Il mistero del castello di Blackwood è l’adattamento cinematografico del libro di Sherley
Jackson Abbiamo sempre vissuto nel
castello, horror inquietante e raffinato.
Non
avendo letto questo romanzo della Jackson posso basare la mia opinione
esclusivamente sul film che, purtroppo, non mi è piaciuto.
In
una cittadina ignota sulla cima di una collina sorge una grande dimora, il
“castello”, lì vivono, insieme allo zio, le sorelle Blackwood: Merricat e
Costance.
Fin
dall’inizio è lampante come entrambe abbiano seri problemi psicologici,
Costance è la perfezione fatta a persona, la classica donna curata e sorridente
che si vede nelle locandine pubblicitarie degli anni ’50 ma, è fragile e non
riesce a lasciare la casa, tutto la spaventa.
Merricat,
al contrario, è l’unica a lasciare la dimora per recarsi in paese ma è
palesemente instabile, ossessionata da pericoli inesistenti e dedita alla
protezione della sorella maggiore.
Le
due donne vivono in una sorta di mondo sospeso, i genitori sono morti in un
macabro incidente, avvelenati? Assassinati? Nessuno sa bene cosa sia successo!
L’equilibrio
fino ad allora mantenuto, subisce uno scossone a causa dell’arrivo del cugino
Charles, molto interessato a Costance e alle ricchezze della famiglia!
Il film è incentrato sulla psicologia
delle due protagoniste entrambe tendono a voler preservare una routine che non
deve, per nessun motivo, essere modificata, pena atroci sventure e terribili
eventi.
Ma
mentre Costance ingenua, alienata nel suo ruolo di donna perfetta, perennemente
sorridente e amorevole, si lascia manipolare dal cugino con grande facilità;
Merricat è ossessionata dal non volere interferenze maschile nel suo mondo,
paranoica e maniacale in ogni suo gesto, anafettiva e asociale a livelli
patologici, decisa a non voler crescere e a rimanere per sempre una bambina
affidata alle dolci cure della sorella.
Il film è un gioco di detti e non detti,
un intreccio di follia e paura, dove le due sorelle appaiono come due pazze
odiate dall’intera comunità che le teme e non le comprende.
Il finale lascia parecchio a desiderare,
la storia è lenta e noiosa, poco chiara e priva di vere rivelazioni, i colpi di
scena sono prevedibili e le due sorelle risultano poco credibili.
Una storia incentrata sulla psicologia
dei protagonisti che restano prigionieri delle loro menti per tutta la durata
del film, un incubo a occhi aperti in cui il passato si mescola al presente e
dove il fantasma del padre morto aleggia come un monito continuo a non fidarsi
degli uomini.
Togo è il classico film che amo guardare e riguardare, una storia che
racconta il legame indissolubile tra un uomo e il suo cane, un’avventura che
parla di coraggio e di forza interiore arricchita da un’ambientazione
meravigliosa.
Che
cosa ci posso fare se adoro tutti i film che ricalcano le orme di Zanna Bianca?
Nell’inverno
del 1925, a Nome, in Alaska, un’epidemia di difterite ridusse in ginocchio la
popolazione colpendo gran parte dei bambini, era necessario procurare il siero
che li avrebbe curati ma, questo si trovava a mille kilometri di distanza e una
tempesta di proporzioni epiche si stava per abbattere sulla zona.
Gli
aerei non potevano partire e l’unico modo per salvare i bambini era inviare una
squadra di cani da slitta, nessuno voleva affrontare il viaggio solo Leonhard
Seppala decise di partire, a capitanare il suo gruppo era Togo.
Molti
conoscono questa storia dove, però l’eroe fu un altro cane, Balto, che prese il
merito dell’impresa nonostante avesse percorso solamente gli ultimi 50
kilometri.
Questo film restituisce luce e meriti a
Togo, un cane speciale, cocciuto, coraggioso e dotato di un’intelligenza fuori
dal comune.
Divertentissime
sono le scene in cui Togo cucciolo mette alla prova la pazienza di Seppala,
altrettanto toccanti sono i momenti del periglioso viaggio che i due compagni
affrontano nella vastità della natura.
Il film è il racconto di un rapporto
unico, speciale, infatti, Togo e Seppala sono un’anima sola, due cuori legati e
inseparabili.
Ho amato tutto di questo film: la natura
selvaggia e potente, il legame tra l’uomo e il suo migliore amico e la
ricostruzione di un’impresa unica che rimarrà nella storia e nei nostri cuori
per sempre.
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