Avevo in programma di leggere un po’ di
thriller quest’estate così, non essendo amante di questo genere ma apprezzando
qualche libro ogni tanto, mi sono fiondata in biblioteca e ho selezionato
alcuni titoli che mi intrigavano parecchio.
Tra questi c’era anche La gemella sbagliata, un romanzo
introspettivo, inquietante ed estremamente psicologico ma che non ha nulla a
che fare con il thriller.
Ma andiamo con ordine e pian piano vi
spiegherò perché questa storia non mi ha entusiasmato e mi ha lasciata svuotata
e triste.
La nostra storia comincia con due gemelline
di otto anni esteticamente identiche: Helen e Ellie. La prima è intelligente,
scaltra, forte e dominante; la seconda è goffa, timida, debole e sottomessa.
La noia pervade ogni cosa e in una calda
mattina d’estate Helen propone l’ennesimo gioco: scambiarsi i ruoli. Ellie partecipa sempre anche se molto spesso
sono giochi crudeli nei suoi confronti ma questa volta la situazione si ribalta
e la gemella timida riuscirà finalmente a dominare.
La mattinata scorre veloce con Ellie che si
finge Helen e spadroneggia e Helen che fa le parti di Ellie e ride nel vedere
le persone che le confondono ma, il
gioco si trasforma ben presto in una trappola nella quale Helen rimarrà completamente invischiata.
Infatti dopo una giornata di dominio Ellie non vuole più tornare nei suoi panni ma decide di rimanere in quelli di Helen, per la gemella inizierà un incubo senza fine che la farà sprofondare negli abissi della sofferenza
psicologica e fisica.
Infatti dopo una giornata di dominio Ellie non vuole più tornare nei suoi panni ma decide di rimanere in quelli di Helen, per la gemella inizierà un incubo senza fine che la farà sprofondare negli abissi della sofferenza
psicologica e fisica.
Ora
vi starete chiedendo come può un semplice scambio fatto per gioco distruggere
la vita di una bambina, vi starete domandando che razza di adulti circondavano
queste due gemelle
e che cavolo facevano mentre Helen distruggeva la propria vita con alcool,
droga e violenza. Mah!
Proprio
questo è il punto chiave del libro: la
mancanza assoluta di punti di riferimento e un personaggio materno orribile e
senza pietà.
Ebbene sì, quello che permette alle due bambine di proseguire in questo gioco
perverso è proprio la madre: una donna dilaniata dal dolore per la morte
del marito suicidatosi tre anni prima, una mamma che vaga per la casa come uno
zombie e non ha nessun interesse per le proprie bambine tanto da non
preoccuparsi nemmeno che abbiano da mangiare, una donna che ha una predilezione malata per Helen e denigra e
maltratta Ellie con costanza, la umilia e insulta, la considera stupida e
poco intelligente, in sostanza quando
Ellie entra nei panni di Helen non solo conquista il potere all’interno del suo
rapporto con Helen ma acquista in automatico l’amore della madre.
Quale bambina farebbe a meno delle
attenzioni di una mamma che ti ha snobbato fino ad allora?
Si,
perché se la “Mamma” fosse stata una madre normale che distribuisce
il suo amore in modo onesto, che si prende cura di entrambe le figlie e le
tratta in modo uguale il problema non ci sarebbe mai stato, Ellie non avrebbe dovuto rubare la vita di
Helen per ottenere l’attenzione tanto desiderata.
Helen
al contrario si trova invischiata nella vita della sorella e tutti i suoi
tentativi di uscirne si concludono in un disastro, infatti Ellie era
una bambina problematica, senza amici, seguita da una psicologa alla quale
raccontava di voler essere la sorella e così ogni volta che Helen cerca di
rivelare la verità la prendono per pazza e le dicono che non è corretto
mentire, nessuno le crede e la sua
frustrazione aumenta fino a farla esplodere in vere e proprie crisi di rabbia,
distrugge tutto, diventa violenta e pian piano arriva a odiarsi e a
considerarsi una nullità. Nessuno si interessa a lei e quindi non vale
nulla, niente di lei conta quindi perché non buttarsi via con l’alcool, la
droga, il sesso prematuro, la violenza e la depressione in un vortice che la
porterà a toccare un fondo sempre più basso.
