10 marzo 2019

"Nightflyers" di George R.R. Martin

Sull’onda del successo di Martin tornano alla ribalta molti dei suoi vecchi titoli, Nightflyers è uno di questi, una novella/libro pubblicata nel 1980 all’interno di una raccolta di racconti fantascientifici con chiare sfumature horror.
In Italia non era ancora arrivata ma, grazie a Netflix e alla sua serie tv ispirata alla novella, ecco che Mondadori ci regala la possibilità di leggerla, per di più, in edizione illustrata.
Amo molto Martin e il suo stile ma devo ammettere che questa storia, nonostante mi abbia coinvolta, non mi ha soddisfatta completamente. Ringrazio molto la CE Mondadori per la copia omaggio.


Titolo: Nightflyers § Autore: George R.R. Martin § Pagine: 168
Casa editrice: Mondadori § Genere:  Sci-fi, Horror

Quando ormai la terra è sull'orlo del tracollo, l'ultima speranza risiede in una spedizione scientifica la cui missione consiste nell'avvicinare e studiare una misteriosa razza aliena che si spera possa custodire la chiave per la sopravvivenza dell'umanità. L'unico mezzo in grado di affrontare la spedizione è la "Nightflyer", un'astronave completamente automatizzata, controllata da un solo essere umano, il capitano Royd Eris. L'equipaggio però si ritrova a viaggiare su una nave fantasma perché il capitano non si mostra mai se non attraverso il suo ologramma e comunica solo tramite una voce contraffatta. A rendere la permanenza sulla "Nightflyer" ancora più inquietante, il sensitivo del gruppo inizia a percepire a bordo una presenza oscura, un'entità pericolosa, incorporea, aliena. Il capitano sostiene di non saperne nulla e, quando qualcosa o qualcuno inizia a uccidere i membri dell'equipaggio, sembra non essere in grado o intenzionato a cercare di arrestare questa scia di sangue. L'unica ad avere la possibilità di fermare questa creatura sanguinaria è Melantha Jhirl, un'umana geneticamente modificata, più forte, intelligente e veloce di tutti gli altri membri dell'equipaggio. Ma per farlo, prima deve riuscire a restare viva...
In un futuro non definito seguiamo il viaggio della Nightflyer alla ricerca dei Volcrym, una razza mitologica che sembra custodire conoscenze inimmaginabili.
I Volcrym si muovono nello spazio a una velocità molto bassa, definita subluce, viaggiano da millenni su navi enormi: grandi arche che trasportano tutta la loro civiltà. Le leggende narrano che il loro pianeta venne distrutto ma, grazie a una tecnologia avanzatissima, i Volcryn s’imbarcarono su queste grandi navi e iniziarono a percorrere lo spazio in tutta la sua ampiezza.
Non entrano mai in contatto con altri popoli, non hanno bisogno di scendere sui vari pianeti per fare rifornimento ma, quando decidono di farlo, la loro venuta è vista come l’arrivo di potenti divinità benefiche.
Il professore Karl D’Branin, dopo anni di studi, riesce a scoprire il percorso dei Volcrym, è convinto di poterli raggiungere in un punto preciso dello spazio, una zona dove poche navicelle sono disposte ad andare. L’università per la quale insegna è disposta a fornirgli un po’ di fondi per compiere l’impresa e così, D’Branin mette insieme una squadra di otto elementi e paga un passaggio sull’unico mezzo che si è reso disponibile per la traversata: la Nightflyers
Gli otto partecipanti s’imbarcano sulla nave e, pieni di aspettative, si preparano a compiere un viaggio epico che li condurrà alla scoperta di una civiltà leggendaria.
Sono persone dotate che sono state scelte dal professore per le loro capacità: Melantha è una donna geneticamente modificata fornita di una super intelligenza e di una forza incredibile e Thale è un sensitivo molto potente, poi ci sono esperti di lingue antiche, di computer e un medico con una capacità empatica molto sviluppata.
Il viaggio procede bene, unico grande mistero è il capitano della nave: Royd Eris, l’uomo si mostra solo come ologramma e comunica attraverso interfoni posizionati ovunque, non partecipa alla vita della nave ma rimane isolato in un area sigillata, ogni cosa è automatizzata e, nonostante tutto sembri andare per il meglio, una sensazione di grande inquietudine inizia a strisciare nel gruppo.
Accadono piccoli incidenti, Thale afferma di sentire chiaramente una presenza oscura, pericolosa e le
congetture sulla reale identità di Royd si fanno sempre più fantasiose.
In un crescendo di tensione gli eventi precipitano e il terrore e la morte invadono la Nightflyers
Come potete vedere si tratta di una storia molto avvincente ma, noterete, un po’ diversa dalla trama del libro: non si tratta di una spedizione per salvare l’umanità ma di un viaggio di conoscenza e scoperta. Inoltre, se da un lato, le vicende narrate mi hanno catturata impedendomi di posare il libro, dall’altra le spiegazioni non mi hanno soddisfatta.
Per gran parte del libro non capivo come, delle persone dotate d’intelligenza e poteri sopra la media, avessero potuto imbarcarsi su una nave che li avrebbe portati verso l’ignoto senza aver conosciuto il capitano e visitato i propri alloggi almeno una volta prima di sceglierla.
Il professore sembra un uomo ottuso e credulone, talmente assorbito dal suo desiderio di conoscere i Volcrym da dimenticare tutto il resto, anche dopo la prima terrificante morte, rimane impassibile e assolutamente fiducioso nel buon successo dell’impresa.
La sua ossessione per i suoi studi lo rende cieco di fronte al pericolo impedendogli di prendere in mano la situazione.
Melantha è uno dei personaggi principali, un mix di forza bruta, sensualità e intelligenza ma, anche qui, il suo essere un passo avanti agli altri la porterà verso la disfatta, la sua convinzione di superiorità la farà agire come una sciocca mettendo in pericolo tutto l’equipaggio.
I restanti personaggi sono quasi insignificanti, pedine mosse da Martin per costellare la storia di morti violente e splatter! Non impegnatevi a memorizzarne il nome!
Il finale, nonostante dia delle spiegazioni valide, non mi ha entusiasmato, l’ho trovato poco incisivo, privo di quella forza espressiva che tanto amo di Martin.
Non credo guarderò la serie, le scene descritte nel libro sono così sanguinolente e rivoltanti che non voglio viverle con l’impatto visivo degli effetti speciali dei giorni nostri, credo che si possa definire un horror solo per queste immagini macabre e violente, la suspance c’è ma non tale da generare ansia nel lettore, solo una lieve inquietudine e la curiosità di capire chi c’è dietro le morti assurde che avvengono nel corso delle pagine.
Un libro diverso dal solito che si legge d’un fiato, non so se mi sento di consigliarlo, è molto diverso dal Martin che amo e apprezzo ma, nonostante questo, l’edizione illustrata merita e la storia non deluderà gli appassionati del genere.

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