Buon pomeriggio amici lettori, eccomi qui
con una nuova Recensione e sul più bello che mi sono riuscita a mettere in pari
questa mattina ho terminato l’ennesimo libro e quindi sono di nuovo in
arretrato!
Ma non preoccupatevi (io sono un po’ sul
disperato! ;D) perché riuscirò a recensire anche quello entro fine settimana.
Tornando a noi, oggi vi voglio parlare di Verrà il vento e ti parlerà di me di
Francesca Barra, ho finito questo romanzo qualche giorno fa e devo dire che
nonostante sia stata una lettura piacevole non è scattato l’amore.
Teresa e Caterina sono nonna e nipote,
divise dall’età ma molto più simili di quello che sembra.
Questo romanzo nasce dall’intreccio della
storia di Teresa, che ci fa sprofondare nelle maglie del tempo per raccontarci
il suo passato, e di quella odierna di Caterina, la nipote più vicina ma anche
la più desiderosa di volare via.
Io volevo tendere lo sguardo altrove.
Scoprire cosa ci fosse oltre.
Oltre le mie abitudini, i miei itinerari
rassicuranti,
i volti a me noti fin da bambina delle
persone che incrociavo.
Sempre le stesse, da anni e anni.
Volevo incontrare degli estranei.
Presentarmi daccapo.
Sapere che effetto facevo a chi non
conosceva la mia storia, le mie origini.
Incrociare sguardi di sconosciuti. Averne
perfino timore.
Provare diffidenza, non fiducia a
prescindere.
[…]
Insomma, volevo sapere che effetto fa
Caterina.
Io, sì, proprio io e solo io.
Caterina vive in Basilicata una terra ricca
di tradizione e decisamente poco conosciuta dal resto d’Italia, nata e
cresciuta a Policoro sogna di lasciare il paese per studiare nella capitale,
conoscere gente nuova e camminare con le proprie gambe.
Così, contro il volere della famiglia, s’iscrive
alla facoltà di lettere di Roma e parte.
Ovviamente casa le manca molto ma la nuova
realtà è elettrizzante e ricca, Caterina cerca di immergersi nella vita
universitaria e di omologarsi ai ragazzi e alle ragazze che conosce ma si sente
irrimediabilmente fuori posto, cresciuta lontano dalla modernità, legata a
tradizioni centenarie e ricca di valori poco
considerati.
considerati.
Ma lo scossone definitivo arriverà con
Pietro, la loro relazione sarà un vero terremoto e tutte le sue certezze
traballeranno rischiando di crollare.
Pietro è un giovane moderno,
anticonformista, interessato all’attualità e alla politica, arriva da una
famiglia dell’alta società, ha viaggiato per il mondo e fa sentire Caterina
arretrata e all’antica.
A questo punto non le resta che fare una
scelta: la famiglia e la tradizione o Pietro e la modernità dilagante?
A dare un senso di solidità alla trama c’è
la storia di Teresa, una bambina povera nata tra i sassi di Matera che conosce
il vero amore in Don Mimì, figlio di una ricca famiglia. I due giovani si
sposeranno nonostante l’opinione della gente e della famiglia di Mimì, vivranno
un amore intenso rimanendo sempre attaccati saldamente alla loro terra.
Teresa
è un personaggio ricco e forte, i suoi ricordi sono carichi di emozioni e mi
sono piaciuti moltissimo. Un carattere
difficile da domare ma allo stesso tempo amorevole e tollerante, una donna
dalle mille sfaccettature: figlia, madre, moglie e infine nonna.
Dal racconto di vari episodi ci immergiamo
nell’infanzia costellata di privazioni e difficoltà, scopriamo la vita matrimoniale
con le sue difficoltà e i compromessi, Teresa ci racconta la maternità con le
sue salite e le sue discese e il suo potere pranoterapeutico di curare gli
altri.
Da
questi ricordi traspare l’immagine di una donna onesta, solita e audace, una
donna che ha amato profondamente il marito, la famiglia e la sua terra.
Una
donna che non si vergogna di raccontare le sue debolezze come la
depressione post partum o le numerose difficoltà nel rapporto con la figlia che
sfocia in un amore speciale per Caterina.
Al
contrario la nipote è una donna che sta fiorendo, insicura e testarda cerca in
tutti i modi di sganciarsi dalla famiglia, vuole camminare da sola ma incappa
in dubbi e perplessità.
Proverà a essere diversa da quella che è e
tenterà con tutte le sue forze di allontanarsi dal suo passato per reinventarsi
ma le nostre radici sono radicate in noi e dovrebbero essere viste come un dono
e non come una zavorra.
Vi
assicuro che i capitoli dedicati a Teresa mi hanno ammaliato ed emozionato, mi
hanno fatto conoscere un pezzo della storia che non conoscevo e una terra di
cui sapevo davvero poco.
Al
contrario quelli dedicati a Caterina sono stati confusionari, poco incisivi,
pieni di flash back infiniti e sparpagliati qua e la. Lo stesso personaggio di
Caterina non mi ha convinta, non si capisce cosa vuole, incespica, scappa e non
conclude nulla.
Il
finale salva un po’, anche se non mi ha totalmente conquistata.
La
scrittura della Barra è diretta, forte e fluida, mi è piaciuto molto il suo
stile intenso e carico che compare pienamente nei capitoli di Teresa.
In
conclusione la storia è bella, ma non mi sono innamorata, non è scattata la
scintilla, per me una lettura piacevole ma nulla di più.
Valutazione
Mia nonna aveva saputo creare una rete,
quella che ti fa rimbalzare senza cadere,
che ti protegge, se ti lanci con spregiudicatezza.
Leggendo i suoi ricordi, ricetta dopo ricetta,
avevo visto come aveva costruito tutto questo,
quanta forza e quanti sacrifici c’erano voluti per tenere fede a quella
promessa di restare.
E capii che, a volte, andare via è la scelta più facile.
Perché dove ci sono le origini, dove ci sono le radici,
solo lì puoi essere davvero te stessa e a volte questo fa paura.
AUTRICE: Francesca Barra
(Policoro, 24 settembre 1978) è una giornalista, scrittrice, conduttrice
televisiva e radiofonica italiana. Si è laureata in Scienze della
comunicazione, a Roma, con una tesi sulle donne in politica. È conduttrice e
autrice televisiva e radiofonica. È stata ospite de La vita in diretta, per commentare
cronaca nera. È stata inviata del Cristina Parodi Live, su LA7. Si occupava di
cronaca per il quotidiano Pubblico e l'Unità. Conduce, su Rai Radio 1, il
programma La bellezza contro le mafie, dal 2009. Nel 2012 ha pubblicato
Giovanni Falcone un eroe solo, mentre nel 2011 Il Quarto Comandamento, editi da
Rizzoli. Ha scritto il racconto Gli spietati nel libro Non è un paese per
donne, edito da Arnoldo Mondadori Editore. Ha collaborato con L'Unità e con il
settimanale Sette, occupandosi di criminalità organizzata e donne vittime della
'Ndrangheta. (Wikipedia) Autrice di numerosi romanzi editi Garzanti.
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