Che
bello iniziare una recensione brontolando! Il motivo del mio disappunto è
dovuto alla traduzione del titolo di questo romanzo: Il bambino bugiardodi
S.K. Tremayne.
Lo
so! Sono fissata! Ma è veramente una cosa che mi da i nervi.
I
titoli rimandano a delle immagini che devono assolutamente essere inerenti al
contenuto, se noi leggiamo come titolo “Il bambino bugiardo”, per la maggior
parte della lettura, penseremo che il bambino mente e ci sta fregando!
Se
invece noi leggiamo il titolo originale: “The fire Child”, avremo un titolo
misterioso e intrigante che, pian piano, ci verrà spiegato durante la lettura.
Infatti, i bambini di fuoco, nella
tradizione celtica sono bambini dotati del dono della preveggenza. Capite bene
che le cose cambiano molto!
Dopo
questa introduzione lagnosa, è il caso che vi racconti le mie impressioni su
questo thriller. Tempo fa lessi il precedente libro di Tremayne: La gemella silenziosa (la mia recensione
QUI) e mi piacque moltissimo, quindi avevo enormi aspettative per questa
lettura che, mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine ma, non mi ha
convinta del tutto.
Rachel
è una sposina fresca di matrimonio.
Matrimonio
celebrato con soli due mesi di conoscenza, un vero e proprio colpo di fulmine:
Rachel e David si incontrano in una pinacoteca e scoppia la passione, seguita
di pari passo dall’amore.
Fortuna
vuole che David sia un ricco avvocato londinese con origini nobiliari, la
mogliettina si trasferirà quindi nella sua casa di campagna: Carnhallow, una
villa immensa che si affaccia sulle scogliere della Cornovaglia.
Rachel
non crede ai suoi occhi, una tenuta immensa tutta per lei che dovrà occuparsi
della sua restaurazione.
Purtroppo
non è tutto oro quel che luccica!
David
è rimasto vedovo durante il Natale due anni prima, la moglie: Nina, è morta in
un terribile incidente alla miniera di Morvellan, un tunnel infinito di
gallerie scavate nella pietra che serpeggia sotto Carnhallow.
La
morte però appare misteriosa e ancora più strano è il loro figlio: Jamie, un
bambino silenzioso, timido e convinto di possedere il dono della preveggenza,
un potere che si tramanda da secoli nella famiglia nobiliare di David.
un potere che si tramanda da secoli nella famiglia nobiliare di David.
Sarà
proprio Jamie che, in uno dei suoi momenti di stranezza, rivelerà a Rachel che
anche lei morirà proprio a Natale!
Non
arrabbiatevi!
Non
ho fatto nessuno spoiler, queste informazioni le potete travare anche nella
trama e, vi assicuro, siamo solo all’inizio.
La storia creata da Tremayne ha tutte
le caratterische per risultare inquietante, intrigante e imprevedibile.
Come
per il primo romanzo, l’autore fa un uso
superbo dell’ambientazione che diventa protagonista della storia.
Una
villa in rovina circondata da un antico bosco, lontana chilometri e chilometri
dal primo paese, stanze immense e disabitate, sotterranei polverosi e pieni di
segreti.
La
natura che circonda Carnhallow non è meno pericolosa, la villa si trova a picco
su una costa selvaggia e crudele, rocciosa e sferzata dalle possenti onde dell’oceano.
E
poi ci sono le miniere, quella di Morvellan è frutto dell’immaginazione dello
scrittore ma se fate qualche ricerca, scoprirete che la Cornovaglia è piena di
queste miniere a picco sull’oceano.
Tunnel
scavati nella profondità della roccia per secoli, conucoli che si inoltrano
nella costa per miglia e miglia.
Rachel
scopre che le miniere di Morvellan si estendono fin sotto la villa, il corpo
di Nina non è mai stato trovato, i tunnel invasi dall’acqua salata sono turtuosi e infiniti e così, la giovane donna inizia a fare strani pensieri.
di Nina non è mai stato trovato, i tunnel invasi dall’acqua salata sono turtuosi e infiniti e così, la giovane donna inizia a fare strani pensieri.
Ad
alimentare le sue fantasie si aggiunge Jamie con le sue visioni, con la sua
insistenza nel dire che la madre non è morta, che Nina vaga per la casa e cerca
di riconquistare il suo ruolo di madre e moglie.
Credo
che chiunque si farebbe condizionare in una situazione del genere!
Le cose, ovviamente, degenerano
rapidamente e la follia penetra pian piano nelle menti dei personaggi.
Tremayne ha saputo intrecciare le
vite dei vari protagonisti alla perfezione, ha creato una trama imprevedibile e
inquietante.
Mi
è capitato spesso di pensare: Rachel è pazza! Ma allora Nina non è morta! David
nasconde un segreto tremendo!
Ho sospettato di tutti e, molto
spesso, ho avuto la sensazione che il libro sfociasse nel paranormale ma, conoscendo l’autore sapevo che non poteva essere
così.
Ho letto questo thriller in un giorno
e mezzo, mi ha catturata e avvinghiata alle sue pagine ma, (sì, c’è un ma) il
finale non mi ha convinto.
L’ho trovato troppo elaborato e
costruito, coincidenze assurde e improbabili, gli eventi si susseguono senza
sosta come una valanga e poi, improvvisamente, tutto si ferma e c’è la
rivelazione.
Ma non era la risposta che cercavo!
Non so, mi immaginavo qualcosa di totalemente diverso e meno artificioso, le
spiegazioni ci sono ma sono troppo tirate e inverosimili.
Nonostante questo il romanzo merita e
Tremayne si conferma nuovamente un ottimo scrittore di thriller piscologici.
Valutazione
Ciao!
RispondiEliminaTi ho nominata per il Blogger Recognition Award.
Ti lascio qui il link: http://unabuonalettura.blogspot.it/2018/02/blogger-recognition-award.html
Grazie mille! *-*
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