Titolo: La
campana in fondo al lago § Autore: Lars
Mytting § Pagine: 480
Casa editrice: Dea
Planeta § Genere: Realismo magico,
Drammatico, Storico
Norvegia,
1879. Nel piccolo villaggio di Butangen sorge una chiesa dalla bellezza austera
e sublime. È un’antica stavkirke, interamente costruita in legno e intrisa di
memoria, di leggende e di magia. È qui – tra i banchi spolverati di neve e un
freddo capace di gelare il midollo – che un tempo si poteva ammirare l’ultimo
arazzo tessuto dalle dita instancabili di Halfrid e Gunhild Hekne, gemelle
siamesi unite “per la pelle” dalla vita in giù. Ed è sempre qui che le campane
realizzate dal padre in loro onore rintoccano da sé, misteriosamente, ogni
volta che una minaccia incombe sulla valle… Fino al giorno in cui il nuovo
pastore decide di disfarsene nel nome del progresso e delle proprie ambizioni.
Ma il reverendo non ha fatto i conti con Astrid Hekne, indomita discendente di
Halfrid e Gunhild, disposta a tutto, anche all’inganno, pur di difendere le
“sue” campane e sfuggire a un futuro che sembra già scritto.
Non
so proprio da dove cominciare per parlarvi di questo libro,
è stata una lettura intensa,
travolgente, ho amato tutto: l’ambientazione, i personaggi, lo stile e la
storia.
Con
questa premessa avrete già capito quanto questo romanzo mi sia rimasto nel
cuore!
Siamo
a Butangen, un piccolo paesino della Norvegia, è il 1879 e il nuovo parroco ha assolutamente
bisogno di una nuova chiesa, in paese, infatti, c’è un’antichissima stavkirke,
una chiesa norrena costruita completamente in legno, è vecchia, malandata,
fredda ma è intrisa di memorie, di magia e di leggende.
La
chiesa è legata alla storia di Halfrid e Gunhild Hekne, due gemelle siamesi
nate attaccate dalla vita in giù, insieme tessevano arazzi di una bellezza unica
e, alla loro morte, il padre fece realizzare due campane gemelle in argento perché,
dall’alto della stavkirke, risuonassero nella valle.
Da allora le campane magiche suonano ogni volta che qualcosa di molto brutto sta per arrivare, per gli abitanti di Butangen smantellare la chiesa e togliere le campane è una vera tragedia.
Da allora le campane magiche suonano ogni volta che qualcosa di molto brutto sta per arrivare, per gli abitanti di Butangen smantellare la chiesa e togliere le campane è una vera tragedia.
Kai,
il parroco, decide di disfarsene, è ambizioso ed è stato spedito in quel
paesino remoto e superstizioso per portare la luce della vera fede, con questo
progetto potrebbe diventare vescovo e quindi è fondamentale portalo a termine.
Ma
il reverendo non ha fatto i conti con quella terra selvaggia e con lo spirito
indomito di Astrid Hekne, una giovane donna bella e sfrontata che è disposta a
tutto pur di salvare le campane.
In
questo romanzo s’intrecciano tre vite, tre storie, il passato e il presente,
epoche vicine e lontane, il tutto reso ancora più intenso grazie all’ambientazione
meravigliosa.
La Norvegia, aspra e bellissima, con i
suoi paesaggi mozza fiato, i suoi laghi cristallini, le sue montagne impervie,
la neve, il freddo e l’oscurità è la protagonista indiscussa, una terra che ci
fa sentire piccoli e indifesi, soprattutto negli anni in cui è ambientato il
romanzo.
Nel
1879 non c’era l’elettricità, il riscaldamento, non c’erano tutte le comodità
di oggi, la notte era oscura e buia, il freddo tagliente e crudele, la fame
spietata e avida di vite, l’esistenza era una lotta continua alla
sopravvivenza, quando la terra si schiacciava e tutto diventava bianco e gelido
le possibilità di superare l’inverno diventavano scarse.
L’autore riesce benissimo a calare il
lettore in quegli anni, lo fa attraverso piccoli dettagli come gli oggetti di
vita comune, le usanze, i metodi di coltivazione, le pratiche religiose, la
medicina e molto altro.
Si sente che Mytting ha fatto un lavoro
di ricerca vasto e impegnativo, infatti, un elemento di grandissimo valore è lo
studio riguardante le stavkirke, l’autore
ci racconta com’erano costruite, le sculture in legno che le decoravano, le
leggende legate alle loro mura, l’architettura, il periodo storico che portò alla
loro demolizione per poi ricostruirle in altri paesi come musei, la distruzione
di massa di queste opere d’arte maestose a favore di chiese moderne ma prive di
intensità.
Oltre alla grande ricostruzione storica,
Mytting è bravissimo nella costruzione dei personaggi che sono ricchi di
sfumature, vivi, mossi da passioni intense che non possono essere controllate:
amore, sesso, rabbia, paura, un vortice che scompiglia l’animo, che fa prendere
scelte audaci e improvvise, decisioni che scombinano i piani del destino.
Credo che riuscire a scuotere l’animo
del lettore creando personaggi appassionati sia un dono e Mytting ha questo
dono, ha la capacità di farci sentire la forza delle emozioni, di risvegliarle
dentro il cuore di chi legge, infatti, sul finale mi sono commossa, ho versato
qualche lacrima e guardato le ultime righe con occhi tristi e pieni di lacrime.
Meraviglioso!
Un
romanzo che travolge, una storia senza tempo, intensa, intrisa di passioni, di
leggende e di magia, ve lo consiglio, leggetelo! Io, sicuramente, leggerò tutto
quello che Mytting ha pubblicato!
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