Il
libro è scandito tra la Helen bambina che pian piano ci racconta cosa accade
alla sua vita e la Helen adulta che deve fare i conti con il suo passato.
I
capitoli dell’infanzia sono narrati in prima persona più o meno fino a metà
libro poi il cambio è netto e dalla prima si passa alla seconda persona, questo
stratagemma ci fa capire come Helen sia completamente estraniata da se stessa,
alienata e scissa tra quello che è e quello che avrebbe dovuto essere.
È come se la ragazza si guardasse da fuori
e ci raccontasse cosa le accade, con distacco e con tristezza, come se non le
importasse nulla!
Perché tu non sei qui, questa è la
verità.
Niente di tutto questo è reale.
Tu non esisti, quindi niente può
toccarti: né il passato,
né il futuro, né gli uomini che ti pagano
per inarcarti e torcersi sopra di te.
Sei fuori da tutto, fluttui in una fitta,
bianca nebbia che
arriva a lambire i confini del mare.
Sei immune da tutto.
E ogni giorno lo dimostri a te stessa,
rifiutandoti di lasciare il segno.
I capitoli del presente ci mostrano una
Helen distrutta, alcolizzata e quasi senza tetto che vive in un limbo fatto di
allucinazioni e voci crudeli.
La sua routine di degrado viene infranta
quando la sorella finisce in coma dopo un incidente d’auto e il marito va a
cercarla per aiutarlo a svegliarla.
Ma Helen scoprirà ben presto che le persone
non sono cambiate, dopo anni la “Mamma” è ancora una donna orribile e capirà
che lei non era l’unica a essere
psicologicamente disturbata, infatti la stessa Ellie immergendosi nella personalità di Helen ha dovuto rinunciare a se stessa e questo l’ha devastata.
psicologicamente disturbata, infatti la stessa Ellie immergendosi nella personalità di Helen ha dovuto rinunciare a se stessa e questo l’ha devastata.
In pratica il libro ci mette davanti un
quadro di pazzia generale, un padre bipolare che si suicida, una madre sadica e
senza equilibrio e due bambine psicotiche! Che dire!
Tutto
ciò che è descritto in questo libro è desolante e deprimente, l’inquietudine
che serpeggia nelle prime pagine lascia spazio a una leggera suspance
psicologica che pian piano si esaurisce e diventa noia.
Ho
fatto davvero fatica a finire questo romanzo che nelle ultime pagine mi ha
letteralmente svuotata.
Ogni personaggio che Helen incontra è
negativo, subdolo, freddo, calcolatore e crudele, ogni volta che sembra
rialzarsi sprofonda ancora di più nell’abisso e tutto il libro è percorso da un senso di angoscia crescente.
Non amo queste letture così negative e
giunta alla fine non ho avuto nessun sollievo, il finale non mi è piaciuto e
lascia sopra ogni cosa l’amaro in bocca.
Credo
che l’autrice sia riuscita a creare uno dei personaggi materni più brutti e
cattivi della letteratura, una donna che è la causa e la rovina di queste
bambine e che fino alla fine rimane fedele alla sua crudeltà e indifferenza.
Sarò banale ma preferisco libri più
spensierati!
AUTRICE: Ann Morgan vive a
Londra, dove collabora a giornali come il "Guardian",
l'"Independent" e il "Financial Times" in qualità di
freelance. Dopo il successo del blog in cui si riprometteva di leggere nel
corso del 2012 un libro per ogni paese del mondo (ayearofreadingtheworld.com),
ha pubblicato nel 2015 il suo primo libro, intitolato appunto Reading the
World: Confessions of a Literary Explorer. La gemella sbagliata è il suo
straordinario esordio nella narrativa, che ha colto di sorpresa critica e pubblico,
è stato tra i thriller più premiati dell'anno in Inghilterra ed è in corso di
traduzione in tutto il mondo.
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