. L'uomo arriva con la giovane moglie norvegese, Ursa, pieno di ardore verso Dio e deciso a porre fine all’orrore di Vardø! 
Un luogo gestito da donne vestite da uomini non può e non deve esistere e così, all’insaputa della moglie che inizia a diventare amica intima di Maren, intesse i suoi intrighi per porre rimedio a quell’abominio. 


Il male striscia infido tra le vie del paese, si alimenta d’ignoranza e invidia, cova malefico ed esplode con forza con i primi arresti. 
“Vardø. Dopo la tempesta” è un romanzo storico ispirato a fatti realmente accaduti, su quell’isola sperduta ai confini del mondo vennero messi al rogo e assassinati quattordici uomini sàmi e settantasette donne norvegesi, l’accusa: stregoneria! 
Il regno di re Cristiano IV di Danimarca e Norvegia fu uno dei più spietati e crudeli, vennero promulgate molteplici leggi contro la stregoneria, queste norme davano poteri inimmaginabili ai governatori delle varie province che, in nome di Dio, si innalzavano a giudici e boia di donne indifese che avevano l’unica colpa di non essere consone alla società dell’epoca, una società che relegava la figura femminile a moglie e madre, priva di desideri e passioni, priva di interessi e indipendenza. 
Le donne di Vardø bastavano a loro stesse, era forti, sicure e libere ma questo non era accettabile. L’autrice ci racconta una storia potente, dove l’ignoranza e la gelosia portarono solo dolore e terrore, le donne che, accecate dall’odio verso le più audaci, si affidarono ad Absalom, lo fecero solo per ripicca, per instillare paura nelle rivali, non rendendosi conto che il fuoco che stavano per alimentare le avrebbe bruciate tutte. 
Se conosciamo i fatti storici sappiamo già cosa ci aspetta alla fine di questo romanzo ma l’autrice, con immensa bravura, intesse storie parallele che meritano assolutamente di essere lette, come quelle di Maren e Ursa, due donne meravigliose che si incontrano e sostengono in questo incubo che sembra non avere fine. 
Un romanzo che mi è rimasto nel cuore, mi ha tramortita con la sua potenza e ha risvegliato in me l’interesse per la Caccia alle Streghe, un periodo storico di immensa oscurità che portò alla morte di migliaia di donne, un libro per non dimenticare, leggetelo!




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