In questi giorni verrete bombardati di
Recensioni, il motivo è semplicissimo: ho letto troppo e ho recensito troppo
poco.
Questa sera voglio parlarvi di un libro che
aspettava sulla mia libreria da secoli: La casa tra i salici di
Katharina Hagena.
Quando è uscito ero felicissima, dieci anni
prima l’autrice aveva scritto uno dei romanzi più belli della mia breve vita di
lettrice, ovvero Il sapore dei semi di mela (la mia
recensione QUI), ho amato alla follia quel libro, le sue atmosfere magiche e
rarefatte, la capacità evocativa della scrittrice, una grande casa, una
famiglia avvolta di segreti e magia, insomma una lettura indimenticabile.
Presa dal desiderio di rivivere le emozioni
che la Hagena mi aveva donato con il suo primo libro, sono corsa ad acquistare
il secondo ma, cretina come sono, l’ho lasciato sullo scaffale per una marea di
tempo!
Forse avevo il timore di rimanere delusa e,
ahimè, così è stato.
Questo secondo romanzo non ha la forza e la
bellezza del primo e non mi ha convinta molto.
“We
are such as dreams are made on;
and
our little life is rounded with a sleep.”
“Siamo
fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni
e
la nostra breve vita è racchiusa in un sonno.”
William Shakespeare,
La tempesta
La
storia che la Hagena ha deciso di raccontarci è davvero particolare e strana.
Ellen è un medico specializzato nelle
malattie del sonno (fatalità lavoro in un reparto di Neurologia che ha un
centro del sonno, quindi conosco abbastanza bene le patologie) che ovviamente
soffre di insonnia e sarà proprio in una di queste notti senza riposo che il
flusso dei suoi pensieri si dipanerà davanti a noi e ci porterà nel suo
passato.
Un passato pieno di misteri, quesiti senza
risposta ed episodi intricati e particolari.
Scopriremo la sua infanzia a Grund, un
paesino nel nord della Germania che si specchia su un lago artificiale su cui
volano splendidi aironi cinerini e, le montagne e la Foresta Nera avvolgono il
paesaggio e creano un atmosfera cupa
e fredda.
E così sono anche i pensieri di Ellen che,
con estremo distacco, ci racconta di sua madre e della malattia che la
colpisce, un sonno profondo e senza risveglio che pian piano la consuma.
Conosciamo il padre, uomo eccentrico ed
estremamente particolare.
Gli amici, l’adolescenza e la scoperta dell’amore,
infine la gravidanza non desiderata e la scomparsa del padre: Luz, un ragazzo
bello e dannato che sparisce nel nulla in un pomeriggio di fine estate.
Da qui la fuga a Dublino e la nascita di
Orla fino al ritorno a Grund molti anni dopo per assistere la madre in fin di
vita.
La
storia però non segue un filo logico e, le prime cinquanta pagine, sono di una
confusione impressionante.
Il
libro è frammentato, i ricordi di Ellen sono pensieri sconnessi e senza un
preciso ordine temporale, sono proprio i pensieri di una persona insonne che
vaga per la casa esausta e frustrata con la mente alla deriva.
Gli
insonni vivono nell’attesa.
Prima
del sonno, poi del giorno. E per l’intera giornata
aspettano
che questa passi, così da poter tornare ad aspettare il sonno.
Una traccia sicura sono le introduzioni dei
singoli capitoli: piccoli pezzi del diario di Martha, la madre di Luz, che ci
racconta del ritorno di Ellen a Grund dopo più di sedici anni di lontananza.
Attraverso gli occhi di Martha vediamo Ellen
e scopriamo dettagli nuovi, sono immagini nitide anche se la donna a volte
vaneggia, straparla e impregna tutto dell’oscuro dolore per la perdita del
figlio.
Il
lettore è contretto a procedere lentamente per non inciampare, i tasselli vanno
messi insieme con calma senza tralasciare nulla e alla fine il mistero è quasi
scontato, troppo semplice e prevedibile.
Si
tratta sicuramente di una lettura interessante ma tremendamente confusionaria,
si ha la sensazione di essere sospesi in un mondo indefinito, una notte dove le
spire del tempo di srotolano e lasciano intravedere piccoli momenti, scaglie di
luce, frammenti di verità.
Il
sonno è custode dei sogni o sono i sogni i custodi del sonno?
Se
il sonno è più vicino alla vita che alla morte, lo stato di veglia,
il
raggiungimento della piena consapevolezza, è più vicino alla morte che alla
vita. Veglia, stanchezza, sonnolenza: i confini sembrano confondersi. I
pensieri liquidati diventano sogni che, a loro volta, si trasformano in piante
acquatiche. L’acqua sveglia chi dorme.
Io
sono già sveglia.
Ancora
sveglia.
Ancora
e sempre sveglia. Posso dimenticarmi di domani.
Vorrei
che fosse già passato.
L’autrice
ha creato un libro onirico e rarefatto, tutto sembra fluttuare e le uniche figure veramente solide sono la
protagonista e la figlia che
dorme beata nella stanza accanto.
dorme beata nella stanza accanto.
Gli
altri personaggi dai più importanti ai più marginali risultano effimeri,
sfumati, frutto di una mente stanca che non riesce a cogliere la verità, sono
ben caratterizzati e hanno tutti una storia precisa alle spalle ma sembrano
emergere da una fitta nebbia che li rende spettrali.
Ovviamente il paesaggio, con il lago cupo e
la foresta oscura alle sue spalle, non aiutano a rendere più solare un
atmosfera già di per sé abbastanza inquietante.
La casa tra i salici è un romanzo complesso e articolato, la
trama è intrecciata a regola d’arte, le storie dei vari personaggi si
avvicinano, si toccano e si allontanano con precisione e sarà compito del
lettore mettere insieme i pezzi del puzzle per poter scoprire la verità.
Nonostante
questi pregi il libro non mi ha convinta, forse lo paragono troppo al primo romanzo
di Katharina Hagena ma, cercando di essere il più possibile imparziale, non posso non pensare al senso di smarrimento
delle pagine iniziali, l’estrema confusione tanto da dover tornare indietro a
rileggere piccoli pezzi di cui mi era sfuggito il significato, un finale poco
incisivo e prevedibile.
La casa tra i salici è una lettura diversa
dal solito che non mi ha affascinata e colpita come mi sarei aspettata. Da
provare.
Valutazione
AUTRICE: Katharina Hagena,
nata nel 1967, ha insegnato letteratura inglese all’università di Amburgo, dove
ora vive con la sua famiglia, e fa la scrittrice freelance. È autrice del
bestseller europeo Il sapore dei semi di
mela, pubblicato in Italia da Garzanti.
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